La campagna di vaccinazione anti Covid in Lombardia è un caos. Anziani che non sono stati ancora convocati, vaccinazioni al personale sanitario non ancora concluse e un sistema di prenotazione che fa acqua da tutte le parti. La Regione sta fallendo in quella che dovrebbe essere la priorità assoluta: condurre una campagna vaccinale efficiente, in trasparenza e tempi rapidi. Non sta accadendo.
Radio Popolare ha scoperto che in alcuni casi, persone che non ne avevano diritto sono state vaccinate nell’hub della Asst Santi Carlo e Paolo di Milano.
Il sistema di prenotazione messo in piedi dalla Asst prevede di mandare mail a tutto il personale sanitario e sociosanitario che è interessato alla vaccinazione. Si tratta di migliaia di persone. In molti casi, queste mail sono finite in mano a persone che non avevano alcun diritto alla vaccinazione e in alcuni casi, queste persone sarebbero poi stata effettivamente vaccinate. Abbiamo provato a entrare in quella falla per verificare se fosse davvero così incredibilmente facile “bucare” il sistema. E lo è.
Lunedì 8 marzo siamo andati all’Ospedale Militare di Baggio insieme a una persona che si era iscritta per la vaccinazione senza avere alcun diritto.
Ovviamente, abbiamo rifiutato il vaccino, all’ultimo momento.
Ecco cosa è successo: vaccinazione accessibile grazie a un semplice link
Sabato sera, Federica, useremo questo nome di fantasia, pensava che quell’indirizzo Internet che aveva ricevuto sul suo telefonino fosse uno scherzo. Per curiosità era però entrata e si era prenotata. Poi, il giorno dopo, le era arrivata una mail di conferma. L’appuntamento era stato fissato per le 12 di lunedì. Una dose di Astrazeneca. Un po’ incredula.
“Ho fissato l’orario – ci ha raccontato – e tempo dieci minuti ho avuto la mail di conferma per andre il giorno 8 marzo alle 12.05 presso l’ospedale militare di Baggio. Non ci credevo fino in fondo ma quando sono arrivata qui, incredibilmente, ho verificato che ero davvero in lista!”
Decidiamo di accompagnarla per vedere se è tutto uno scherzo oppure no. Il militare in divisa mimetica ci accoglie con cortesia. Un cancello, un gabbiotto e più le due tende usate per le vaccinazioni. Federica dice il suo nome e cognome al soldato all’entrata e scopre di essere effettivamente sulla lista delle persone da vaccinare. Non le chiedono altro.
“Pensavo mi avrebbero chiesto chi sono, cosa faccio, se avessi diritto in quanto appartenente a una determinata categoria. Invece, niente”.
Nel modulo di prenotazione Federica non aveva messo nessun altro dato se non il nome, il cognome e il codice fiscale. Neppure all’entrata le chiedono un documento di identità, qualche cosa. Procediamo. Ci avviciniamo alle tende ed è in quel momento che spieghiamo a chi ci accompagna che in realtà noi non siamo lì per vaccinarci per solo per capire perché una persona che non ne ha diritto è stata inserita in quella lista. Parliamo con un colonnello che con grande gentilezza ci spiega che le liste sono costruite dall’Asst e che loro non hanno alcun modo per controllarle. Gli scappa che nei giorni precedenti aveva saputo che tra i vaccinati c’era stato un commercialista e uno studente che, secondo lui, non centravano nulla con il personale sanitario e socio sanitario che poteva accedere alla prima fase della campagna di vaccinazione. Ne aveva parlato con la direzione dell’Asst, ma non aveva avuto alcuna risposta. Prima di uscire dall’ospedale, il nome di Federica viene cancellato dalla lista. Però non è finita qui. Dopo qualche minuto, il telefono di Federica suona: è un’infermiera della struttura di vaccinazioni che si trova all’interno dell’ospedale. “Signora, ma non doveva farsi vaccinare?” chiede a Federica.
Questi i fatti.
Cosa dice l’Azienda socio sanitaria territoriale sulla “vaccinazione facile”
Abbiamo contattato il direttore sociosanitario della Asst, Giorgio Cattaneo, per chiedere se a lui risultasse l’accesso al vaccino di paersone che non ne hanno diritto.
Cattaneo ha ammesso l’esistenza di questi casi, nonostante i controlli effettuati.
Parla di un numero molto esiguo, “si contano sulle dita di una mano”, ma ha poi aggiunto che i controlli hanno trovato una media di tre casi alla settimana.
“Certo, ci sono dei controlli per verificare che il link non venga utilizzato da persone che non ne hanno il diritto. Ma sono controlli che possono essere bucati”.
Quindi, ricapitolando: migliaia di persone hanno avuto, avendone il diritto perché appartenenti alle categorie stabilite, il link per prenitare la vaccinazione. Ma quello stesso indirizzo poteva facilmente essere inviato ad altri.
