A Bruxelles, al vertice informale dei capi di stato e di governo Europei, il tema in agenda è la difesa. Ma oggi è stato anche il primo incontro dei leader dopo l’annuncio di Donald Trump di voler imporrre i dazi anche alle merci del Vecchio Continente. Impossibile ignorare l’affondo, alla ricerca di una risposta.
Le prime parole forti della giornata sono arrivate da Macron e Scholz. “Siamo pronti a rispondere ai dazi con altri dazi”, ha tuonato il cancelliere tedesco. “L’Europa dovrà farsi rispettare e reagire”, ha calcato ancor più i toni il presidente francese. Curiosamente a non parlare è stata Ursula Von der Leyen. Curiosamente, perché la Commissione è l’unica titolata a trattare per tutti in tema di commercio. E probabilmente una trattativa con Washington è già cominciata, magari proponendo delle contropartite: ad esempio per acquistare più gas dagli Stati Uniti, oppure più armi. A Bruxelles Giorgia Meloni cerca di accreditarsi come possibile ponte con Trump. Ammesso e non concesso che il capo della Casa Bianca ne abbia biosgno: in questo momento più che trovare sponde in Europa, sembra andare dritto verso un altro obiettivo, un obiettivo politico prima ancora che economico: dividerla, l’Europa. E trattare – semmai – da posizione di supremazia con i singoli Stati. Rischia di aver gioco facile: di fronte, Trump lo sa, non ha un’Europa politica. Ma una somma di governi, alcuni in crisi di consenso, altri già in scia con il trumpismo.