Approfondimenti

Un magistrato scomodo. Dalla parte dei più deboli

“Mi sento pronto per nuovi impegni, nuove sfide, pronto a mettere a disposizione le competenze che ho acquisito. Chi mi dice ora goditi la pensione, proprio non ha capito”.

Raffaele Guariniello, 74 anni, di cui oltre 40 passati alla Procura di Torino, parla con noi a poche ore dalla fine del 2015. Non ha aspettato il 31 dicembre, giorno della pensione, ma si è dimesso qualche giorno prima.

Poteva scegliere la strada dei cavilli, delle proroghe per rimanere ancora al suo posto, ma sono metodi che non gli appartengono.

Guariniello si è formato culturalmente con Alessandro Galante Garrone e Norberto Bobbio, i suoi maestri. Un magistrato scomodo, anche per questo non ha fatto carriera. Ha affrontato processi contro la Fiat, Eternit, Roche-Novartis, Thyssen Krupp, casi come il doping nel calcio o Stamina, per citare i più noti.

È stato spesso criticato per la sua esposizione mediatica, ma lui ha sempre tirato dritto, guardato alla sostanza, ai processi, cercando di tutelare chi subiva un’ingiustizia, e di far prendere coscienza all’opinione pubblica dei problemi del lavoro, dell’ambiente, della salute.

Il suo tono nella nostra conversazione è pacato ma determinato, soprattutto nel dire a Renzi che “allungare la prescrizione è una scorciatoia negativa, occorre invece velocizzare i processi, occorrono più risorse e una riorganizzazione della magistratura”. Poi tornando ai suoi processi dice:

“Porterò sempre nel mio cuore i volti dei familiari delle vittime di Thyssen e Eternit”.

Dottor Guariniello, fino all’ultimo giorno seduto alla sua scrivania in Procura?

Sì, sto cercando di finire alcune indagini delicate, un dovere verso le vittime, le parti lese. Questo è stato l’impegno di questi ultimi giorni.

Cosa l’ha spinta ad affrontare in quasi mezzo secolo da magistrato migliaia di indagini?

Non vorrei fare retorica, ma mi ha spinto l’idea, o se vuole l’illusione, di tutelare i più deboli, che a volte non sono necessariamente solo i poveri, ma tutti quelli che non riescono ad avere giustizia, e sono soli. Lei non sa quante lettere ho ricevuto in questi anni da persone che mi chiedevano aiuto.

Anche in questi giorni, in cui tutti sapevano che si era dimesso dalla Procura?

Sì, guardi ne ho una qui sul tavolo che dice: “dottor Guariniello anche se so che lei domani va via dalla Procura, potrebbe occuparsi del mio caso…”

Facciamo un passo indietro nel tempo. Un giovane pretore Guariniello affronta la sua prima indagine importante: quella sulla potente Fiat che schedava operai e delegati sindacali. Siamo nel 1970-71.

Sì, un’indagine che mi mise alla prova, ero assolutamente giovane e affrontavo un santuario come la Fiat che non era mai stato messo in discussione. E noi facemmo invece perquisizioni a sorpresa negli uffici della società e scoprimmo lo schedario con cui la Fiat di Valletta (allora presidente del gruppo, ndr ) segnava le tendenze politiche dei dipendenti. Non la presero bene, tanto che fui convocato dal procuratore capo della Repubblica che mi disse: “Guariniello l’hai combinata grossa”. Non fu certo un incoraggiamento nei miei confronti ma io andai avanti lo stesso.

E come finì?

Mi tolsero il processo a Torino per motivi di ordine pubblico e lo mandarono a Napoli. Devo dire però che i giudici napoletani furono bravi. La Fiat venne condannata in primo grado, poi in appello arrivò la prescrizione del reato. E lì conobbi per la prima volta (lo dice con una risata ironica, ndr) il significato della parola prescrizione.

Non fu facile nemmeno l’inchiesta sul doping nel calcio. Toccare il santuario del pallone provocò minacce, insulti verso di lei…

Sì, li misi nel conto ma non retrocessi di un centimetro nelle indagini. Ricordo anche gli striscioni allo stadio contro di me (si riferisce a quelli degli ultrà juventini allo Stadio delle Alpi che insultavano e accusavano Guariniello e Zeman di essere la “rovina del calcio”, ndr).

Veniamo al caso Eternit, il primo processo per disastro ambientale è stato prescritto. Per lei immagino sia stata una delusione.

