Ambrosianeum e Geawey promuovono un Pellegrinaggio di solidarietà a Gerusalemme dal 18 al 21 marzo. Pensare d’andare in Terra Santa «per una preghiera di intercessione e di pace» mentre spirano venti cupi di guerra è non arrendersi a: cupio dissolvi delle armi, impotenza delle diplomazie, logica di schieramenti culturali e geopolitici, simmetrie della memoria, calcoli del “a pro di chi” e “chi te lo fa fare”. Recarsi nella Città Santa alle tre religioni monoteiste da pellegrini (l’uomo in perenne cammino) è realismo e insieme rifiuto dell’ineluttabilità del male. Niente potrà esser riportato ad integrum come nulla fosse successo: le orrende violenze di Hamas del 7 ottobre; le reazioni muscolari di Netanyahu; i 23 mila morti a Gaza e quelli in Cisgiordania; i patimenti di ostaggi e famiglie; delegittimazione di Onu e Ong; rischi di contagi per altre guerre. Ma a Gerusalemme sinagoghe, chiese, moschee, strade e mura pongon domande a chi le accosta con animo sgombro e non offrono risposte facili e scontate; son pietre vive di speranza contro ogni speranza, semi di vita, spinte a rialzarsi in tensioni secolari. Pregare sul Sion fa cader maschere e proiezioni. Chi prega Dio mette a nudo l’hỳbris dell’uomo: insolenze, tracotanze, prevaricazioni, pervicaci sopravvalutazioni delle forze. Pregare è riconoscersi fragili ma non impotenti, cattivi ma non predestinati al buio, bisognosi di cambiare a partire da sé. Dalla Città Santa spira l’essenza della tradizione biblica: nell’istante in cui l’Architetto del mondo disse «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza» capì che plasmava una creatura totalmente libera, capace grazie allo spirito che lui infondeva in quell’essere plasmato dalla terra di rinnegare lo stesso artefice, bestemmiarlo, volgere al male bellezza, armonia, bene che lui Creatore aveva sognato per uomo e universo rimediando al caos originario. Andare a pregare dove i figli di Abramo han radici di senso è affidarsi al “silenzio energia”, per dirla con André Neher, alla fonte della Creazione, al Bene. Ascoltare silenzio e Parola, raccolti in sé e in comunione con altri aiuta a capire ciò che parrebbe sfuggire alla comprensione. L’inizio d’una svolta, almeno nei cuori!
Pellegrini
-
Marco Garzonio
Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.