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La nave di Penelope

Dad, prove Invalsi e altri mostri marini

Lo immaginavamo, ce lo confermavano i docenti. Ora abbiamo le prove: con la pandemia si diplomano studenti meno preparati dei loro predecessori.

Questa volta l’assist a capire meglio ce lo danno le prove Invalsi. Prove contestate proprio per essere standard, per non tenere conto del contesto. Ma questa volta la loro scarsa flessibilità ci aiuta. Perché l’ultimo è stato svolto nel 2019 e questo è il primo test pandemico, dopo un anno e mezzo di Dad, aperture e chiusure, restrizioni, problemi vari.

I risultati parlano chiaro: uno studente su due alle superiori è impreparato. I ragazzi che non arrivano a risultati adeguati in italiano sono il 44 per cento, in matematica il 51 per cento. Entrambi i dati salgono di 9 punti percentuali rispetto al 2019. C’è un peggioramento anche alle medie. Restano, invece, stabili i risultati degli alunni delle elementari. Del resto sono anche quelli che hanno subito meno la didattica a distanza.

Ma c’è un altro dato preoccupante da considerare: la dispersione scolastica implicita è ora al 9,5 per cento: sale di 2,5 punti percentuali rispetto al 2019. Di cosa stiamo parlando? Degli studenti che si diplomano senza avere le competenze fondamentali. Insomma preparati quanto gli studenti del biennio o, peggio, quanto quelli delle medie.

Tutti i dati peggiorano in alcune regioni del Sud. Quello sulla dispersione implicita, in alcune regioni, arriva anche a percentuali a doppia cifra.

Al di là del giudizio di merito sull’efficacia di questi test standard e contestati dal mondo della scuola, possiamo trovare qui alcune conferme.

La prima è che la Dad non si sostituisce in maniera efficace alla didattica in presenza, non solo per la crescita personale e legata alla dimensione relazionale degli studenti, ma anche dal punto di vista della preparazione.

La seconda è che la Dad ha accentuato le differenze socio-economiche-culturali. E laddove la scuola non è riuscita a colmarle – garantendo l’accesso agli strumenti, alla connessione e abbattendo gli ostacoli – si sono accentuate anche le differenze a livello di preparazione e di accesso al sapere. Differenze di preparazione che rischiano di creare un divario anche nelle prospettive di inserimento nella società.

E questo ci fa capire una cosa. Questi risultati non sono una sconfitta per gli studenti che hanno registrato risultati insoddisfacenti. Sono una sconfitta per tutto il Paese.

Un monito per i presidenti di regioni come la Puglia e la Campania, dove le scuole sono rimaste a chiuso più a lungo, anche quando le indicazioni nazionali consentivano un rientro, anche parziale. O per l’operosa Lombardia, dove si è stati ben troppo solerti a chiudere le scuole, privilegiando i lavoratori agli studenti. Perché del resto la scuola non produce.

Ma che sia un monito anche per tutti noi. Non possiamo più voltarci dall’altra parte, credendo che lasciare gli studenti a casa limiti i contagi e che questo non produca conseguenze.

  • Claudia Zanella

    Sono nata a Milano nel 1987. Ma è più il tempo che ho passato in viaggio, che all’ombra della Madonnina. Sono laureata in Filosofia e ho sempre una citazione di Nietzsche nel taschino. Mi piacciono tante cose ma, se devo scegliere tra le mie passioni quali sono quelle che più parlano di me, direi: la Spagna, il rock e il giornalismo. Dopo averci vissuto, Madrid è la mia città d’elezione; il rock scandisce il mio ritmo di vita e venero le mie chitarre come oggetti magici; infine, fare la giornalista soddisfa il mio impulso alla Jessica Fletcher di voler sempre vedere chiaro e poi raccontare. Ho lavorato per cinque anni per La Repubblica, come cronista e responsabile del settore “Educazione e scuola” a Milano. Cofondatrice del progetto di storytelling su Milano ai tempi del coronavirus: “Orange is the new Milano”. Sono approdata a Radio Popolare nel 2019, occupandomi di un po’ di tutto, ma mantenendo sempre un occhio vigile sul mondo della scuola.