Devo dire, con tutto il rispetto, che ci siamo trovati di fronte alla prescrizione decisa dalla Cassazione. Ora speriamo che nel processo Eternit-bis (quello per gli omicidi di 258 ex dipendenti per cancro da amianto, ndr) si vada davvero a una conclusione. Io sono fiducioso che il processo si svolgerà. Mi spiace molto che io non ci sarò, soprattutto per i familiari delle vittime.

Invece i momenti che ricorda con più soddisfazione?

Sicuramente nel 1971, dopo le perquisizioni alla Fiat per le schedature. Siamo usciti con in mano tutti quei documenti che le comprovavano. Erano prove schiaccianti e il nostro lavoro fu ineccepibile. Un altro ricordo è il processo alla Thyssen Krupp (l’incendio con la morte di 7 operai nel dicembre 2007, ndr). C’è stata una condanna a 9 anni e 8 mesi di carcere, una condanna così non si era mai vista e ha segnato un salto di qualità in questo tipo di processi sulla sicurezza del lavoro. Poi recentemente il caso Stamina dove, con mia grande soddisfazione, con la giustizia ha vinto anche la scienza.

Che messaggio vuole mandare ai giovani magistrati?

Ci vuole passione, il fuoco dentro, l’entusiasmo, uniti però allo studio continuo, a partire dalle sentenze penali della Cassazione. Più studi, più sei preparato, più sei efficace. Ma poi questi giovani vanno sostenuti, con un’organizzazione e mezzi adeguati. Invece devo dire che in questi ultimi tempi nel mondo della Giustizia ho notato disincanto. Si vive spesso questo mestiere senza entusiasmo in un contesto di scoraggiamento.

Provi a spiegarne i motivi…

Credo che la Giustizia sia in debito di risorse, di personale – che è sempre più anziano. C’è un problema di riorganizzazione, di velocizzazione dei processi, di metodi di indagine, di tecnologie. Le faccio un esempio: io sono rimasto molto colpito da un processo che ho fatto recentemente: quello di una ragazza di un call-center che ha perso la voce a forza di lavorare. Sa che il Tribunale (non per colpa sua) ha fissato il nuovo processo addirittura nel 2017?

Lei sta mandando un messaggio preciso al governo, a Renzi.

Sì, e non è solo una questione di più risorse: bisogna ripensare l’organizzazione della magistratura. Guardi, io leggo costantemente le sentenze della Cassazione e osservo che anche di fronte a fatti gravi, come disastri o infortuni sul lavoro, il reato c’è ma viene prescritto. E questo accade perché le indagini sono troppo lunghe, inadeguate.

Perché?

Perché, per esempio, noi abbiamo in Italia oltre 130 Procure, per lo più piccole, con tre-quattro magistrati, sicuramente bravi, ma non ce la fanno, mancano di esperienza e competenze per affrontare certi tipi di processi. Bisogna ripensare l’organizzazione complessiva. (Guariniello da tempo propone una super Procura nazionale sugli infortuni da lavoro e una per i reati ambientali. Questo vorrebbe dire condivisione di competenze e processi più rapidi, ndr)

E sulla prescrizione cosa pensa?

Risolvere il problema vero, quella della lunghezza del processo, con l’allungamento dei tempi di prescrizione del reato è negativo. Si può anche fare, ma è una soluzione che si adotta quando non c’è nient’altro. Invece bisogna puntare sulla velocizzazione dei processi e su più risorse.

Per esempio se vuoi che nei tribunali si facciano udienze anche al pomeriggio devi pagare gli straordinari. In altri paesi, penso agli Stati Uniti, dopo poco tempo vedi la sentenza. Questo da noi non avviene.

Ritorniamo in conclusione ai suoi processi, quali sono i volti, le storie che non dimenticherà?

Sicuramente quelli dei familiari delle vittime dell’Eternit e della Thyssen. Li porterò sempre nel mio cuore.

Lei lascia la Procura di Torino dopo oltre 40 anni. Come le piacerebbe essere ricordato?

Guardi, preferirei essere  ricordato per quello che farò nel futuro.

  • Autore articolo
    Piero Bosio
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio domenica 16/03 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 16-03-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve domenica 16/03 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 16-03-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 16/03/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 16-03-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 14/03/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 14-03-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Reggae Radio Station di domenica 16/03/2025

    A ritmo di Reggae Reggae Radio Station accompagna discretamente l’ascoltatore in un viaggio attraverso le svariate sonorità della Reggae Music e sicuramente contribuisce non poco alla diffusione della musica e della cultura reggae nel nostro paese. Ogni domenica dalle 23.45 fino alle 5.30 del lunedì mattina, conduce Vito War.

