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The Italian Job

They Don’t Know What They’re Talking About

There’s this issue, which also came up yesterday with president Meloni, about the risks that migrants face when they leave, and she asks the relatives and survivors of Cutro: “Don’t you know how dangerous it is?”

Piantedosi had already done it, even more rudely and stupidly, and now even the premier does it.

The problem with these people – Meloni, Piantedosi, and many others – is that unfortunately they talk about things they don’t know, about conditions they don’t know, which are those of departure.

They have never traveled except in five or six-star hotels in big cities, they have never seen villages where if your only goat dies from drought, you will also die of hunger, they have never slept in the mud with bombs exploding around them, they have never seen with their own eyes the places of the world of pure despair, of slavery, of sixteen hours a day at the loom in a basement in exchange for a bowl of rice, of a life that is not worth living, and so yes, it can be put at risk because as it is, it is worthless.

No one is obliged to live for a month in an African village where there is no more water or food, okay, no one is obliged to sleep at least one night in a Calcutta slum, on a sidewalk in Addis Ababa, in the port of Sihanoukville.

But perhaps it would be useful, to understand at least what we’re talking about, what they’re talking about.

  • Alessandro Gilioli

    Nato a Milano nel 1962, laureato in Filosofia alla Statale. Giornalista dai primi anni 80, ho iniziato a Rp da ragazzo poi ho girato per diversi decenni tra quotidiani, settimanali e mensili. Ho scritto alcuni libri di politica, reportage e condizioni di lavoro, per gli editori più diversi. Tornato felicemente a Radio Popolare dall'inizio del 2021.

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L'Ambrosiano

Due donne

Giorgia è la donna, Elly è il femminile. Giorgia comanda in un mondo di maschi. Elly ha messo a nudo l’Anima, il femminile che è anche nell’uomo. Il mondo di Giorgia è rigido, ingabbiato in ruoli e gerarchie, domestico, scontato. L’universo di Elly è magmatico, imprevedibile, fluido. Nel primo sono assegnati i pesi dei poteri. Nel secondo l’Anima innesca processi, libera energie, forse creatività. La meta di Giorgia è un monumento alla conservazione. Elly destruttura. Il governo di Giorgia è di maschi. Quello di Elly, lo vedremo a giorni nei nomi, sembra prescindere dal genere delle persone che metterà in squadra. Passata una settimana Giorgia appare sola da quando ha fatto irruzione sulla scena Elly. Questa, pur nella sua individualità spiccata, presenta le caratteristiche di una figura simbolica: segno di contraddizione attrae e può respingere, punta a unire gli opposti. Giorgia ed Elly: due donne la cui contrapposizione è nei fatti e determinerà il futuro prossimo del Paese: ma anche dell’Europa e per alcuni versi della Chiesa. Anche questa è spiazzata dalla compresenza Giorgia ed Elly: un bel busillis la dinamica tra femminile e donna, tra creatività (che è profezia, pace, sinodalità) e gestione del potere (che è dare qualche incarico anche a donne per sopravvivenza). Le prime schermaglie rivelano quanto lo scontro Giorgia/Elly sia asimmetrico. Giorgia sente la rivalità. Ha già fatto il primo scivolone: ha approfittato dell’8 marzo per usare la bandiera dell’avversaria: «Non si sono accorti che stavamo arrivando», salvo poi rivelare la logica delle poltrone: una donna ai vertici d’una partecipata di Stato. Elly sembra vivere la contesa su un piano “altro”. Nelle stesse ore ha accusato Giorgia di essere scappata dal Parlamento, mentre da premier avrebbe dovuto esser lì con Piantedosi e Salvini a rispondere della catena di comando, invece di preparare il Consiglio dei Ministri spot a Cutro. De Benedetti, duro, definisce Giorgia una “portavoce” di interessi e poteri. Salvini animale politico ha intuito il rischio Schlein e la butta in caciara coi decreti sicurezza: il maschio rivendica il bastone del comando. Giorgia abbozza per ora. Aspettiamo Elly.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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The Italian Job

Cutro Massacre: Piantedosi’s Inadequacy Exposed

There was no need to see the relatives of the victims in tears holding a sit-in outside the funeral home to understand the complete inadequacy of Minister Piantedosi.

