Approfondimenti

Un ricordo del batterista nigeriano Tony Allen

Tony Allen

Correntemente considerato una creatura di Fela Kuti, in realtà l’afrobeat, da più di mezzo secolo a questa parte uno dei generi musicali più influenti a livello mondiale, ha avuto due padri: Fela Kuti, appunto, e Tony Allen, il batterista nigeriano mancato improvvisamente a Parigi giovedì 30 aprile, a 79 anni.

Negli anni cinquanta, alle soglie della grande stagione delle indipendenze del continente nero, in gran parte dell’Africa subsahariana in musica la spinta alla modernizzazione si esprime massicciamente facendo appello, non casualmente, ai generi che l’Africa ha in maniera decisiva contribuito a generare sull’altra sponda dell’Atlantico, e che hanno cambiato il volto musicale di tutto il pianeta: blues, jazz, musica afrocubana.

La scena musicale nigeriana è già allora ampiamente modernizzata, con un popolare genere urbano diffuso in tutta l’area, l’highlife, non privo di debiti nei confronti del jazz. Ma è appunto più direttamente al jazz che guarda Tony Allen, per andare oltre un highlife che trova troppo convenzionale. Nato a Lagos nel 1940, Tony Allen è affascinato dalla batteria, che nell’highlife però non ha grande spazio e che invece è profondamente caratteristica del jazz, dove Allen va via via a cercare i propri riferimenti: prima si entusiasma per il drumming spettacolare di Gene Krupa, poi avverte in Art Blakey una maggiore vicinanza all’Africa, infine scopre Max Roach, che gli apre nuovi orizzonti in particolare con il suo impiego dell’hi-hat, la coppia di piatti azionati da un pedale, una parte dello strumento che i batteristi nigeriani trascurano, e che consente invece di introdurre nelle formule ritmico-percussive maggiore elasticità e dinamismo.

Un po’ per volta Tony Allen mette insieme uno stile estremamente personale, che a cavallo fra highlife e jazz, combinando diversi schemi ritmici, fa di lui nel panorama nigeriano un batterista eterodosso. E’ proprio questa anomalia del drumming di Allen ad attirare l’attenzione di Fela Kuti, che, pur legatissimo al jazz, sta cercando di superare la propria devozione per i modelli americani nella direzione di qualcosa di più originale e di più congeniale al pubblico nigeriano.

Prodotto dell’incontro delle inedite soluzioni messe a punto da Allen con il carisma di Fela Kuti, con il suo talento di bandleader e con la sua sensibilità jazzistica applicata ad una nuova materia, l’afrobeat – che tiene conto anche della lezione del soul, diffuso in Nigeria anche in declinazioni locali – prende forma nel corso degli anni sessanta: praticato utilizzando larghe formazioni orchestrali forti di nutrite sezioni di fiati, inconfondibile nei suoi lunghissimi, epici brani di impianto reiterativo – tirati su ritmi incalzanti e ipnotici, combinando ritmi insistenti e lunghi assoli – spettacolare nell’impiego di stuoli di ballerine, incendiario nei contenuti protestatari e di denuncia, l’afrobeat fa epoca e si impone come una delle rappresentazioni più forti che la nuova Africa post-coloniale propone di sé.

Nella seconda metà degli anni settanta poi il sodalizio di Tony Allen con Kuti si esaurisce, e il batterista negli anni ottanta sceglie di trasferirsi in Europa, smarcandosi anche dalla spiccata connotazione politica impressa da Fela all’afrobeat. Eletto a proprio domicilio Parigi, nella capitale francese Allen ha prima vissuto il momento di grande trasporto di per la nuova musica africana, ma ne ha anche presto sperimentato il riflusso, per poi beneficiare, dalla fine degli anni novanta, dell’ampio fenomeno – emerso quasi in coincidenza con la morte di Fela – del revival dell’afrobeat che dura tutt’ora.

Rispetto alle asprezze dell’afrobeat degli anni ruggenti, quello che col suo singolare e sempre affascinante approccio ritmico Tony Allen ha poi animato è stato un afrobeat che indulgeva ad una maggiore morbidezza, complici l’influenza delle musiche africane e antillane di casa a Parigi, e la distanza che nella Ville lumière Allen ha volutamente preso dalla incandescente realtà di Lagos. Allen è stato poi definitivamente consacrato batterista di culto dalla sua partecipazione al gruppo The Good, the Bad & the Queen con Damon Albarn (ex Blur e Gorillaz), Simon Tong (ex chitarrista dei Verve), e Paul Simonon (ex bassista dei Clash).