    Reggae Radio Station - 16-03-2025

  • PlayStop

    Prospettive Musicali di domenica 16/03/2025

    In onda dal 2001, Prospettive Musicali esplora espressioni musicali poco rappresentate. Non è un programma di genere, non è un programma di novità discografiche, non è un programma di classici dell’underground, non è un programma di gruppi emergenti. Ma è un po’ tutte queste cose mischiate insieme dal gusto personale dei conduttori. Ad alternarsi in onda e alla scelta delle musiche sono Gigi Longo e Fabio Barbieri, con un’incursione annuale di Alessandro Achilli che è stato uno storico conduttore del programma.

    Prospettive Musicali - 16-03-2025

  • PlayStop

    News della notte di domenica 16/03/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 16-03-2025

  • PlayStop

    La sacca del diavolo di domenica 16/03/2025

    “La sacca del diavolo. Settimanale radiodiffuso di musica, musica acustica, musica etnica, musica tradizionale popolare, di cultura popolare, dai paesi e dai popoli del mondo, prodotto e condotto in studio dal vostro bacicin…” Comincia così, praticamente da quando esiste Radio Popolare, la trasmissione di Giancarlo Nostrini. Ascoltare per credere. Ogni domenica dalle 21.30 alle 22.30.

    La sacca del diavolo - 16-03-2025

  • PlayStop

    Percorsi PerVersi di domenica 16/03/2025

    Poesie, liriche, sonetti, slam poetry, rime baciate, versi ermetici, poesie cantate. Ogni settimana Percorsi PerVersi incontra a Radio Popolare i poeti e li fa parlare di poesia. Percorriamo tutte le strade della parola poetica, da quella dei poeti laureati a quella dei poeti di strada e a quella – inedita – dei nostri ascoltatori.

    Percorsi PerVersi - 16-03-2025

  • PlayStop

    Bohmenica In di domenica 16/03/2025

    "Bohmenica In", curata da Gianpiero Kesten e co-condotta da Zeina Ayache, Gaia Grassi, Astrid Serughetti e Clarice Trombella, con ospite fisso Andrea Bellati, colonizza la domenica su Radio Popolare. Tra curiosità scientifiche e esistenziali, la squadra porta contributi settimanali come una famiglia allargata, condividendo idee e buon umore dalle 19.45 alle 21.00. La missione è divulgativa e d'infotainment, in uno spirito di condivisione e riflessione tipico della domenica.

    Bohmenica In! - 16-03-2025

  • PlayStop

    Mash-Up di domenica 16/03/2025

    Musica che si piglia perché non si somiglia. Ogni settimana un dj set tematico di musica e parole scelte da Piergiorgio Pardo in collaborazione con le ascoltatrici e gli ascoltatori di Radio Popolare. Mail: mischionepopolare@gmail.com

    Mash-Up - 16-03-2025

  • PlayStop

    Bollicine di domenica 16/03/2025

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 16, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 16-03-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di domenica 16/03/2025 - ore 17:00

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 16-03-2025

  • PlayStop

    Giocare col fuoco di domenica 16/03/2025

    Giocare col fuoco: storie, canzoni, poesie di e con Fabrizio Coppola Un contenitore di musica e letteratura senza alcuna preclusione di genere, né musicale né letterario. Ci muoveremo seguendo i percorsi segreti che legano le opere l’una all’altra, come a unire una serie di puntini immaginari su una mappa del tesoro. Memoir e saggi, fiction e non fiction, poesia (moltissima poesia), musica classica, folk, pop e r’n’r, mescolati insieme per provare a rimettere a fuoco la centralità dell’esperienza umana e del racconto che siamo in grado di farne.

    Giocare col fuoco - 16-03-2025

  • PlayStop

    La Pillola va giù di domenica 16/03/2025

    Una trasmissione settimanale  a cura di Anaïs Poirot-Gorse con in regia Nicola Mogno. Una trasmissione nata su Shareradio, webradio metropolitana milanese che cerca di ridare un spazio di parola a tutti i ragazzi dei centri di aggregazione giovanili di Milano con cui svolgiamo regolarmente laboratori radiofonici.

    La Pillola va giù - 16-03-2025

  • PlayStop

    Comizi d’amore di domenica 16/03/2025

    Quaranta minuti di musica e dialoghi cinematografici trasposti, isolati, destrutturati per creare nuove forme emotive di ascolto. Ogni domenica dalle 13.20 alle 14.00, a cura di Stefano Ghittoni.

    Comizi d’amore - 16-03-2025

Adesso in diretta