There was no need because since February 27th, Piantedosi has been making a series of missteps, first accusing the parents of the deceased children of being irresponsible, then blabbering that migrants should not leave because Italy will pick them up, and finally attempting to justify the Cutro massacre in Parliament with an impressive and culpable string of lies and omissions.

Therefore, what happened in Crotone was not necessary to understand how out of place the Prefect at the Ministry of the Interior is, and yet what happened yesterday was incredible. The minister decided unilaterally to transfer all the bodies to Bologna, with trucks ready to transport the coffins – like in Bergamo during the Covid-19 pandemic. The relatives of the victims sat on the ground in the square protesting, shouting and crying. Someone in Rome perhaps warned Piantedosi that he was making yet another mistake, and then suddenly, they changed their minds: the bodies now stay in Crotone, and then we will see.

Today, Piantedosi is forced to return to the scene of the crime in Cutro, where, to put a media patch on the tragedy, Meloni has decided to convene the government.

Here, the minister has only one way to leave that yellow building with dignity: to apologize for everything, admitting that he does not have the ability and humanity to perform the role he was accidentally elevated to, returning to dealing with paperwork in a prefecture, or better yet, retiring altogether.

  • Alessandro Gilioli

    Nato a Milano nel 1962, laureato in Filosofia alla Statale. Giornalista dai primi anni 80, ho iniziato a Rp da ragazzo poi ho girato per diversi decenni tra quotidiani, settimanali e mensili. Ho scritto alcuni libri di politica, reportage e condizioni di lavoro, per gli editori più diversi. Tornato felicemente a Radio Popolare dall'inizio del 2021.

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The Italian Job

What does the Bergamo investigation on Corona tell us for sure?

The investigation by the prosecutor’s office in Bergamo on the management of Corona from the beginning of February to 8 March 2020 is still ongoing, and it is yet to be determined if any crimes have been committed and by whom.

However, there is a clear political fact emerging from the investigation that does not involve crimes but rather a political judgment.

The investigation highlights the heavy pressure exerted by some big entrepreneurs and their organizations to prioritize profit over health.

While it was already known that there were public statements by Bonomi and regional presidents of Confindustria in this regard, what emerged from the investigation is that these entrepreneurs were exerting their influence through direct and private messages and phone calls to political figures.

This is not a matter of errors, underestimations, or lack of preparedness; it was an ideological position that put profit ahead of health and life.

Their crusade continued even after March 8, with requests to include as many productive categories as possible in the so-called “essential” industries, until they obtained the derogation that only required self-certification to be defined as “essential.”

The political fact is that we had, and unfortunately still have, a largely irresponsible, foolish, and short-sighted entrepreneurial class that prioritizes profit over public health.

The only way to contain the economic damage caused by the pandemic was by containing the disease, and there was no real long-term advantage to sending people to work during the peak of the epidemic.

“The stock market is collapsing,” shouted the economic powers in those days. But 15 months later, it had already returned to pre-Covid levels. Meanwhile, none of the people who died to save the stock market had returned to their families after 15 months.

  • Alessandro Gilioli

    Nato a Milano nel 1962, laureato in Filosofia alla Statale. Giornalista dai primi anni 80, ho iniziato a Rp da ragazzo poi ho girato per diversi decenni tra quotidiani, settimanali e mensili. Ho scritto alcuni libri di politica, reportage e condizioni di lavoro, per gli editori più diversi. Tornato felicemente a Radio Popolare dall'inizio del 2021.

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Mia cara Olympe

8 marzo, penso a te, mia cara Olympe e alle altre

Penso a te, mia cara Olympe, che sei stata tra le prime e così lucida e così coraggiosa. Penso al tuo ‘Uomo, dimmi. Chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso?’.

Penso alle donne, alle bambine, alle mamme che sono morte poco lontano dalla spiaggia di Cutro e a quelle che si sono salvate. A quelle che sono andate a cercarle, a quelle che le hanno aiutate. Un nome per tutte, Torpekay Amarkhel, giornalista afgana, morta anche lei.

