Nata a Tuva, che faceva parte allora dell’Urss, e che oggi è una repubblica della confederazione russa, Sainkho Namtchylak ha cominciato a distinguersi negli anni ottanta come vocalist sperimentale nell’ambito del jazz d’avanguardia sovietico; nei primi anni novanta ha cominciato a inserirsi nell’ambiente del jazz più avanzato e dell’improvvisazione dell’Europa occidentale, si è trasferita a Vienna, e si è affermata a livello internazionale, assurgendo a figura di culto, grazie alle sue fantastiche risorse vocali – una eccezionale estensione e le particolari tecniche radicate nella straordinaria tradizione del “canto di gola” che è tipico di Tuva – risorse che ha utilizzato nei contesti più diversi: musica prettamente tradizionale, jazz di ricerca, improvvisazione radicale, avantgarde, world music, pop.
Nel 2015, alle soglie dei sessant’anni, Sainkho Namtchylak ha pubblicato con l’etichetta italiana Ponderosa Music Like a bird or spirit, not a face, un album di canzoni pieno di nostalgia per la sua terra di origine, che si trova al centro dell’Asia continentale, nella Siberia meridionale, e che confina a sud con la Mongolia: e per quella dichiarazione d’amore per il suo paese, curiosamente il produttore Ian Brennan le aveva affiancato Eyadou Ag Leche, bassista, chitarrista e vocalist, e Said Ag Ayad, percussionista, entrambi touareg del Mali, e membri del gruppo Tinariwen. Scelta meno stravagante di quello che superficialmente si sarebbe potuto pensare, e all’atto pratico artisticamente assai riuscita: a Tuva il termometro scende anche di decine di gradi sotto lo zero, nel Sahara all’opposto, ma sia i tuvani, ancora oggi dediti in buon numero all’allevamento, che i touareg, sono di cultura nomade e in parte ancora oggi vivono in tende, che a Tuva si chiamano yurte: e se il Sahara è un deserto, anche la steppa di Tuva non è esattamente affollata. Proprio in questo ultimo aspetto del background di Sainkho Namtchylak Ian Brennan ha trovato una delle chiavi di un nuovo album della cantante, Where Water Meets Water: Bird Songs & Lullabies, pubblicato sempre da Ponderosa Music.
Produttore quanto mai non conformista, che dieci anni fa ha vinto un Grammy Award come produttore di un album appunto dei Tinariwen, e che ne ha fatte di tutti i colori, realizzando album in giro per il mondo, e soprattutto in Africa, di musiche a rischio di estinzione o di gruppi marginali e/o minacciati, Brennan, americano, da dieci anni vive con la moglie italo-ruandese e la figlia a Venezia. Anche in questo nuovo album prodotto per Sainkho Namtchylak, Brennan ha giocato sulle affinità: come negli immensi spazi vuoti della steppa e della taiga di Tuva, anche negli spazi più ridotti della laguna veneta, una volta allontanatisi dalle folle dei turisti ci si può sentire fuori dal mondo; inoltre il canto della tradizione tuvana è fortemente legato al contesto naturale, che nella laguna è dato dalla presenza dell’acqua e di tanti uccelli. Brennan ha registrato Sainkho Namtchylak nelle isole abbandonate di Venezia: è vocalità senza parole, sono canti che si immedesimano nella natura. Il produttore si è incaricato personalmente di lievi interventi di strumenti, soprattutto piccole percussioni: tutto è stato registrato all’aperto, in presa diretta, e coerentemente con l’ispirazione di questo lavoro, le registrazioni non sono state assolutamente manipolate. Lontana migliaia e migliaia di chilometri dalla sua Siberia, circondata dall’acqua invece che dalla neve o dalla steppa, nella laguna Sainkho Namtchylak è nel suo habitat.