«L’uccello di fuoco / della mia mente malata, / questo passero grigio / che abita nel profondo / e col suo pigolio / sempre mi fa tremare / perché pare indifeso, / bisognoso d’amore, / qualche volta ha una voce / così tenera e nuova / che sotto il suo trionfo / detto la poesia». I versi di Alda Merini sembrano scritti per illuminare le ferie. Saremo molti a fare le vacanze, in tantissimi invece dovranno rinunciarvi. È cronaca e storia. La poesia ha il dono di rendere pensabile ciò di cui non ci s’accorge e che non si vuol neanche vedere; il canto accomuna. Il “pigolio indifeso” è di tutti. All’apparenza è di chi langue in carceri affollate dove ci si uccide tanto son mortificati vita e futuro. Ma appartiene anche a chi si crede forte, dotato, performante, compiaciuto di status, tono di voce, muscoli, appartenenze; un nulla, è il crollo. Sostare svela che la forza della debolezza è il paradosso umano. Il “bisogno d’amore” da noi fa sperare contro ogni speranza chi non può permettersi cure, casa, lavoro; se alziamo gli occhi: i bambini di Gaza e Kiev, i migranti che puntano all’Europa nonostante Cutro e un Governo che spende milioni per centri in Albania dove far ciò che non riesce in Italia. Chi ha “la mente malata”? Il poeta che senza Basaglia finiva in manicomio? Chi costruisce missili, droni, bombe al fosforo e guadagna miliardi? Chi non vuol vedere le complessità e “noi tireremo diritto”? Il “passero grigio” che si fa “uccello di fuoco” è l’immagine potente della trasformazione. Si cade, si sbaglia, ma ci si può rialzare. La fiaba russa cui rimanda L’uccello di fuoco di Stravinskij è lo scontro eterno tra forze del male e insopprimibile tensione al bene, tra un mago, Kašej simbolo del negativo che abita l’esistenza, creatura infernale che pietrifica uomini e imprigiona donne (eterni motivi: cuori di pietra e donne violate), e Ivan, principe che s’innamora e da una piuma dell’Uccello di Fuoco coglie la forza per distruggere i malefici. Mito, realtà, poesia: insieme fan vita! Basta un “passero grigio che abita nel profondo” e pigola. Tale esserino ha “voce tenera e nuova” che può cambiare noi e il mondo. Le vacanze servono a ricordarlo ogni giorno dell’anno.
Vacanze: passero grigio, uccello di fuoco
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Autore articolo
Marco Garzonio