Non c’è solo Greta Thunberg, la giovane svedese che lotta per il clima. In diverse parti del mondo i ragazzi chiedono ai politici di agire davvero contro il riscaldamento globale. Ne abbiamo parlato con Youna Marette, 17 anni, studentessa a Bruxelles, che fa parte del movimento francofono dei giovani per l’ambiente ed è stata invitata insieme ad altre donne a parlare alla conferenza Women 4 climate, davanti a una platea di personaggi importanti come il sindaco di Chicago o la sindaca di Parigi. Il suo discorso, molto severo con i politici presenti, è stato applaudito a lungo.
“Noi non contiamo su di voi per fare di quest’utopia una realtà. Tutt’al più potete dirci che siete d’accordo con noi. La vostra missione dovrebbe coincidere con la nostra: preservare le condizioni di vita sulla Terra, per gli umani come i non umani. Noi non difendiamo la natura, siamo la natura che si difende. Ed è questa la lotta del 21esimo secolo.”
Cosa state facendo esattamente in Belgio ?
Per ora in Belgio ci mobilitiamo tutti i giovedì. Ogni giovedì, migliaia di giovani si danno appuntamento in centro, a Bruxelles o nella loro città, e marciano per due o tre ore per far sentire la loro voce. Facciamo della disobbedienza civile perché al posto di essere a scuola siamo in strada, per cercare di instaurare un rapporto di forza con le autorità che sono obbligate ad ascoltarci. Perché invece che seduti dietro ai banchi, siamo davanti al parlamento e urliamo sotto le loro finestre.
Penso che oggi i giovani stiano mandando un messaggio chiaro: noi ne abbiamo abbastanza di una politica distruttrice, che non garantisce la protezione dell’ambiente e del nostro futuro. Credo anche che non si debbano sottostimare i giovani. Abbiamo delle cose da dire, soprattutto visto che saremo noi ad ereditare un pianeta in pericolo. Le nostre idee sono chiare, sappiamo cosa vogliamo per il nostro futuro e credo che oggi i politici che parlano ma non agiscono non abbiano più motivo di esistere nella nostra società. Siamo noi che dobbiamo essere rappresentati e ascoltati. Visto che domani le decisioni spetteranno a noi, tanto vale iniziare oggi.
Avete ottenuto dei risultati ?
Per ora non abbiamo ottenuto dei risultati concreti, ma ce lo aspettavamo. Allo stesso tempo vediamo che le cose si muovono perché non abbiamo mai parlato così tanto del clima come negli ultimi tempi. Purtroppo ci rendiamo conto che i mezzi più democratici non sono quelli che funzioneranno meglio in questa lotta, al giorno d’oggi. Ad esempio sappiamo che sarà complicato marciare tutte le settimane fino alle elezioni, che sono il 26 maggio, visto che noi liceali abbiamo degli esami a inizio giugno.
Quindi avete già pensato alle prossime mosse ?
Per ora prevediamo di bloccare dei luoghi strategici, dove si prendono le decisioni. Vogliamo cercare di essere presenti a tutte le grosse riunioni per farci sentire, ma sempre in modo non violento. È un punto importante. Il nostro obbiettivo non è fare quelli che spaccano tutto per una rivoluzione, vogliamo cambiare le cose dall’interno, giocando un po’ al loro gioco ma appropriandoci di certe carte per giocarle a modo nostro.