Una generazione di nonni della Lombardia sta sparendo. Ancora niente analisi del tampone per ospiti e personale delle case di riposo in Lombardia, la Regione continua a farlo fare solo al personale sintomatico, magari a quindici chilometri dalla residenza che è il luogo di isolamento.
“L’ATS un po’ alla volta chiama i nostri operatori in malattia perché sintomatici e dal legnaese gli chiede di recarsi a Milano in zona Quarto Oggiaro per fare il tampone. Per gli altri dipendenti e ospiti niente”.
È la testimonianza di un dirigente di una casa di riposo, simile a quello di altri amministratori o direttori sanitari. Sono tutte simili e sconfortate, parlano di impotenza e di abbandono da parte della Regione Lombardia e delle sue Agenzie Territoriali per la Salute.
Sono sei settimane che RSA e ospedali sono tra i principali luoghi dove la pandemia si diffonde, e dove si muore. Eppure le Agenzie Territoriali per la Salute non danno sostegno e strumenti alle case di riposo per ridurre la diffusione del COVID-19.
Una generazione di genitori e nonni che in Lombardia sta sparendo quasi nell’abbandono. Quasi, perché il personale delle RSA ci sta provando in tutti i modi a non diventare positivo e a evitare che lo diventino gli ospiti. Ci sono lavoratori che di fatto si sono messi in isolamento dalla propria famiglia per evitare di essere contagiati o di contagiare.
A Lodi i morti nella Rsa sono stati cinquantadue su duecentocinquanta ospiti. Nella struttura di Quinzano d’Oglio, nella bassa bresciana, le vittime sono state trentatré su ottanta anziani. Nella vicina Barbariga ventidue su trentatré ospiti. A Coccaglio ventiquattro su ottanta. Nella provincia di Bergamo i responsabili delle Rsa dicono che seicento morti su seimilaquattrocento ospiti sarebbero riconducibili al coronavirus.
In Provincia di Pavia sono tante le situazioni a rischio. A Varzi ci sono stati venti morti, a Mortara ventidue. A Chiavenna, in provincia di Sondrio, sono stati sei i decessi di ospiti anziani.
Nella provincia di Milano ci sono Vanzago con dodici decessi e Mediglia, dove sono stati sessantadue morti su centocinquanta anziani ospitati. L’elenco è incompleto perché molto lungo e doloroso.
*ha collaborato Filippo Robbioni