Per ora va avanti la discussione generale, ma dietro lo schermo degli interventi in aula si respira un clima di grandi sospetti. Il Pd non si fida dei Cinque Stelle e il movimento di Grillo ribatte che i problemi sono del Pd e che tutto sarà chiaro in aula. Intanto, fanno sapere che un disegno di legge impoverito non lo voteranno. Un avvertimento chiaro: se si annacqua troppo il punto sulle adozioni, nel tentativo di far rientrare tutte le divisioni della maggioranza, saranno i grillini a sfilarsi.
I toni però si alzano, al limite dell’attacco personale. Il direttore di Radio Maria, rivolto a Monica Cirinnà, è arrivato a minacciare: “Arriverà anche il funerale, il più lontano possibile, ma arriverà”. Nemmeno ai tempi del referendum sulla fecondazione assistita si erano utilizzate certe espressioni. E non è finita qui.
Con una manovra a tenaglia, si sono fatti sentire il ministro della Sanità Lorenzin e i pediatri. La prima fa appello alle donne perché si apra una discussione sull’adozione che, a suo parere, si traduce automaticamente nella “gestazione per altri” (il cosiddetto “utero in affitto”) e nell’eterologa. I pediatri, invitano a valutare le ricadute psicologiche sul bambino figlio di una coppia gay. I contrari all’adozione organizzano l’offensiva.
Nel Pd si cerca di ridurre al minimo il rischio dei voti segreti, i più ottimisti ne calcolano dieci, ma potrebbero essere molti di più e si tenta un punto di caduta, una mediazione sulle adozioni, per non rischiare di perdere troppi voti, nel caso quelli dei Cinque Stelle non fossero tutti a favore.