L’Ucraina va al voto domenica 25 ottobre. La tornata elettorale, la terza dalle sollevazioni di piazza Maidan, è valida per le elezioni amministrative. Un test importante per il presidente Petro Poroshenko: il prossimo voto sarà quel del 2019, per le presidenziali.
È probabile che il 25 ottobre si confermi la distanza tra il governo di Kiev e i poteri locali, secondo osservatori internazionali. In generale la politica ucraina sprofonda: la popolazione considera sempre peggio i politici locali: secondo gli ultimi sondaggi citati sui media internazionali, il 70 per cento della popolazione ritiene che il Paese stia andando nella direzione sbagliata. I problemi soliti che affliggono Kiev almeno dai tempi del vecchio presidente Viktor Yanukovich. Primo tra tutti la corruzione.
Una situazione in cui pare rimetterci di più il presidente Petro Poroshenko: il 40 per cento degli elettori dichiara di disapprovare le sue politiche, il 54 per cento disapprova il governo, il 48 l’intero parlamento. Difficile risollevarsi con uno scetticismo così diffuso. Tra i partiti al top, secondo gli exit polls citati dall’istituto di ricerca Carnegie, torna quello della premier Yulia Timoshenkho e il Fronte del Popolo, coalizione in forte contrasto con Timoshenko, dovrebbe superare il 10 per cento dei consensi. Il Blocco di Poroshenko potrebbe avere qualche chance di farcela, nonostante tutto, anche se il Blocco di opposizione, partito più vicino ai filorussi di Yanukovich, pare agguerrito. Forte anche il partito della Fiducia in se stessi, guidato dal sindaco di Leopoli, Andriy Sadovyi.
Ad aggiungere complessità al già frammentato scacchiere politico, c’è l’impossibilità per la maggior parte degli 1,4 milioni di sfollati interni.
L’intervista di Emanuele Valenti a Danilo Elia, collaboratore di Osservatorio Balcani Caucaso