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La scuola non serve a nulla

ESTATOUR –

Tournée, vacanze, banchi a rotelle e altre facezie

Dunque: l’estate è arrivata, le Olimpiadi cominceranno, gli Europei son finiti, la pandemia non lo sappiamo, L’Italia ha battuto l’Inghilterra, Berrettini ha perso con Djokovic, Dio è morto, il M5S pure e neanche io mi sento tanto bene. E però dovrò recuperar le forze, perché in questo inizio di “Estate pandemica 2: la riscossa” succedono almeno altre due cose:

1) Il mio compleanno. Cioè: sono già passati un po’ di giorni… sono nato il 3 luglio, che è anche il giorno in cui sono morti Brian Jones e Jim Morrison, cosa che è bastata a convincermi della teoria per cui la mia nascita ha di certo avuto la funzione simbolica di riportare in pari il tasso di figaggine e trasgressione sul pianeta, in un ideale bilanciamento a somma zero. Teoria che ho leggermente rivisto quando ho saputo che il 3 Luglio è anche il giorno della morte del creatore di Fantozzi, Paolo Villaggio… per cui forse è meglio tornare ai nati, come me, in questo stesso giorno: be’, ci sono Franz Kafka, Suor Germana e Walter Veltroni. Ma anche Tom Cruise: e che volete dirgli, a costui, nato il 3, per aver girato un film dal titolo “Nato il 4 Luglio”? Certo, poteva chiamarlo semplicemente “Nato il giorno dopo”; un po’ come se Renzi facesse girare un film autobiografico sulla sua vita e lo intitolasse “Nato a Santo Stefano”. Ma non finisce qui: il 3 luglio 2005 in Spagna entra in vigore la legge sui matrimoni omosessuali, il 3 Luglio 2009 nasce il Partito Comunista Italiano (quello di Marco Rizzo, che avete capito), e se non vi raccapezzate più in tutto questo avanti e indietro nel tempo, beh, consolatevi, è normale: il 3 Luglio 1985 è anche il giorno in cui esce in America “Ritorno al futuro”.

2) Mi comincia anche la tournée di tre miei spettacoli “LA SCUOLA NON SERVE A NULLA 2.0: dalla Buona Scuola alla Dad”, “TROVATA UNA SEGA!: Racconto su Livorno, Modigliani e lo scherzo del Secolo dell’ Estate 1984”, e “COMEDIAN”. E sì, questa settimana voglio usare il blog soltanto con uno scopo ignobilmente promozionale. Ma ogni amo ha bisogno di un’esca: bene, ecco allora in omaggio un esilarante aneddoto relativo al primo di questi tre, “La Scuola non serve a nulla 2.0”. Per questo spettacolo (la cui tournée in realtà è già iniziata a giugno, quindi sarei già alla quinta data), uso in scena un banco a rotelle, di quelli arrivati nelle scuole sotto il Ministero di Azzolina. Ma siccome è un costo in più portarlo in giro per l’Italia, la produzione ha suggerito di provare a chiedere su piazza di volta in volta, all’organizzazione del mio spettacolo, di reperirlo in loco, cercando di recuperarlo da qualche scuola vicina al luogo dove recito. Idea che mi sembrava poco realizzabile: per esperienza so che, giustamente, le scuole sono molto attente e gelose del loro arredo, spesso risicato. Ebbene, per i banchi a rotelle, nelle date passate ma so già pure in quelle future, nessunissimo problema a trovarli subito, anche più di uno. Cioè: le scuole te li tirano dietro. Quindi che non si dica, per cortesia, che questi banchi non sono serviti a nulla e che giacciono ammassati in palestra: sono stati prestati all’Antonello Taurino quando è arrivato in città col suo spettacolo. E qui in basso le date e dettagli:

 

“LA SCUOLA NON SERVE A NULLA 2.0”:

 

– 16 Luglio 2021: CUTROFIANO (LE) 

Crita Festival delle Arti 2021, Piazzale Aziendale Fratelli Colì, Via della Ceramica 2. Ore 21.

