L’uomo con il megafono ha vinto la sua battaglia. I mostri di cemento verranno abbattuti, lasciando così spazio alla rinascita di Scampia: rinascita, perché il riscatto c’è già stato. Almeno così lui la vede. Attivista del Comitato contro le Vele, Vittorio Passeggio, storico capopopolo a cui è stato anche dedicato un documentario (“L’uomo con il megafono”), commenta la decisione della Giunta di Napoli di procedere all’abbattimento di tre delle quattro Vele, i simboli di Gomorra, del degrado e del controllo del territorio da parte della criminalità organizzata.”Noi siamo contenti. E’stata la nostra battaglia. Il comitato è nato per dimostrare che con le Vele si distruggeva il territorio e la vita delle persone che ci abitavano”.
Solo una rimarrà in piedi
“Si, perchè c’è il problema delle famiglie abusive, quelle che aspettano da anni un’assegnazione. A settembre, verranno assegnati 107 alloggi a coloro che ne hanno fatto richiesta ormai da tempo, direi 30 anni. Così all’interno delle Vele rimarranno circa 250 nuclei famigliari. Abbiamo chiesto che una delle quattro strutture rimanga momentaneamente in piedi per ospitarli. Poi, quando verrà trovata una sistemazione per loro, potrà essere abbattuta anche la quarta Vela”.
Per lei è una battaglia vinta…
“Penso che siamo a una svolta. Abbiamo lavorato per raggiungere questo risultato. Confidiamo molto nel fatto che abbattere quei mostri voglia dire sviluppare Scampia, avere nuove case, l’università, la metropolitana. L’anno scorso siamo stati a Roma con tutto il popolo delle Vele (ma c’erano anche i napoletani), con il sindaco De Magistris, gli assessori, abbiamo parlato con il ministro Graziano Delrio il nostro piano di fattibilità. E’tutto scritto in quel piano. L’abbattimento delle Vele, lo sviluppo della zona: Scampia non può più essere un quartiere dormitorio, ma deve essere un vera e propria città nella città. E attraverso quel piano pensiamo possa arrivare il lavoro (la percentuale di disoccupati della zona è molta alta) e il nostro riscatto sociale. Quella Scampia non esiste più. Le coscienze si sono risvegliate in questo luogo. E’ una cosa straordinaria”.
Gomorra non abita più lì ?
“Gomorra racconta quello che succedeva qui 15 anni fa. Scampia ha cambiato volto. Prima c’era solo emarginazione, ora c’è riscatto sociale. Dal basso può svilupparsi una nuova coscienza”.
E’una contraddizione che nel momento di massima visibilità (in negativo) grazie alla serie tv di Scampia e delle Vele ci sia invece il momento di massimo impegno (in positivo) per rilanciare il quartiere ?
“Il problema sono le Vele. Quando verranno abbattute sarà diverso. Loro sono i simboli di quel degrado. Il marchio di Scampia. Ripeto: prima c’era emarginazione, ora si parla di riscatto sociale. Ma fino a quando ci saranno quei mostri, di Scampia si avrà solo un’immagine negativa. Quando verranno abbattuti (presto) le cose cambieranno. Si capirà quanto è stato profondo il nostro cambiamento. Se tutte le promesse verranno mantenute, se tutte le decisioni diventeranno atti concreti, sarà tutto diverso. Noi lo vogliamo, anche perché non ne possiamo più di quel ping pong a cui abbiamo assistito per tanti e tanti anni.”
“L’uomo con il megafono” non può ancora attaccare al chiodo lo strumento, ma riesce ora intravvedere quel giorno.