Le aziende mondiali devono “venire a produrre negli Ststi Uniti”. Se non lo faranno, gli verranno imposti dei dazi. Non potrebbe essere più semplice e categorico di così, Donald Trump, davanti al World Economic forum di Davos. In questo secondo mandato, Trump si allontana ancor più radicalmente dal tipo di messaggio che più o meno ogni presidente statunitense ha portato in giro per il mondo dal dopoguerra in poi. Il messaggio era: gli Stati Uniti sono gli alfieri del mondo libero, con noi avrete diritti e benessere. Con Trump, il presidente è il CEO dell’azienda America. Dice al mondo: investite da noi, producete da noi, avrete tutto ciò che vorrete: tasse basse, scarsa regolamentazione, sostegno totale del governo. Se non lo fate, pagherete dazi molto alti, che serviranno a finanziare il nostro debito. Sono posizioni note, queste di Trump, che non hanno certo scatenato l’entusiasmo in uno dei templi del liberismo internazionalista.
A Davos, in effetti, Trump è andato soprattutto per illustrare le linee sinora seguite dalla sua amministrazione. L’unica cosa forse rilevante che Trump ha detto, ma non si sa quanto possibile, è stata l’intenzione di rivolgersi ad Arabia Saudita e paesi dell’Opec per chiedere un calo del prezzo del petrolio. Ciò, secondo Trump, farebbe presto finire il conflitto in Ucraina. Il presidente americano ha detto che vorrebbe incontrare Vladimir’s Putin per discutere. Il condizionale segnala che i negoziati sono ancora in alto mare. Trump ha mostrato, ancora una volta, la natura autoritaria del suo progetto, priva di attenzioni per un sistema di corpi intermedi. Ha infatti affermato che, nel caso scendesse il prezzo del petrolio, lui chiederà la discesa dei tassi di interesse. Ma negli Stati Uniti non è la Casa Bianca che li fissa. Lo fa la Fed, in totale autonomia. Nella mattinata americana si è intanto diffusa la voce di un nuovo ordine esecutivo, dopo le decine, a raffica, dei giorni scorsi. Ci si chiede che cosa conterrà. Del resto, la strategia del Trump politico è la stessa del Trump businessman. Creare attesa. Creare il caso. Creare il caos. Non importa se, dopo, ci sarà effettivamente qualcosa.