– 18 Luglio: MOLFETTA (BA)

Le Macerie Baracche Ribelli, Via degli Agricoltori. Ore 21.30

– 6 Agosto 2021: CASTIGLION DELLA PESCAIA (GR)

Comune di Castiglione della Pescaia, Diaccia Botrona, Via Casa Rossa Ximenes. Ore 21

– 8 Agosto 2021: COPERTINO (LE)

Estate e Copertino, Piazza Castello, Ore 21.

 

 

COMEDIAN:

 

– 19 Settembre 2021: BIANDRONNO (VA)

Bosco Segreto, Pista Ciclabile Km. 14,5, ore 16,

 

TROVATA UNA SEGA!:

 

– 21 Luglio 2021: PUTIGNANO (BA)

Teatro d’Estate, IMAKE, Macello della Cultura, Via Santa Caterina da Siena. Ore 21

– 23 Luglio 2021: LEVERANO (LE)

Teatro Comunale di Leverano, Convento dei Frati Minori, Via Leuca 1. Ore 21

– 27 Luglio 2021: MAGLIE (LE)

Festival “Chiari di Luna”, Villa Tamborino, Atrio interno, Via Roma 76, ore 21.15

– 2 Agosto 2021: ALTAVALLE (TN)

Festival “Contavalle”, Fraz. Grauno, Altavalle. Ore 21.

 

Vi aspetto!

  • Antonello Taurino

    Docente, attore, comico, formatore: in confronto a lui, Don Chisciotte è uno pratico. Nato a Lecce, laurea in Lettere e diploma in Conservatorio, nel 2005 si trasferisce a Milano. Consegue il Diploma di attore nel Master triennale SAT 2005-2008 del M° J. Alschitz e partecipa a Zelig dal 2003 al 2019. Si esibisce anche inglese all’estero con il suo spettacolo di Stand-up, Comedian. Attualmente è in tournèe con i suoi spettacoli (non tutti la stessa sera): Miles Gloriosus (2011), Trovata una Sega! (2014), La Scuola non serve a nulla (2016) e Sono bravo con la lingua (2020). La mattina si diverte ancora tanto ad insegnare alle Medie. Non prende mai gli ascensori.

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Genova per me (per noi)

Avviso a lettrici e lettori. Questo NON è un post che vuole analizzare o raccontare i fatti di Genova venti anni dopo.

Se cercate analisi raffinate, punti di vista interessanti, vi consiglio (tra i tanti ottimi libri usciti negli anni sul tema) “Genova per chi non c’era”, a cura di Angelo Miotto (edizioni Altreconomia), la ristampa de “L’eclisse della democrazia” di Vittorio Agnoletto e Lorenzo Guadagnucci (Feltrinelli editore), “Genova nome per nome”, di Carlo Gubitosa (Terre di Mezzo editore) o ancora “Nessun rimorso” di Zero Calcare (Feltrinelli editore).

Questo è un post di pancia e cuore (e un pochino di cervello). Un post che prova a spiegare cosa Genova (inteso ovviamente il G8 di Genova) mi ha lasciato.

Di sicuro mi ha lasciato una ferita profonda. Avevo 26 anni allora, ed ero convinto, come chiunque abbia partecipato alle manifestazioni di quei giorni, che avremmo cambiato il mondo. E che avevamo ragione. Sull’avere ragione ne sono ancora straconvinto. Sulla possibilità che avremmo cambiato il mondo, a posteriori, forse un po’ meno. Ma ci avremmo (ci abbiamo) provato. La ferita profonda riguarda il fatto che non ce lo hanno permesso, con manganelli e violenza.

Genova mi ha lasciato il fatto che da venti anni a questa parte ogni volta che sento il rumore di pale di elicottero mi viene la tachicardia.

Genova mi ha lasciato il fatto che dopo quei giorni non ho più visto nemmeno l’embrione di un movimento così vasto, così imponente, così inclusivo, capace di mettere seriamente in dubbio le basi della società capitalista.

Genova mi ha lasciato nelle nari l’odore dei lacrimogeni (che avevo già sentito e che ho risentito molte altre volte in futuro).

Genova mi ha lasciato la convinzione che non puoi essere l’anima bella che va in piazza senza sapersi difendere, e che nella battaglia contro il potere sia necessario essere capaci di rispondere alla violenza.

