Programmi

blog

Liberi tutti

È arrivata la sinistra che parla come Pillon

E improvvisamente nel magico mondo della sinistra lombarda, da delle belle ma anche belli addormentati nel bosco, scoppia una voglia forsennata di provare a fermare il DDL Zan.
Quanto deve essere stato lungo il sonno
di questi che per mesi pur in presenza di un testo già stranoto e votato dalla Camera dei Deputati, non hanno mai pensato di fare comunella e proprio in questi giorni che solo casualmente sono decisivi per il futuro della legge, se ne escono con un appello per rivedere tutto?

Il contenuto dell’appello dite?
Nulla che non potrebbe stare comodamente nella bocca di Pillon o della Meloni.
L’idea che quei perfidi omosessuali si infilino nelle scuole per fare propaganda alla gestazione per altri, che ovviamente le belle e i belli addormentati nel bosco chiamano “utero in affitto” che fa più scena e sfina e l’insopprimibile orticaria all’idea che ci sia un riconoscimento anche all’identità di genere.
Come si permettono delle donne trans di voler essere considerate donne?

È questa la qualità del documento che gira in rete e che vede firme di gente che se la racconta pure d’essere progressista.
Un documento di una disonestà intellettuale che leva il fiato.
Almeno in certi ambienti di destra sono meno ipocriti e te la dicono chiara.
Non avete diritto a nessuna tutela in più.
Invece le belle e i belli addormentati nel bosco che popolano il variegato mondo della sinistra giocano a fare i Conte Mascetti sulla nostra pelle.
Delle supercazzole più dolorose dei pugni che riceviamo per strada se ci teniamo per mano.

 

  • Luca Paladini

    Nato a Milano 51 anni. Unito civilmente con un altro Luca. Fondatore e Portavoce del Movimento de I Sentinelli di Milano. Movimento che si batte contro ogni forma di discriminazione. Collabora con il quotidiano online TPI

ALTRO DAL BLOGVedi tutti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

Politica leggera

Diciamocelo: la pandemia ha esaltato la nostra ipocrisia e il nostro cinismo

Il Premier britannico Boris Johnson ha dichiarato che ci saranno nuove aperture in Gran Bretagna ma, ha aggiunto, i cittadini devono sapere che aumenteranno i malati, i ricoveri e i morti.

Ce lo immaginiamo, in Italia, un politico che affermasse una cosa del genere? Verrebbe immediatamente crocefisso in sala mensa. Additato da tutti come un mostro, si trasformerebbe nel perfetto parafulmine per tutte le tensioni che attraversano il paese.

Eppure Johnson si è semplicemente comportato in maniera razionale e ha detto la verità: si chiedono le riaperture, le riaperture hanno un prezzo e il prezzo è in vite umane.

Noi invece ci rifiutiamo di affrontare la nostra ipocrisia, preferendo bollare come cinismo la fredda logica di oltremanica.

I britannici riaprono, certo, ma dopo 40milioni di vaccinazioni e le curve in netta flessione. E soprattutto i britannici riaprono consapevoli delle conseguenze che si dovranno sopportare. Gli italiani vorrebbero sempre più riaprire, senza che però si trovi nessuno disposto ad assumersene la responsabilità.

E questo non è solo un problema etico, o di stile, ma è un concretissimo problema politico. Perché se nessuno si assume la responsabilità delle proprie azioni, chiunque potrà serenamente continuare a fare propaganda, senza timori.

Salvini bombarda tutti i giorni, la destra è per il liberi tutti e anche nel Partito Democratico si rinforzano le posizioni, per fare un esempio, dei presidenti di regione che sono allineati ai colleghi leghisti e di Forza Italia.

I medici ospedalieri hanno lanciato l’ennesimo allarme perché le terapie intensive sono troppo piene e il numero di contagiati ancora troppo alto ma tanto, è il messaggio che arriva dai politici italiani, chi se ne frega, quello che conta è l’umore delle persone, quello che conta sono i consensi.

