E’stato uno degli attentati più sanguinosi degli ultimi mesi e il bilancio avrebbe potuto essere ancora più grave.
L’attacco suicida avvenuto sabato sera durante il ricevimento di un matrimonio curdo nella città di Gaziantep, vicino al confine con la Siria, destabilizza ancora di più la Turchia, ma, allo stesso tempo, con tutta probabilità renderà ancora più forte e stabile il regime di Recep Tayyip Erdogan.
I morti sono cinquanta, decine i feriti. La festa era quella di un membro del partito turco filocurdo Hdp. Gli sposi non sono fra le vittime, ma l’uomo è rimasto ferito. Lui e sua moglie erano arrivati a Gazantiep dal villaggio curdo di Siirt, più a est, per sfuggire agli scontri armati tra ribelli e militari.
Il presidente turco Erdogan ha accusato l’Is. Se così fosse, non sarebbe una novità assoluta. Attacchi di kamikaze di Daesh contro i curdi sul territorio turco si sono già registrati in passato. I curdi sono impegnati nella guerra in Siria contro il sedicente califfato.
Ma, questo attentato soprattutto rischia di rafforzare ancor di più proprio Recep Tayyip Erdogan. Almeno questa è l’analisi del giornalista Murat Cinar, intervistato da Radio Popolare.
“Gli attentati dell’Is, la guerra con il Pkk, lo scontro con Fethullah Gulen (culminato nel fallito golpe) sono tutti elementi utili ad alimentare la linea politica nazionalista e un poco paranoica che questo governo ha inaugurato da tempo – dice Cinar – Ora Erdogan ha gioco facile nel dire che la nazione si deve unire sotto la sua guida visto il numero e la pericolosità dei nemici che si trova di fronte”.
Per Murat Cinar è molto significativo anche un altro particolare. Il giorno prima della strage, la confederazione che comprende tutti i movimenti curdi aveva diffuso un comunicato con cui si diceva disponibile a dare vita a una ripresa del dialogo con il governo turco.
“Questo attentato però esclude qualsiasi possibilità di dialogo” – dice il giornalista turco.
Nel caos turco, Recep Tayyip Erdogan si rafforza sempre di più.