Ece è una giovane donna turca di sinistra che lavora nel mondo dello spettacolo. Nonostante le tante delusioni subite nelle precedenti elezioni e la situazione di estrema repressione dell’opposizione, questa volta è speranzosa. Secondo lei Erdogan è condannato a perdere queste elezioni, è evidente che il suo potere sta finendo, dice, lo si percepisce dalla sua faccia inespressiva, dalla debolezza dei suoi discorsi.
Fra le ragioni di questo ottimismo ci sono le numerose gaffes al limite del grottesco con cui Erdogan ha costellato la sua campagna elettorale e sulle quali i turchi hanno scatenato il loro spiccato senso dell’umorismo.
Ege me ne fa un lungo elenco: nel corso di un comizio Erdogan si dimentica il nome della città in cui si trova, Bingol, e si rivolge agli abitanti di un’altra, Diarbakir. Ospite di una trasmissione radiofonica, in risposta alle critiche che gli vengono rivolte dagli ascoltatori preoccupati per la crisi economica, va in confusione e rivendica che grazie al suo partito, nato 15 anni fa, nelle case dei turchi sono arrivati i frigoriferi e le cucine a gas. Immediatamente il web si è riempito di foto di case turche degli anni 60 pienamente fornite di elettrodomestici. Durante un altro comizio, mentre come di consueto sta ossessivamente interrompendo il suo principale avversario con l’appellativo “Signor Ince, Signor Ince”, si sbaglia e dice “Signor Erdogan”.
Ece crede molto nel successo di Muharrem Ince, il candidato del principale partito di opposizione: al contrario di Erdogan, che, continua, ha rovinato il paese in ogni aspetto – economia, istruzione, informazione – ed ha diviso la Turchia, il suo avversario sta avendo la capacità di riunificarlo.
Effettivamente mai come in questo momento il fronte dell’opposizione è stato cosi unito e conciliante fra le sue diverse parti. Ece, come tanti turchi, ha bisogno di sentirsi dire che questo paese ce la può fare a risollevarsi grazie ai suoi giovani, alle sue bellezze e alla sua incredibile diversità, che è una ricchezza, non un limite. E soprattutto ha bisogno di parole di pace e riconciliazione da opporre a quelle di odio e rancore usate da Erdogan.