Si mobilitano i cittadini del Belgio in difesa del clima indirizzando alla classe dirigente belga ed europea un appello ad agire rapidamente per fermare le conseguenze del riscaldamento globale. Giustizia climatica e difesa del clima per le generazioni future sono le richieste degli 80 mila manifestanti che hanno sfilato lungo le vie del centro e nel quartiere europeo, domenica 27 gennaio, bloccando la centralissima rue de la loi (via delle legge), dove hanno sede la Commissione ed il Consiglio europeo oltre che il Parlamento belga. Al grido di «niente leggi sul clima, niente via della legge» («pas de loi pour le climat, pas de rue de la loi») i manifestanti hanno voluto lanciare un appello per scuotere una classe politica, percepita come immobile ed irresponsabile. Un movimento sostenuto dalla piattaforma « Rise for climate », oltre che da numerose Organizzazioni non governative e dal mondo associativo locale, che già nello scorso 2 dicembre aveva mobilitato 70 mila cittadini in difesa del clima, e che oggi promette una mobilitazione ad oltranza fino a quando delle misure concrete non saranno adottate per fermare il riscaldamento globale.
Veri protagonisti del corteo sono gli studenti con il motto : «siamo più caldi del clima» («on est plus chaud que le climat»). Uno slogan che anima una mobilitazione permanente iniziata lo scorso giovedì 10 gennaio, quando appena 2 mila studenti hanno deciso di non seguire i corsi del giovedì per sfilare in corteo per le vie del centro in difesa del proprio futuro. Un appuntamento che nelle settimane successive è cresciuto di numero, fino ai 35 mila manifestanti dello scorso giovedì 24 gennaio. Un’iniziativa ispirata dalle gesta della piccola Greta, la studentessa svedese che ha stupito il mondo con uno sciopero della fame, e dell’istruzione, di fronte alla sede del parlamento svedese, nel tentativo di scuotere una classe politica percepita come insensibile rispetto alle ripercussioni del riscaldamento globale. Questo movimento, ribattezzato «Youth for climate», ha messo insieme studenti di lingua fiamminga e francofona (e questa è di per sé una notizia in un paese logorato dalle divisioni linguistiche) chiamati alla mobilitazione permanente, suscitando vicinanza dell’opinione pubblica e visibilità da parte dei media internazionali. Aspettando la prossima mobilitazione, in programma per giovedì 31 gennaio, che si annuncia particolarmente partecipata.
Gabriele Annicchiarico
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