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Ucraina: Pace ora! Il manifesto per la pace promosso da Podemos

manifesto per la pace ANSA

Migliaia di firme, per ora, il conteggio viene aggiornato di ora in ora. Sono le adesioni al manifesto per la pace pubblicato in Spagna da Podemos, primo firmatario Noam Chomsky, per lanciare la conferenza europea per la Pace che si svolgerà a Madrid questo venerdì 22 aprile. A sottoscrivere l’appello cittadini spagnoli, ma anche italiani, francesi, inglesi. Chiedono pace, attraverso un cessate il fuoco immediato, l’abbandono del linguaggio belligerante di media e politici l’avvio di un negoziato di cui si facciano garanti le Nazioni Unite. E ancora: protezione per i civili in fuga e per quelli rimasti nelle zone di guerra, cancellazione del debito dell’Ucraina per permettere la ricostruzione.

L’idea è nata da una riunione informale, che si è svolta circa un mese fa, a cui, oltre a Podemos che l’ha convocata, erano presenti rappresentanti del blocco di Ezquierda dal Portogallo, Sinistra Italiana e Dema dall’Italia, Linke dalla Germania, France Insoumise e Partito comunista francese dalla Francia, Syriza dalla Grecia.

Ma l’obiettivo, spiegano gli organizzatori, è coinvolgere, al di là dei partiti organizzati, soggetti, individui, pacifismo di base da tutti i paesi europei. L’appuntamento è per venerdì all’Espacio Rastro di Madrid: due sessioni, una più propriamente spagnola, con rappresentanti del movimento della pace di quel paese, dalla lega delle donne per la pace all’Ican, la campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari.

Una, quella pomeridiana più internazionale, con interventi di tre minuti l’uno da tutta Europa. L’obiettivo è costruire nel breve periodo una mobilitazione dal basso internazionale e pacifista. Per aggiungere la propria adesione, anche solo ideale, si può firmare su manifiestoporlapaz.info. La giornata sarà trasmessa in streaming sul canale Youtube di Podemos.

La diretta della Conferenza Europa per la Pace a Madrid

Il manifesto per la Pace promosso da Podemos

Di seguito il Manifesto Per la Pace promosso da Podemos:

Gli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina sono stati devastanti: morte, distruzione e milioni di persone costrette a fuggire dalle loro case. Con l’intensificarsi della guerra, cresce il rischio di annientamento nucleare. Le conseguenze sociali ed economiche di questa guerra si fanno già sentire in Ucraina, in Russia e in tutto il mondo.

Per tutte queste ragioni, i partiti, le organizzazioni e gli individui sottoscritti chiedono:

Pace

Chiediamo un immediato cessate il fuoco e sosteniamo i negoziati per una pace piena e duratura. Le Nazioni Unite e gli altri organismi internazionali competenti dovrebbero essere pronti a garantire qualsiasi accordo.

Il presidente Zelensky ha delineato le due condizioni più essenziali per la pace: che le truppe russe invasori debbano ritirarsi dall’Ucraina e l’Ucraina diventi un paese neutrale. Esortiamo i governi e i media a mettere da parte ogni linguaggio belligerante e a promuovere e rafforzare il dialogo su questa base. L’escalation porterà solo a più spargimenti di sangue, spostamenti e danni economici inflitti a persone innocenti.

Asilo

Dobbiamo mostrare ospitalità e umanità a tutti coloro che fuggono dalla guerra con una politica di asilo che non sia condizionata dal paese di origine. È responsabilità dei governi e delle autorità pubbliche proteggere e garantire i diritti umani.

Sollecitiamo la protezione di tutti i civili che fuggono o rimangono nelle loro case, evacuazioni attraverso corridoi umanitari e garanzie di cibo e assistenza sanitaria.

Soccorso e ricostruzione

L’Ucraina avrà bisogno di sostegno per la ricostruzione. Chiediamo alle istituzioni internazionali di eliminare il debito dell’Ucraina e di impegnare risorse per sostenere lo sviluppo nazionale e popolare del paese.

Dobbiamo anche proteggere le persone dei paesi non combattenti che affrontano le conseguenze economiche di questa guerra, che sono destinate ad aumentare. Chiediamo ai governi di sostenere il tenore di vita, garantire i diritti sociali a tutti i cittadini e ridurre le disuguaglianze. È ora che le grandi fortune e le grandi imprese contribuiscano equamente alla società, affinché i redditi e i corpi della stragrande maggioranza non siano, ancora una volta, gravati dal costo di questa crisi.

  • Autore articolo
    Diana Santini
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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

    Clip - 18-04-2025

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    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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