Non c’è solo la decontribuzione che di per sé è già un’enorme promessa: zero contributi alle aziende del Sud, se si assumono i giovani e i disoccupati da almeno sei mesi. Che in realtà è il prolungamento per il Sud degli sgravi totali previsti inizialmente nel Job Acts e che adesso non ci sono più.
Ma la valigia di Renzi nel suo viaggio referendario al Sud – dopo la Sicilia c’è anche la Sardegna – è piena di promesse. Di tutti i tipi, dal sostegno del governo al sindaco di Cinisi, anche con un esproprio, perché il casolare dove fu ucciso Peppino Impastato diventi un luogo di memoria, alla fine dei binari unici delle ferrovie siciliane. Per non parlare del G7 previsto a Taormina il prossimo anno.
E’ sulle infrastrutture che punta per colpire l’elettorato con effetti speciali: ritornato nel cassetto il progetto del ponte sullo Stretto, Renzi ora promette soldi per strade e ferrovie. Oggi ha inaugurato il cantiere di una galleria sulla Caltanissetta-Agrigento, e poi aeroporti, con nuove rotte su Comiso e Trapani, e infine il raddoppio dei binari delle ferrovie. Tutti progetti che dovrebbero, oltre che accelerare i tempi di percorrenza, creare nuovi posti di lavoro.
L’agenda di Renzi in questi anni è stata piena di grandi promesse, alcune realizzate, gli 80 euro e le unioni civili per esempio esempio, molte altre no.
Ma in questi tre mesi di campagna referendaria le promesse si sono intensificate da Nord a Sud, fino ad arrivare a una legge di stabilità che è stata soprannominata manovra referendaria per le misure un po’ a pioggia per tutti. Un primo passo c’è stato con la rottamazione delle cartelle esattoriali (non si cancellano le multe ma gli interessi di mora) contenuta nel decreto fiscale approvato oggi, ma è nelle mani del parlamento e della Commissione di Bruxelles, la quattordicesima per le pensioni minime e l’ape, cioè la pensione anticipata, anche se poi si è scoperto, che l’anticipo è condizionato all’ok delle banche.
E poi le promesse per il pubblico impiego e per le partite iva, due grandi serbatoi di voti, spesso scontenti del carico di tasse e del mancato aumento degli stipendi. Per 500mila partite iva Renzi ha promesso una misura di mille euro l’anno e per il pubblico impiego megaconcorsi per circa 10mila posti, in tutti i campi, dalla scuola agli ospedali. E sulla scuola, altra grande promessa di assunzione dei precari, l’inizio è stato traballante, con più insegnanti scontenti che soddisfatti.