Genova ha lasciato a molti la convinzione che non vale la pena impegnarsi in politica, e ha convinto molti a rinchiudersi nel privato. Non a me. A me Genova ha lasciato la convinzione che l’impegno politico (nell’accezione più ampia del termine) non si riesce ad abbandonare.

Così come Genova mi ha lasciato la certezza che in questo cammino non sarò mai solo. Perché Genova mi ha lasciato Anna, Giacomo, Roberto, Claudia, Nicola, Cristina, Denni, Caterina, Francesca, Michele (sì, pure Michele), Manuel, Andrea e altr* ancora. Amic* (compagn*) che in questi vent’anni non hanno mai mollato. Qualcun* è diventato sindacalista, qualcuno educatore, qualcuna maestra (precaria). Qualcuno alcolizzato e qualcuna ambientalista. Qualcuna fotografa e qualcuno medico. Uno giornalista. Con un denominatore comune: in qualsiasi campo hanno (abbiamo) portato quello che Genova ci ha lasciato. Il dubbio sul fatto che il mondo si possa cambiare in una volta sola. La certezza che un pezzo alla volta si può cambiare.

  • Alessandro Braga

    Classe 1975. Giornalista professionista, prima di approdare a Radio Popolare ha collaborato per anni col Manifesto. Appassionato di politica, prova anche (compatibilmente col tempo a disposizione) a farla

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Urlando furiosa

“Si parte, si torna insieme!”

Ed ecco che sui giornali  si parla ancora dei No tav.
Certo! 
Ma solo perchè c’è stata un’azione di sabotaggio al cantiere Tav di Chiomonte.
Si legge che la Digos indaga per trovare gli autori del gesto. 
Si sottolinea la presenza di un cartello le cui scritte, fanno sapere gli arguti osservatori, sono state fatte con un normografo.
Ed ecco che i No tav vengono ancora una volta descritti come pericolosi, cattivi, e inizia l’ennesima persecuzione.
Pare che la Digos stia indagando su tutti i possessori di normografi, stencil e addirittura viene visto come sovversiva anche la pratica del découpage.
Attenzione bambini della Val Susa nascondete i pastelli a cera potrebbe arrivarvi un ordine di comparizione in tribunale.
Peccato che questi giornalisti non si rechino mai in Valle, peccato che nessuno di loro racconti ogni giorno cosa accade veramente.
Una repressione continua, mirata, fatta di gesti meschini e vigliacchi.
Peccato che sulle pagine dei quotidiani settimana scorsa non sia stato pubblicato un articolo su Dana Lauriola alla quale è stato negato anche il permesso di andare a ritirare una targa donata dalla Sezione Anpi Foresto Bussoleno Chianocco.
Peccato che non si parli di Nicoletta Dosio ancora chiamata a processo per le sue idee e la sua determinazione.
Peccato che non si parli abbastanza dei lacrimogeni sparati ad altezza uomo, che hanno deturpato volti e lasciato i segni sui pacifici manifestanti.
Peccato che non siano pubblicati ogni giorno gli elenchi di tutte le violazioni compiute dalle forze dell’ordine che riescono indisturbati a dipingere raccapriccianti nature morte.
Ho conosciuto molte persone del movimento, le amo, imparo da loro ogni volta che le incontro.
Mi colpiscono i loro occhi, che non hanno rassegnazione, non hanno paura, hanno ancora la gioia di chi sa che non c’è il tempo per essere stanchi.
Questa lotta felice è un bosco umano, è linfa per una valle mutilata.
Peccato che le informazioni che passano sulle grandi testate non siano mai frutto di una conoscenza profonda non solo dei fatti ma anche delle persone.
Scrivere di qualcuno o di qualcosa dovrebbe contenere in sé il dovere di comprendere e non solo di informare?
Se io non fossi mai stata a Bussoleno, se non mi fossi seduta a tavola alla Credenza, se non avessi portato in quella valle i miei spettacoli per essere solidale non avrei mai capito nulla di questa Resistenza. 
Eppure ciò che avviene in Val Susa riguarda tutte e tutti noi.
Ci riguarda perchè ha a che fare con le nostre montagne, ha a che fare con i diritti umani, ha a che fare con il nostro compito di rimanere attenti e accorti affinché la storia di donne e uomini che stanno difendendo un patrimonio dell’umanità non venga distorta, non sia spezzata.