Penso a Masha Amini e a tutte le altre iraniane e allo slogan bellissimo ‘Donna, vita , libertà’ che le porta in piazza e che ha fatto da traino anche agli altri, agli uomini.

Penso al mio Pantheon di donne, a quanto mi ha dato, e so che per fortuna è affollato e aumenta sempre: le scrittrici, le poete – penso a Patrizia Cavalli e a Szymborska –  le attrici, le artiste, tutte quelle che hanno pensato, lottato, cambiato.

Penso che ‘Le nuotatrici’ sia un bellissimo film e che vedere una donna che nuota mi ha sempre dato una sensazione straordinaria di potenza e libertà.

Penso al coraggio delle donne in guerra, alle ucraine che sono scappate con i figli, a quelle che  poi sono tornate indietro perché la vita si può strappare fino ad un certo punto. E rivolevano la loro.

Penso che mi piacerebbe che le donne fossero più spettinate. E che avessero una stanza tutta per sé.

Penso alle raccoglitrici di olive e alle gelsominaie calabresi degli anni Cinquanta, le ho viste qui e qui.

Penso alle mie amiche, alle donne della mia famiglia che è una famiglia di tante donne molto diverse tra loro, alle tante con cui ho fatto cose, – manifestazioni, seminari, documenti, riunioni, libri, giornali ma anche parmigiane di melanzane, risate e discorsi mai finiti.

Penso che le donne dovrebbero disubbidire di più, dovrebbero curare la tristezza con la cioccolata – e non stare perennemente a dieta – e ridere in faccia ai passanti. (Grazie sempre Marina Cvetaeva).

Penso a mia figlia, alla scommessa delle ragazze e sono piena di orgoglio per loro.

Penso a mio figlio e spero di essere stata una buona madre di un maschio. E’ importante.

Penso che oggi si litiga tra i femminismi su tanti temi, e penso che anche il conflitto più necessario vada esercitato con intelligenza e cura reciproca.

Penso a mia madre che non c’è più e mi ha consegnato molte cose preziose, il gusto del pensare con la propria testa, ma anche i fiori e il Mitsouko.

Penso alle porte chiuse in faccia e a quelle aperte o tenute socchiuse, a forza, perché entri  almeno un po’ di speranza nei momenti bui. Le donne lo sanno fare.

Penso a me che invecchio, che un po’ mi odio e un po’ mi faccio tenerezza. Ma penso che è stato sempre così.

Penso ai numeri, a me piacciono: dicono i numeri che ci sono tanti gap da superare, che i diritti delle donne arretrano, che ci vogliono più di 130 anni per raggiungere la parità di genere, che le donne trovano mille ostacoli: a vivere, a lavorare, a studiare, a fare figli e a non farli, ad essere come vogliono,  a decidere, a comandare. E che anche tutto questo è molto diseguale e la differenza la fanno i passaporti, i soldi, la parte del mondo in cui nasci.  Dicono anche che le donne sono dappertutto, però.

Penso a Jacky Fleming  e alle sue donnine che si recuperano l’una con l’altra dalla pattumiera della storia in cui gli uomini le hanno cacciate.

Penso con invidia a chi sa ricamare, tessere, cucire. (Quando sei triste, usa le mani. O prendi un libro).

Penso che forse non avrei dovuto mettere in fila questi pensieri disordinati e forse un po’ retorici, ma  sentirmi parte di questa catena lunghissima e solida di donne mi dà forza e fa del mio 8 marzo, un giorno di gratitudine: per quelle prima, per quelle accanto, per quelle che cammineranno dopo.

 

 

 

 

 

  • Assunta Sarlo

    Calabromilanese, femminista, da decenni giornalista, scrivo e faccio giornali (finché ci sono). In curriculum Ansa, il manifesto, Diario, il mensile E, Prima Comunicazione, Io Donna e il magazine culturale cultweek.com. Un paio di libri: ‘Dove batte il cuore delle donne? Voto e partecipazione politica in Italia’ con Francesca Zajczyk, e ‘Ciao amore ciao. Storie di ragazzi con la valigia e di genitori a distanza’. Di questioni di genere mi occupo per lavoro e per attivismo. Sono grata e affezionata a molte donne, Olympe de Gouges cui è dedicato questo blog è una di loro.