Con Albarn nel 2014 Tony Allen in Go Back (compreso nel suo album Film of Life) aveva fatto riferimento al dramma dei migranti e a Lampedusa. Da poco è uscito (pubblicato dalla World Circuit) Rejoice, cointestato ad Allen e a Hugh Masekela, intenso dialogo del batterista nigeriano e del trombettista sudafricano (mancato nel 2018), un album ricavato da registrazioni effettuate a Londra nel 2010.

Non sono ancora chiare le cause della morte di Allen, che non sono però riconducibili al coronavirus: il suo agente Eric Trosset ha dichiarato di avergli parlato a metà giornata e di averlo trovato in piena forma; due ore dopo Allen ha accusato un malore ed è deceduto nell’ospedale parigino in cui era stato trasportato.

Foto dalla pagina Facebook di Tony Allen

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 04/03 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 04-03-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 04/03 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 04-03-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 04/03/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 04-03-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 04/03/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 04-03-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 04/03/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 04-03-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 04/03/2025

    Oggi a Cult: Enzo Monteleone e Mario Canale parlano del loro doc "Carlo Mazzacurati. Una certa idea di cinema"; Enrico Berardi e Nicola Borgesi, della compagnia Kepler-452, parlano di "A Place of Safety", ispirato al lavoro di soccorso della Sea-Watch5; Ottavia Piccolo in "Matteotti (anatomia di un fascismo)" di Stefano Massini all'Elfo Puccini; la rubrica ExtraCult a cura di Chawki Senouci...

    Cult - 04-03-2025

  • PlayStop

    Pubblica di martedì 04/03/2025

    Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori

    Pubblica - 04-03-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 04/03/2025

    Donald Trump e la svolta conservatrice della democrazia USA. A cura di Roberto Festa e Emanuele Valenti

    A come America - 04-03-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di martedì 04/03/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 04-03-2025

  • PlayStop

    GIORGIA LANDOLFO - SENZA SPEGNERE LA VOCE

    GIORGIA LANDOLFO - SENZA SPEGNERE LA VOCE - presentato da Anna Bredice

    Note dell’autore - 04-03-2025

  • PlayStop

    “SE NON LA PENSI COME ME…”: POLARIZZAZIONE, CONFLITTO, SCONTRO E LE DIFFERENZE

    Il voto giovanile in Germania e negli Usa ha dimostrato una forte polarizzazione tra maschi (AfD e Trump) e femmine (Linke e Harris). Secondo le analisi è un segno di vitalità e potenziale di cambiamento. In Italia è tutto più sfumato, anche a livello giovanile. La polarizzazione c’è ma sottotraccia, ceti sociali e cerchi di istruzione omogenei tendono a stare con i propri simili, il conflitto sembra un male. Al suo posto resta solo spazio per lo scontro. E’ utile in periodi di grandi cambiamenti? Ospiti: Vincenzo Emanuele, docente di Scienza Politica Università Luiss; Francesca Cucchiara, consigliera comunale dei Verdi a Milano; Giovanni Boccia Artieri, sociologo della comunicazione all’Università di Urbino. Condotta da Massimo Bacchetta, a cura di Massimo Alberti

    Tutto scorre - 04-03-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di martedì 04/03/2025

    Emanuele Valenti analizza le conseguenze della fine degli aiuti militari USA a Kiev annunciata nella notte da Trump, Zelensky dice di avere scorte per sei mesi ma le implicazioni sono più profonde. Mara Morini politologa dell’Università di Genova, esperta di Russia e mondo post-sovietico, traccia le condizioni russe per la pace e il rischio di una involuzione ulteriore nelle relazioni europee. Secondo il Ministero degli Interni sarebbero raddoppiati gli omicidi compiuti dai minorenni il commento e i dubbi del criminologo dell'Università Statale di Milano Roberto Cornelli che ricorda come siano stabili da dieci anni i reati dei minori e che il loro aumento c'è soltanto rispetto ai lockdown del Covid. Luisa Nannipieri ha incontrato pochi giorni fa Caroline Darian, la figlia di Gisèle Pelicot, che ha appena pubblicato in Italia con Utet "E ho smesso di chiamarti papà".

    Presto Presto – Interviste e analisi - 04-03-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di martedì 04/03/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 04-03-2025

Adesso in diretta