L’audio della telefonata-tranello a Giorgia Meloni è un colpo della propaganda russa – del resto i due attori che l’hanno organizzato sono da sempre molto vicini al Cremlino.
Resta il fatto che il colpo è stato efficace e ha raggiunto i suoi obiettivi, rivelando le forti divisioni nell’Unione europea sulla questione dei migranti e la stanchezza degli stessi leader europei per la guerra in Ucraina.
Le divisioni Ue sui migranti in realtà erano già abbastanza note, ma non avevamo mai sentito Meloni attaccare così duramente Macron, accusandolo di essere indifferente ai flussi sull’Italia perché interessato soltanto all’uranio del Niger; né avevamo mai sentito la premier italiana dire con tanta nettezza che i capi di stato e di governo europei fanno orecchie da mercante quando lei cerca di contattarli per coinvolgerli nella gestione degli arrivi.
Anche sulla guerra in Ucraina da tempo si parla di una “stanchezza” europea, sempre però smentita dal dogma ufficiale, cioè “Aiuteremo Kiev finché ne avrà bisogno”.
La realtà è diversa, come sospettavamo, e la stessa iper-atlantista Meloni ha capito che la completa vittoria ucraina non ci sarà mai quindi bisogna trovare una soluzione accettabile da entrambe le parti per fermare la mattanza e le sue drammatiche conseguenze alimentari sui paesi più poveri.
Insomma, su tutte e due le questioni – immigrazione e Ucraina – Meloni al telefono ha detto cose vere – e diverse da quelle ufficiali.
Peccato che nel dirle così abbia fatto inconsapevolmente un favore a Putin, i cui uomini hanno organizzato il tranello.
Ma peccato, soprattutto, che non abbia mai avuto il coraggio di dirle a noi, cittadine e cittadine, in pubblico. Così: per verità, per trasparenza.
Foto | Ansa