Hanno lasciato Palazzo San Macuto contemporaneamente dopo le 23 di ieri sera, la sindaca di Roma, Virginia Raggi e la sua assessora all’ ambiente Paola Muraro, dopo l’audizione in commissione parlamentare Ecomafie durata sei ore.
Nessuna dichiarazione, nella consapevolezza forse che quanto emerso fosse stato già sufficiente a far scatenare una nuova bufera, tanto forte da poter in prospettiva spazzare via la Giunta pentastellata della Capitale entro le prossime 24 ore.
Virginia Raggi sapeva fin dalla meta di luglio che Paola Muraro era iscritta nel registro degli indagati per un’inchiesta su reati ambientali risalente a quando era consulente molto ben pagata in Ama. Eppure ha negato fino alla fine, tacciando tutto come ipotesi giornalistiche e aggiungendo “io non commento ipotesi” come fatto ieri sera nella surreale intervista a Bruno Vespa.
Su questo punto focale l’assessora Muraro in commissione non si è potuta sottrarre, e derubricando tutto ad un numero, il 355, ha ammesso di essere indagata in base a quell’articolo del codice penale che riguarda appunto reati ambientali. Poi sono seguite lunghe illustrazioni del ciclo dei rifiuti a Roma, abbozzato dalla sindaca Raggi con esempi al limite del banale, come l’importanza di andare nelle scuole per spiegare la differenziata. Oppure prolissi interventi della Muraro che, difendendosi dalle accuse, annunciava denunce contro l’ex amministratore di Ama Daniele Fortini, dimessosi dopo il bliz della neo assessora in pectore nella sede della municipalizzata.
Intanto, fuori da palazzo San Macuto, si rincorrevano accuse e prese di distanza dalla sindaca che “sapeva e non ha informato” o come dice lei ha informato solo qualcuno. Il direttorio romano – già in rotta di collisione con Virginia Raggi per le dimissioni a catena e in ultimo per la scelta dell’assessore al bilancio fatta dallo studio legale Sammarco anziché dalla base grillino – dichiarava di non saper nulla della vicenda giudiziaria dell’assessora.
Paola Taverna, big romana del direttorio grillino, precisava di non averla mai incontrata personalmente. Reazioni infuocate anche su i social, dove in molti ricordano come, in casi simili, sia scattata l’immediata sospensione dal Movimento 5 Stelle. E’ successo per Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, e per Maria Grazia Mazzoni, sindaca di Aversa.