Si dirà che è così ovunque. Falso. In Germania, la cancelliera Angela Merkel sottrae ai Lander potere decisionale e annuncia nuove strette a causa della gravità della situazione. Nei Paesi Bassi il premier Mark Rutte annuncia che le riaperture andranno rinviate perché i numeri non lo consentono.

Merkel e Rutte sono due leader conservatori. Da noi, ce lo immaginiamo? Che domanda stupida: certo, che non ce lo immaginiamo. Da noi, la cancelliera tedesca e il premier olandese sarebbero stati considerati due poveri fessi, e non avrebbero mai fatto carriera politica

  • Luigi Ambrosio

    Vorrei scrivere di mille cose e un giorno lo farò. Per ora scrivo di politica. Cercare di renderla una cosa umana è difficile, ma ci provo. Caposervizio a Radio Popolare, la frequento da un po' ma la passione non diminuisce mai

ALTRO DAL BLOGVedi tutti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

In alto a sinistra

Non di priorità, ma di civiltà #2

Il primo post di questo blog si intitolava “Non di priorità, ma di civiltà”. Parlava di antifascismo e della necessità, più per un gesto di civiltà che di priorità (anche se personalmente ritengo la questione prioritaria), di approvare una legge che metta fuorilegge e punisca chi fa propaganda neofascista (anche attraverso i social network o con gadget).

Assistere al dibattito nel consiglio regionale lombardo sulla proposta di legge a firma del consigliere del Movimento5stelle Simone Verni, che prevede pene per i reati a sfondo omotransfobico, mi ha fatto pensare alla stessa cosa: che l’approvazione di una legge di questo tipo sia un fatto di civiltà per la nostra società. Che poi la discussione era semplicemente su che cosa intenda fare Regione Lombardia per contrastare i sempre più frequenti atti di omotransfobia che avvengono, anche nella nostra regione.

Ma se a Roma (col governo dei migliori, con dentro pure la Lega) sembra al momento impossibile l’approvazione della legge Zan, in Regione Lombardia (dove la Lega ha un ruolo dominante, affiancata dai suoi alleati) un qualsiasi provvedimento in questo senso appare pura utopia. Perché, in Parlamento come al Pirellone, è la solita storia. La Lega blocca ogni tentativo di portare avanti una proposta di civiltà.

In consiglio regionale ne abbiamo avuto l’ennesima controprova. Non che ci si aspettasse altro da una forza retriva e reazionaria come la compagine salviniana. Ma sono le motivazioni che fanno forse ancor più inorridire. L’assessora Alessandra Locatelli, così come a Roma i suoi colleghi parlamentari, ha sciorinato la solita tiritera per dire che no, finché governano loro una legge che punisca l’omotransfobia non verrà mai approvata. Il paradosso è che tra le giustificazioni ha addotto quella che non c’è un riferimento normativo nazionale. Che, se non fosse per l’opposizione della Lega (a dire il vero in questo frangente in abbondante e pessima compagnia) ci sarebbe. Ma ancor peggio è stato quando ha detto che in questo momento ci sono le donne maltrattate, i disabili bullizzati, le categorie produttive in difficoltà. Insomma, le priorità sono altre. Come se approvare una legge che punisca atti omotransfobici sia in contrasto con operazioni contro la violenza sulle donne, il bullismo, o dei concreti aiuti alle categorie più in sofferenza.

Cito il pensiero della mia amica Angela, che di lotte per la libertà delle persone lgbt ne sa qualcosa, visto che ha vissuto sulla sua pelle la discriminazione e nonostante questo non si è mai arresa: “Prevenire, contrastare, sostenere: tre verbi che, se attuati, scardinerebbero quelle visioni bigotte, così radicate nella società italiana, come un uragano estivo. Essi spazzerebbero via chi afferma che la legge Zan limiterebbe “il diritto di espressione” (certo, in sostanza, vorrebbero essere liberi di gridare “frocio di merda” al primo omosessuale per strada, oppure dare dell’handicappato come offesa poiché lo ritengono un indice di libertà), o chi, come il parroco di Lizzano, organizza veglie di preghiera perché, a suo dire, sarebbe un’insidia che minaccia la famiglia. Pregassero, come invita la sindaca di Lizzano, contro i femminicidi, le violenze domestiche, le spose bambine; celebrassero una messa in suffragio per le anime dei disperati che giacciono in fondo al Mediterraneo, o per le tante vittime innocenti di abusi! Non è un capriccio questo. Si chiama giustizia sociale e desiderare che nessuno violi il principio di eguaglianza e leda i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana. Una modernizzazione culturale del Paese può solo portare beneficio alla democrazia, perché quando crescono i diritti, avanziamo tutti noi e avanza la libertà di scegliere la propria vita”.

