Il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini è stato chiaro: i magistrati devono rimanere fuori dalla campagna del referendum sulle riforme istituzionali. La consultazione sta assumendo un profilo politico ed è quindi meglio che le toghe si astengano dalla competizione, è il suo pensiero. Traduzione: siccome Matteo Renzi si gioca il suo futuro politico sulla consultazione, i magistrati dovrebbero evitare di prendere posizione.
L’uscita di Giovanni Legnini non è piaciuta a molte toghe. I magistrati devono poter parlare, devono poter dire la loro su di una riforma che li coinvolge come cittadini e come giudici. Magistratura Democratica, la corrente di sinistra, ha reagito così alle parole di Legnini.
Radio Popolare ha intervistato Vittorio Borraccetti, ex membro togato del Csm, ex procuratore capo di Venezia e figura storica delal componente progressista della magistratura. Per Borraccetti, i giudici hanno il diritto di esprimere la loro opinione perché il referendum cambia la nostra carta costituzionale e non può esistere una categoria di cittadini “ridotta” al silenzio.
“Spero non ci sia la volontà di mettere un bavaglio” – ha detto Borraccetti ai nostri microfoni. L’ex magistrato si è anche soffermato sul tema della questione morale e del rapporto tra politica e magistratura. “Da quando la politica non è più ricerca del bene comune ma solo dell’interesse particolare, la questione morale è all’ordine del giorno”.
Ascolta qui l’intervista a Vittorio Borraccetti