“Il sistema di prenotazione è quello sì, i controlli li facciamo, i casi riscontrati di persone che sono venute senza averne diritto sono limitatissimi”, ci ha detto ancora Cattaneo. Ammettendo, di fatto, che il trucco per inserirsi nelle liste esiste ed è strettamente legato al sistema di prenotazione realizzato dalla Regione Lombardia.
Ma quanti sono quelli non scoperti? Non lo sappiamo. Potenzialmente migliaia. Di certo ai nostri microfoni sono arrivate altre testimonianze, di ascoltatori che hanno saputo, o addirittura verificato personalmente, proprio quel sistema di aggirare le priorità stabilite per vaccinarsi senza averne il diritto.
“Il link gira sulle chat di Whatsapp – dice al nostro Microfono Aperto Alessandro – e parlo di gruppi di quartiere, non di gruppi nascosti o riservati. Io ne ho visti il 22 febbraio”.
“Mi è arrivata una mail dalla scuola – racconta un’ascoltatrice – che diceva: clicca questo link e prenotati. Io l’ho fatto. Mi hanno chiesto solo i dati, sulla fiducia.”
E poi, ancora, la mail di Paola: “Confermo. Gli amici di mia figlia hanno ricevuto il link e ne hanno approfittato.”
Le reazioni politiche
L’inchiesta di Radio Popolare ha suscitato reazioni in Regione Lombardia. Dall’opposizione l’accusa a Fontana, Moratti e Bertolaso è di non essere in grado di gestire la campagna di vaccinazione.
“La realtà sta superando i più teribili incubi – ci dice Massimo De Rosa del Movimento 5 Stelle – Non c’è assolutamente nessuna organizzazione. E adesso scopriamo che persone che non hanno alcun diritto accedono alla vaccinazione senza alcun controllo. E’ emblematico del fatto che la parte teconologica è allo sbando e che la dirigenza non ha alcun controllo di quello che succede”.
“Stiamo chiedendo l’accesso agli atti – aggiunge Samuele Astuti, del Pd – ma spesso la Regione non ce lo consente. Torneremo alla carica su questa questione.”
Questo dunque il racconto, le testimonianze, le reazioni. Vedremo se Moratti, Fontana, o Bertolaso sapranno – e vorranno – spiegare quello che è successo e che abbiamo documentato. Di certo non è successo per caso. Non è il neo in un sistema che funziona. Al contrario: è una nuova dimostrazione della gestione fallimentare della campagna vaccinale da parte della Regione Lombardia.
Il commento di Vittorio Agnoletto, medico, nostro collaboratore autore di “37 e 2”
La Lombardia è in completo caos vaccini; la formidabile macchina da guerra di Bertolaso & Moratti, che avrebbe dovuto in pochi mesi garantire a tutti i cittadini lombardi il vaccino, è finita fuori strada alla prima curva.
Non sono ancora terminate le vaccinazioni del personale sanitario, che avrebbero dovuto concludersi entro il 23 febbraio, sono decine di migliaia gli ultraottantenni che non sono nemmeno stati convocati per la prima vaccinazione; i soggetti fragili, con gravi disabilità e patologie croniche, non sanno più a che santo rivolgersi per conoscere il proprio destino.
Nel frattempo, gira un link che permette di inserirsi nelle liste a chi non ne avrebbe, per ora, diritto; intanto possono vaccinarsi i professori universitari che, per qualche misteriosa ragione, vengono considerati categoria a rischio; ma i volontari, che gestiscono il dormitorio per i senza tetto, loro no, non possono vaccinarsi.
Novantenni ricevono a tarda sera un sms che li avvisa di presentarsi la mattina dopo a decine di chilometri di distanza da casa, altri presenti negli elenchi non vengono avvisati e la loro dose rimane inutilizzata; ma c’è anche chi, appena vaccinato, riceve un sms di presentarsi il giorno seguente per la vaccinazione.
I medici, che hanno dato la disponibilità ad eseguire le vaccinazioni a domicilio ai loro pazienti non autosufficienti, stanno ancora aspettando le istruzioni.
Intanto alcune grandi aziende, in nome del Pil e del loro profitto, chiedono di ricevere direttamente il vaccino da somministrare ai loro dipendenti e la regione annuncia un accordo con alcune strutture sanitarie private alle quali, dietro lauti compensi, sarà delegata una parte della campagna vaccinale.
Se qualche mago dispettoso avesse voluto fare uno sgarbo a Regione Lombardia e sabotare la campagna vaccinale, non sarebbe riuscito a fare nulla di meglio del caos autogenerato dalla stessa giunta Moratti.
Ma non è un gioco, anche questa volta il conto in vite umane rischia di essere molto salato.
La testimonianza di Federica