Inflazione vuol dire “gonfiatura”. L’accezione economica sui prezzi ha messo in ombra l’uso del termine in fenomeni psicologici individuali e sociali. Inflazionato è un Io che tende ad affermarsi dilatando i suoi confini sino a travolgere o eliminare chi incontra. Lo stesso va detto per il Noi visto come assieme di piccoli Io che si gonfia grazie al gruppo e alla sfrontatezza con cui comunica, agisce, preme su aggregazioni concorrenti e intera comunità. Il nostro Paese vive molte inflazioni psichiche. Alcuni esempi: la Premier “scrive la storia”; un vice parla di tutto meno che dei guai dei trasporti per curare i quali ha giurato; Ministri che la Procura vorrebbe mandare a processo e loro tirano diritto; sottosegretari a Istruzione che citano nazisti come esempi e a Sanità che esaltano le strutture private dove non si fan le code del pubblico. L’inflazione psichica rende chi ne soffre allergico all’informazione; intollerante verso l’esistenza di chi la pensa diversamente o svolge funzioni di controllo. Il governo Meloni-Salvini vuole il premierato per depotenziare il Presidente della Repubblica nata dalla Resistenza; cerca di ridurre i poteri della Corte dei Conti; vorrebbe una Magistratura sotto l’ala del Ministero per quanto riguarda l’accusa (l’esecutivo decide chi mandar sul banco degli imputati e chi proteggere) e in generale assecondi maggioranza e le leggi che fa. Chi ha vinto comanda: se ne facciano tutti una ragione; e zitti! L’inflazione psichica si regge su meccanismi interni a Io e Noi e su manipolazioni; spiccano vittimismo, sindrome d’accerchiamento, proiezioni. Chi soffre d’inflazione imputa gli insuccessi non a suoi errori bensì ad altri, congiure, egemonie pregresse; per reggere il gioco suo e dei sodali finisce per bullizzare chi si trova sulla strada con attacchi, intimidazioni, manganelli, minacce di carcere. Mi colpisce l’invettiva di Vasco Rossi ricordando il padre (2 anni di lager): «Non ci crederai, ma sono tornati, lupi travestiti da agnelli, bulli, arroganti e le facce ghignanti». Scrisse Brecht: «Che tempi sono questi in cui / un discorso sugli alberi è quasi un reato». Coraggio, i bulli si posson fermare. Ci vogliono progetti, umanità, libertà, polis. L’aurora vince il buio.
Un Paese bullizzato
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Autore articolo
Giacomo Casartelli