L’incendio di Valencia ha delle similitudini davvero inquietanti con quello della Torre del Moro di Milano del 2021 ma anche con il susseguirsi da almeno dieci anni, in diverse parti del mondo, di grattacieli che prendono fuoco rapidamente a partire dalle facciate. Le similitudini riguardano proprio i nuovi materiali per l’edilizia dedicati alle facciate e alla progettazione delle stesse per favorire efficienza energetica ed estetica ma che finiscono anche per essere dei micidiali propagatori delle fiamme. Il primo e più grave esempio è l’incendio della Greenfell Tower a Londra nel 2017 quando una casa popolare di 24 piani degli anni 70, ma rigenerata due anni prima, prese fuoco da un appartamento e attraverso una finestra aperta attaccò la facciata che avrebbe dovuto essere non infiammabile: 79 persone uccise, tutte oltre il 10 piano. Quattro anni dopo a Milano, a fine agosto, la Torre dei Moro, per fortuna senza vittime, divenne una torcia, anche qui il materiale di rivestimento era dichiarato incombustibile ma prese fuoco in pochissimo tempo favorito dalle cavità ventilate, pensate per il risparmio energetico. Ieri Valencia. Stesso materiale, addirittura stessa marca di Milano. Sono materiali leggeri di rivestimento in alluminio ripieni di schiume, plastiche o minerali come la lana di vetro. La loro qualità dipende da quanto sono non infiammabili. In Italia proprio a partire dall’incendio della Torre del Moro la normativa antincendio è stata resa più severa. Ma gli stessi materiali sono utilizzati per le facciate di centinaia di edifici non solo residenziali ma ospedali, alberghi, uffici. Ancora di più grazie al superbonus facciate che vincola i progetti a performance termiche ma non antincendio, si perché nei lavori di ristrutturazione possono essere usati ancora pannelli isolanti delle classi antincendio più basse catalogate in Europa dalle lettere A fino ad F. Col rischio di aver contribuito a rendere le nostre case più efficienti ma forse meno sicure.
Valencia come Milano, prende fuoco il grattacielo rivestito con lo stesso materiale
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Autore articolo
Claudio Jampaglia