A sarà düra! (scritta realizzata con il normografo)
  • Rita Pelusio

    Attrice e regista, nei suoi lavori con la drammaturgia di Domenico Ferrari utilizzano il linguaggio dell’arte comica per affrontare tematiche sociali e civili. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche. E’ amica di Radiopopolare con la quale si sveglia ogni mattina.

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Mia cara Olympe

Wembley e il calcio delle ‘signorine’

A me il calcio piace.  Mi piace da quando mio padre, fortunato genitore di tre femmine, decise di portarmi allo stadio, scegliendo me tra le figlie. Ho condiviso con lui un’infinità di domeniche pomeriggio che cominciavano un paio d’ore prima della partita  – si andava presto e si lasciava la macchina lontano per evitare l’ingorgo all’uscita e non perdere la voce di Sandro Ciotti – e finivano a casa con la cioccolata calda, il secondo tempo di una partita di serie A – noi militavamo coraggiosamente tra B e C – e la malinconia del lunedì che si approssimava. Molti anni dopo, per una partita decisiva della Reggina per la promozione in A, ho preso un aereo e sono scappata allo stadio: mio padre non c’era più e volevo esserci io. In serie A, quella volta, ci siamo andati, ma non rimasti.

Poi mi piace e mi commuove vedere la Nazionale quando gioca in paesi di forte emigrazione italiana: a Londra, come sarà domani per la finale con l’Inghilterra, a Monaco com’è stato in questi campionati europei. Guardo i tifosi soffrire sugli spalti e penso alle loro vite e mi vengono in mente cose che non condivido del tutto: come sa di sale lo pane altrui, le radici e via dicendo. I miei figli mi prendono in giro e dicono che mi commuovo per i giovani broker della finanza pieni di soldi, pensando che siano parte del nuovo proletariato globale sradicato dal capitalismo cattivo. Sono cinici.

Il calcio mi piace tutto: quello ‘grande’ dei campioni – geometrie, velocità, pathos – e quello dei piccoli all’oratorio o dei ragazzi al campetto. In questo sono stata contagiata dalla felicità di mio figlio ogniqualvolta tocca un pallone: ha cominciato a quattro anni e non ha smesso. L’ultimo ricordo di Londra, prima della pandemia, è la sua partita con gli altri ragazzi dell’Inter club in un campo sotto un enorme cavalcavia. C’era un pezzo di mondo lì, vedi paragrafo precedente: loro vincevano e se le davano con i francesi del club del Paris Saint Germain, accanto c’era un accesissimo match tra sudamericani.

Il calcio a un certo punto mi ha stancato: ce n’era troppo, troppa enfasi, troppa televisione, troppo ne parlavano, persino a distanza, i maschi di casa, e poi tutto quel che sappiamo, troppi soldi, schifezze varie, insomma basta. Niente stadio da molti anni, solo qualche occhiata distratta alle partite in tv, meglio una serie, un libro, un’altra stanza.

E poi, invece, sono arrivate le ragazze. Due anni fa, ai mondiali. Sara Gama, Barbara Bonansea, la loro straordinaria allenatrice Milena Bartolini. Ricordate che bella impresa, che gioco, che intelligenza, che misura dentro e fuori dal campo. E io mi sono innamorata di nuovo e ho tifato di nuovo. Ho riscoperto una passione, che regalo. E  a Wembley, come tanti, soffrirò, penserò al pane altrui e mi commuoverò. (Forse persino sentendo l’inno, ma farò finta di niente.)

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Assunta Sarlo

    Calabromilanese, femminista, da decenni giornalista, scrivo e faccio giornali (finché ci sono). In curriculum Ansa, il manifesto, Diario, il mensile E, Prima Comunicazione, Io Donna e il magazine culturale cultweek.com. Un paio di libri: ‘Dove batte il cuore delle donne? Voto e partecipazione politica in Italia’ con Francesca Zajczyk, e ‘Ciao amore ciao. Storie di ragazzi con la valigia e di genitori a distanza’. Di questioni di genere mi occupo per lavoro e per attivismo. Sono grata e affezionata a molte donne, Olympe de Gouges cui è dedicato questo blog è una di loro.