In realtà, la vera ragione della contrarietà leghista a qualsiasi atto che punisca reati omotransfobici è che una forza razzista come la Lega mai metterà la sua firma su un testo che vuole lanciare un segnale di civiltà. E forse farebbe una miglior figura ammettendolo, invece che continuando a nascondersi dietro alle scuse delle priorità. Perché basterebbe guardare i numeri delle aggressioni a sfondo omotransfobico in Italia per capire che una legge che punisca tali atti è una priorità. Mentre per capire che è una questione di civiltà, non servono nemmeno quei numeri, basta molto meno. Che non tutti hanno però.

  • Alessandro Braga

    Classe 1975. Giornalista professionista, prima di approdare a Radio Popolare ha collaborato per anni col Manifesto. Appassionato di politica, prova anche (compatibilmente col tempo a disposizione) a farla

ALTRO DAL BLOGVedi tutti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

Ciucci volanti

Una libreria nella terra di Giordano Bruno

Bibì e Cocò, una rivoluzione culturale

Interno della libreria Bibì e Cocò

A Nola, nella terra di Giordano Bruno, c’è una libreria assai speciale. Il suo nome è Bibì e Cocò. Gestita da due giovani mamme, Carmela e Stefania, è diventata un presidio culturale dell’hinterland napoletano. Per anni l’editoria per l’infanzia ha vissuto momenti drammatici in Campania. Pochi progetti, poche librerie, poche idee innovative. Mentre a Bologna si sperimentavano progetti premiati in tutta l’Italia, a Napoli e dintorni si andava avanti con assegni del tipo: “leggi 3 volte la seguente favoletta”. Ora la musica è cambiata e si prova recuperare il terreno perduto. Una nuova generazione di insegnanti con “l’arteteca” (malattia tipicamente napoletana che colpisci chi è irrequieto e ha sempre voglia di fare), librai coraggiosi e manager di biblioteche, stanno costruendo una rete a misura di bambino. L’emblema di questa accelerazione verso il futuro è senza ombra di dubbio la libreria nolana. Non aspettatevi la classica libreria piena zeppa di albi illustrati, Bibì e Cocò è andata oltre. Centinaia di metri quadri pensati per i ragazzi e per le famiglie. Spazi laboratoriali di prestigio, con materiali e arredi dedicati all’infanzia. Non qualcosa di mobile, non l’ennesimo scaffale che si sposta per far spazio a sedie e sedioline, ma un laboratorio permanente. La prima volta che ho messo piede alla libreria Bibì e Cocò mi son detto: “c’è ancora speranza per la Campania”. Durante il tour, che Stefania e Carmela avevano preparato, ho notato una cucina. A cosa serve una cucina, vera e propria, con tanto di angolo cottura, in una libreria? La loro risposta mi stupì: l’abbiamo pensata per le mamme, per i papà, per chiunque voglia dedicarsi un po’ di tempo, uno spazio per preparare il caffè, per sentirsi a casa. Anno domini 2021, Nola, non Oslo, non Stoccolma, ma Nola. Questa è la Campania che ci piace, la Campania che stupisce, inventa, la Campania femmina, mamma, che si prende cura. Bisognerebbe far un salto da Bibì e Cocò per capire quali anticorpi culturali ha sviluppato la Campania come reazione alla brutalità della camorra. Nella città dei gigli e di Giordano Bruno è in atto una piccola rivoluzione culturale, che merita l’attenzione nazionale. Stefania e Carmela avrebbero potuto affittare i locali della loro libreria, invece, testarde quali sono, hanno aperto i battenti di qualcosa di inesplorato. In un mondo che rapidamente cambia, sommerso e affogato dall’ecommerce, c’è uno spazio che rallenta, che accoglie, che ha occhi e sorrisi. Una bottega di quartiere, una libreria che mette radici, dove la malapolitica e l’assenza di lavoro sradicano i giovani dalle proprie case. A Nola andateci per i gigli, sono meravigliosi, ma lungo il corso principale della città, c’è una chicca da non perdere, che merita, che vi fa sentire a casa. Grazie Carmela, grazie Stefania per aver sognato quello che poi avete realizzato. E come diceva Giordano Bruno: il pensiero genera materia.

