Il dato reale che più colpisce è quello dell’astensione. Il numero dei votanti è sceso rispetto alle precedenti comunali del 2011 da 673.185 a 550.194. In percentuale l’affluenza è passata dal 67,56% al 54,65%.
L’affluenza bassa ha penalizzato di più il centro sinistra. Giuliano Pisapia nel 2011 prese al primo turno 315.862 voti, il 48,04%, Giuseppe Sala ha preso 224.156 voti, il 41,69%: 91.706 voti in meno di Pisapia.
Per il candidato del centro destra Stefano Parisi il saldo negativo rispetto ai voti presi nel 2011 da Letizia Moratti è di 54.183 voti.
Il primo partito in città è il PD con il 28,97%, praticamente la stessa percentuale del 2011, ma perde in termini assoluti 24.618 voti. Se consideriamo l’ultimo voto in città, le elezioni europee del 2014, il tonfo è ancora più grosso: da 257.330 voti ai 145.933 di oggi, 111.397 voti in meno. Europee e comunali sono difficilmente comparabili, ma nel giro di due anni 111 mila persone non hanno rimesso la crocetta sul simbolo del PD.
Una parte di questi voti sono andati alle lista civica di Beppe Sala, che ottiene un buon risultato: 38.674 voti, pari al 7,67%. Difficile paragonare questa lista con il passato, se non sommando le due liste civiche che sostennero Pisapia nel 2011, 30.935 voti.
Mancano all’appello gli 8.165 voti dei Verdi, che oggi si sono divisi tra Sinistra X Milano, Pd e Radicali.
Sinistra X Milano, eredità di Sel e trainata dalla figura di Giuliano Pisapia, è andata male: 19.281 voti, il 3,82%. Nel 2011 Sel valeva da sola il 4,70, 28.016 voti. Il saldo negativo sarebbe di 8.735 voti. L’eredità arancione svanisce in questo magro risultato e il volto di Pisapia non è riuscito a riportare alle urne questa parte di suoi elettori. Quella che fu Sel, Sinistra Ecologia e Libertà, non avrà alcun rappresentante nel prossimo consiglio comunale ad eccezione dell’ex assessore Cristina Tajani, in rotta però con il partito dopo il sostegno dato a Sala alle primarie (entrano per Sinistra X Milano Filippo del Corno e, in caso di vittoria di Sala, Paolo Limonta).
Nella coalizione di centro sinistra “sparisce” anche l’Italia dei Valori, passata dal 2,54% allo 0,68%: 11 mila voti in meno, una parte di questi probabilmente finita al Movimento 5 Stelle.
La cosiddetta “sinistra-sinistra”, Milano in Comune di Basilio Rizzo, raccoglie lo stesso numero di voti di Sinistra X Pisapia nel 2011: il 3,28%. Tiene, assorbe in minima parte il voto anti-Sala, di cui si era parlato in campagna elettorale. Al candidato sindaco Basilio Rizzo vanno 19.143 voti, alla lista Milano in Comune 17.635. E’ stato un voto di testimonianza, una lista non in grado di interessare oltre i propri simpatizzanti.
Nel centro destra la comparazione con il 2011 è ancora più articolata, cinque anni fa c’era il Pdl, oggi frazionato tra Forza Italia, Ncd, Fratelli d’Italia.
Forza Italia è il primo partito della coalizione di centro destra, doppia la Lega di Salvini che non è decollata come alcuni si attendevano. Il Pdl nel 2011 collezionò 171.222 voti, oggi diviso tra i 101.802 voti di Forza Italia, i 15.803 di Milano Popolare di Maurizio Lupi e 12.197 di Fratelli d’Italia.
La lista civica di Stefano Parisi si ferma a 15.215 voti, 3,02%. Un risultato non brillante se consideriamo che a spendersi in prima persona come capolista è stato l’ex sindaco Gabriele Albertini, vero sponsor morale e ideale di Parisi.
In questo quadro Forza Italia perde voti rispetto al 2011 ma ne recupera 6.000 rispetto alla batosta delle europee 2014. Il dato politico è il doppiaggio della Lega, che sognava l’avvicinamento e si ritrova ancora lontana dal partito di Berlusconi.
L’effetto Salvini nella Lega non c’è stato: 59.313 voti oggi, 57.403 nel 2011. Un dato che rafforza la figura di Stefano Parisi e tiene sullo sfondo quella di Matteo Salvini.
Quanti elettori del Movimento 5 Stelle torneranno a votare al ballottaggio? E voteranno Sala o Parisi? Oggi i pentastellati valgono 52.376 voti, il 10,39%, un balzo a avanti naturale rispetto all’esordio di cinque anni fa dove si fermarono a quota 20.438, 3,43%.
I Radicali confermano i loro 10 mila voti.
Lo scenario in consiglio comunale
Se dovesse vincere Giuseppe Sala, senza apparentamenti, il consiglio comunale si dovrebbe comporre di: 22 consiglieri del Pd, 2 di Sinistra X Milano, 5 della lista civica Beppe Sala, 1 di Milano in Comune, 7 di Forza Italia, 5 della Lega Nord, 1 della lista civica Parisi, 1 della lista civica Milano Popolare, 4 del Movimento 5 Stelle.
Se dovesse vincere Stefano Parisi: 11 consiglieri del Pd, 2 della lista Beppe Sala, 1 di Sinistra X Milano, 1 di Milano in Comune, 4 del Movimento 5 Stelle. La maggioranza di centro destra potrebbe avere una ripartizione con 15 consiglieri di Forza Italia, 9 della Lega, 2 della lista Parisi, 2 della Lista Milano Popolare, 1 di Fratelli d’Italia.
I più votati a sinistra
Nel centro sinistra il recordman delle preferenze nel Pd è Pierfrancesco Majorino con 7.582 voti. Seguono gli altri assessori uscenti: Pierfrancesco Maran, 5.193 preferenze, Marco Granelli 3.183 e Carmela Rozza, 3.075. Bene anche l’ex consigliera Anna Scavuzzo, 2.216.
Nella lista civica Noi, Milano di Beppe Sala la più votata è stata l’ex assessore Cristina Tajani, 1.285 voti.
Sinistra X Milano porterà in consiglio l’ex assessore Filippo del Corno (1.950 voti) e in caso di vittoria del centro sinistra anche Paolo Limonta. All’interno di Sinistra X Milano sono diversi i candidati che hanno raggiunto un buon numero di preferenze, ma è mancato il voto di lista. Vedi qui.
Il più votato nella lista Milano in Comune è Luciano Muhlbauer, 1.464 voti. In consiglio comunale entrerà il candidato sindaco della lista Basilio Rizzo.