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    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 18-03-2025

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    La trasmissione di musica brasiliana di Radio Popolare in onda dal 1995! Da nord a sud, da est ad ovest e anche quella prodotta in giro per il mondo: il Brasile musicale di ieri, di oggi e qualche volta di domani... Ogni martedì dalle 23.00 alle 24.00, a cura di Monica Paes. Potrete anche, come sempre, scaricare i podcast e sentirla quando e quante volte volete... https://www.facebook.com/groups/avenidabrasil.radio/ https://www.facebook.com/avenidabrasil.radio/

    Avenida Brasil - 18-03-2025

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    News della notte di martedì 18/03/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 18-03-2025

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    Un mezzo di trasporto specializzato in viaggi del tempo musicali, per intercettare le frequenze di dischi storici o di nicchie sfigatissime, attraverso gli occhi della “generazione boh”. Tutti i martedì dalle 21:30, a cura di Luca Santoro. IG: @lucaa.santoro

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    Tutti in classe di martedì 18/03/2025

    a cura di Alex Corlazzoli e Lara Pipitone

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    L'Orizzonte delle Venti di martedì 18/03/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 18-03-2025

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    Verità per Fausto e Iaio, 47 anni dopo. In via Mancinelli l’appello di Familiari e amici

    Quarantasette anni fa venivano uccisi Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, Fausto e Iaio. I due giovani militanti del centro sociale Leoncavallo erano in via Mancinelli, a Milano, quando si trovarono davanti tre uomini che gli spararono. Iaio morì immediatamente, Fausto in ospedale, dove era arrivano già in gravissime condizioni. Come ogni anno i Familiari e amici di Fausto e Iaio si sono ritrovati in via Mancinelli per ricordarli. Un anniversario, quest'anno, che s'intreccia con la riapertura delle indagini da parte della procura di Milano, dopo le sollecitazioni arrivate dal consiglio comunale. Indagini che finora non hanno portato a novità. Ivano Vallese è il presidente dell'associazione Familiari e amici di Fausto e Iaio.

    Clip - 18-03-2025

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    Esteri di martedì 18/03/2025

    1) La guerra a Gaza è ricominciata. Israele questa notte ha rotto unilateralmente il cessate il fuoco. In meno di 24 ore oltre 400 persone sono state uccise. E’ stato uno degli attacchi più brutali da novembre del 2023. (Claire Nicolet - MSF, Mohammad, Lucia Capuzzi - Avvenire) 2) Trump e Putin si parlano al telefono. In una telefonata di oltre due ore e mezza i due leader hanno discusso della possibilità di una tregua di trenta giorni in ucraina. (Roberto Festa) 3) La Francia prepara i francesi alla guerra. Il governo annuncia che verrà distribuito un manuale di sopravvivenza in caso di attacco. (Francesco Giorgini) 4) Spagna, a 5 anni dall’esplosione della pandemia da Covid, il paese torna a fare i conti con una delle pagine più nere di quei mesi. Un documentario riaccende il caso degli anziani lasciati morire nelle case di riposo. (Giulio Maria Piantadosi) 5) Rubrica sportiva. Indice alla tempia e mano sulla bocca. Con la sua esultanza Cedric Bakambu rompe il silenzio sul Congo. (Luca Parena)

    Esteri - 18-03-2025

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    Poveri ma belli di martedì 18/03/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

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    Playground di martedì 18/03/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

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    Willie Peyote e il suo nuovo disco "Sulla Riva del Fiume"

    Willie Peyote è uscito con "Sulla Riva del Fiume", un disco con un percorso partito da lontano e che si è andato compiendosi sotto i nostri occhi un pezzetto alla volta, di palco in palco, di brano in brano. Ora, reduce dal secondo Sanremo, torna nei nostri studi per fare un po' il punto su questo suo lavoro, e sul suo momento artistico e personale, in un'intervista a cura di Matteo Villaci andata in onda oggi a Jack.

    Clip - 18-03-2025

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