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    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 21-01-2025

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    Esteri di martedì 21/01/2025

    1) La tregua a Gaza, la guerra in Cisgiordania. Netanyahu annuncia una vasta operazione militare a Jenin “e non finisce qui”, dice il premier israeliano. L’operazione arriva poche ore dopo il cambio della guardia alla Casa Bianca. (Ahamd Odeh da Jenin, Chiara Cruciati - Il Manifesto) 2) L’era Trump è iniziata. Il nuovo presidente statunitense firma una raffica di ordini esecutivi e dichiara lo stato di emergenza al confine sud. Le conseguenze sono già evidenti: lo zar di confine annuncia che i raid contro i migranti partono oggi. (Roberto Festa) 3) I giornali cinesi reagiscono al discorso inaugurale di Trump. Pechino apprezza i torni moderati nei suoi confronti e la decisione su TikTok. (Gabriele Battaglia) 4) Leonard Peltier torna a casa. Joe Biden commuta la pena dell’attivista per i diritti dei nativi americani in carcere da mezzo secolo. (Claudio Agostoni) 5) Spagna, torna il caso Juana Rivas, che ha scatenato un conflitto di competenza tra la magistratura italiana e quella spagnola. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Denis Law, il re del grande Manchester United (Luca Parena)

    Esteri - 21-01-2025

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    Nooo, prendi me!

    quando ritroviamo la preziosa consulenza legale di Norma De Cavillis, chiamiamo il popolo di Poveri ma Belli alla prenotazione di un posto in auditorium per la presentazione del fumetto Piantagioni, la sewra del 23 gennaio e infine dedichiamo un microfono aperto a discriminare l'ascolto attraverso il collocamento sopra o sotto la soglia dello stipendio lordo medio appena comunicato dall'Istat

    Poveri ma belli - 21-01-2025

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    Rider derubato durante una consegna. Le piattaforme ignorano il problema in aumento

    Picchiato e derubato durante una consegna. Un rider di 57 anni, originario del Pakistan, è stato aggredito con calci, pugni e derubato del cellulare in via Preneste, zona San Siro a Milano. Il rider aspettava il cliente per completare una consegna di cibo a domicilio. Gli aggressori, un uomo e una donna seconda la ricostruzione della polizia, si sono allontanati. È il secondo caso in pochi giorni di aggressioni subite a Milano da rider. Un lavoro che presenta dei fattori di rischio su cui le piattaforme digitali non sono interessate a intervenire. L'intervista ad Andrea Bacchin, della Nidil Cgil di Milano.

    Clip - 21-01-2025

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    Doppio Click di martedì 21/01/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 21-01-2025

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    Vieni con me di martedì 21/01/2025

    Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!! Sarà infatti partendo dalla storia che ci raccontano gli oggetti più curiosi che arriveremo a scoprire eventi, iniziative od occasioni a tema. Eh sì, perché poi..ci si incontra pure, altrimenti che gusto c’è? Okay ma dove, quando e poi …con chi!?! Semplice, tu Vieni con me! Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30, in onda su Radio Popolare. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa, un oggetto particolare o proporti come espert* (design, modernariato o una nicchia specifica di cui sai proprio tutto!!) scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni

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    Playground di martedì 21/01/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 21-01-2025

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    M¥SS KETA torna a Radio Pop

    Oggi a Jack, Matteo Villaci e Piergiorgio Pardo hanno intervistato l'iconica Myss Keta. La cantante ha presentato “.”, il suo terzo album, uscito il 17 gennaio. La Myss ha spiegato come questo disco rappresenti proprio un Punto di svolta nella sua cariera e nella sua vita. Un album intenso, essenziale e diretto, che affronta temi attuali con ironia e profondità.

    Clip - 21-01-2025

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