  • Rosario Esposito La Rossa

    Sono direttore editoriale della case editrici Marotta&Cafiero e Coppola editore, ho pubblicato oltre 100 libri nel mio quartiere, tra cui Stephen King, Daniel Pennac e Gunter Grass. A Scampia e Melito ho fondato la prima libreria del quartiere: La Scugnizzeria. Ho scritto il mio primo libro a diciotto anni vincendo il Premio Giancarlo Siani. Sono cugino di Antonio Landieri, vittima innocente di camorra. Per il mio impegno contro il degrado sociale e la creatività sono stato nominato nel 2016 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Cavaliere dell’Ordine al Merito

ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

La scuola non serve a nulla

Palle, visi, voci, audiolibri: un po’ di creatività in dad

( ...sperando di levarsela presto di torno… )

“Si fa presto a dire Teatro e comicità nella Didattica, ma in DAD come fai?”.

Premesso che, secondo me, chi ha fatto qualche sforzo per innovare la didattica già prima del lockdown, magari in DAD è partito avvantaggiato, ecco qualche suggerimento pratico per recuperare terreno e evitare di ridursi a usare i vari Zoom con la stesso entusiasmo di un rosario recitato al cimitero davanti alle faccine in formato francobollo/lapide: tono monocorde, faccia da speaker del TG nordcoreano, coinvolgimento dei ragazzi pari a zero… Ecco, diciamo che si può fare di meglio. Con poco.

Ad esempio, quando leggiamo un testo, nella mia Prima Media proviamo a interpretare, oltre alle voci, anche le “facce” dei personaggi del brano. Quindi qualcuno legge il brano, ma con telecamera spenta; qualcun altro, invece, “interpreta” le espressioni, al contrario, con microfono spento. Magari cercando di stare in sincrono con le voci, un po’ come farebbero su Tik-Tok, in una sorta di discorso diretto tra personaggio-voce e personaggio-faccia. Funziona, coinvolge e si divertono un sacco.

A volte, per scaldarli un po’, uso una versione virtuale di un gioco d’attenzione davvero elementare del mio maestro Jurij Alschitz: la palla viaggiante, una specie di “Ce l’hai” con una palla da tennis. Nel nostro training teatrale dovevamo lanciarcela senza farla cadere, facendo contemporaneamente altro: recitare tutti i monologhi di Amleto, danzare la quadriglia, montare una scenografia, accendere un mutuo. Nel nostro caso basta che ogni studente abbia una palla in casa: il prof. condivide lo schermo (così la disposizione è uguale per tutti) e due regole: (a) una palla sola, e (b) chi lancia può farlo solo verso il “vicino di quadrato” (destra, sinistra, sopra, sotto), che finge di riceverla e rilanciarla. Vietato il lancio in diagonale, vietato lanciare al prof., vietato star più cinque secondi con la palla in mano (e due tre minuti di gioco, in totale, altrimenti le mamme si incazzano, che gli sfasciamo la casa, con ste palle). Valore didattico? Zero. Attenzione? Mille.

Ma la vera figata quest’anno è stata un’altra. Un giorno che li sentivo un po’ stufi di star chiusi in casa, mi è venuto da dire: “”E che doveva dire Anna Frank?”. Battuta forse un po’ infelice, ma da qui l’idea: perché non “recitare” tutto il Diario, registrarlo, “rumorizzarlo” e montare il tutto da casa, in Dad? A parte che in materia di programmi di produzione questi ci danno la biada, ma il risultato finale è stato un altro: sperimentando in prima persona – sì, recitare fa proprio questo effetto – la gioia di vivere di una loro coetanea, condannata ad una reclusione ben più angusta e terribile della loro, avrebbero potuto forse trovare qualche spunto di riflessione per rendere più sopportabile il periodo; e pensare che forse in qualche modo siamo, ancora, fortunati.

Ma vi confesso un piccolo segreto: con Anna Frank ci avevo già provato, una specie di riscrittura comica del suo Diario con cui un’altra mia classe anni fa vinse un concorso letterario. Le buone idee, quando vengono, vanno sempre coltivate. Ma ne riparleremo in un’altra “puntata”. ..

Intanto voi provate a far questo: voce e faccia nella letture, lancio di palla, registrazione di un libro in call da casa. Poi mi direte…

  • Antonello Taurino

    Docente, attore, comico, formatore: in confronto a lui, Don Chisciotte è uno pratico. Nato a Lecce, laurea in Lettere e diploma in Conservatorio, nel 2005 si trasferisce a Milano. Consegue il Diploma di attore nel Master triennale SAT 2005-2008 del M° J. Alschitz e partecipa a Zelig dal 2003 al 2019. Si esibisce anche inglese all’estero con il suo spettacolo di Stand-up, Comedian. Attualmente è in tournèe con i suoi spettacoli (non tutti la stessa sera): Miles Gloriosus (2011), Trovata una Sega! (2014), La Scuola non serve a nulla (2016) e Sono bravo con la lingua (2020). La mattina si diverte ancora tanto ad insegnare alle Medie. Non prende mai gli ascensori.

ALTRO DAL BLOGVedi tutti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio domenica 20/04 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 20-04-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve domenica 20/04 15:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 20-04-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 20/04/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 20-04-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 18/04/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-04-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Speciale Podcast Ho detto R1PUD1A - quarto episodio

    “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Quarto episodio: Risparmiare il sangue Come fermare la spirale di propaganda bellicista e l’equazione “disfattismo=pacifismo” proposta da molti intellettuali e politici? Ricostruendo il filo che nella nostra storia è stato tessuto dalla resistenza civile che realizza i suoi obiettivi senza spargimento di sangue: un’opzione molto più efficace per porre fine ai conflitti, come dimostrano due studiose statunitensi che hanno misurato le insurrezioni nonviolente rispetto a quelle armate degli ultimi decenni. Sorpresi? La nonviolenza, come il pacifismo, non godono i favori delle élite, ma sono un desiderio per la maggioranza dei cittadini, a partire dai più giovani. E anche per questo Emergency promuove ogni anno 2500 incontri di educazione alla pace nelle scuole come ci racconta Chiara Vallania responsabile del dipartimento scuola di EMERGENCY. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

    Gli speciali - 21-04-2025

  • PlayStop

    Speciale Podcast Ho detto R1PUD1A - terzo episodio

    “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Terzo episodio: Giù dal piedistallo Come si costruisce la propaganda? Con la paura di un nemico, militari che sfornano scenari catastrofici e politici, banchieri e imprenditori che dal loro pulpito ci ammoniscono che “le risorse dedicate al welfare sono un lusso non più sostenibile” (o più semplicemente ci invitano a scegliere tra “la pace o i condizionatori accesi”). Ma scuola e sanità pubbliche, ad esempio, non sono concessioni di “lorsignori”, sono diritti conquistati dai cittadini. Bisogna ricordarlo forte e chiaro a chi ci sta trascinando nel baratro di conflitti che, come spiega Pietro Parrino di EMERGENCY, hanno sempre più i civili, ovvero noi tutti, come bersaglio. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

    Gli speciali - 21-04-2025

  • PlayStop

    Speciale 25 aprile - 21/04/2025

    Intervista di Chawki Senouci a Paolo Maggioni autore del libro “Una Domenica Senza Fine” (SEM Libri). Domenica 29 aprile 1945 si compie la Storia in piazzale Loreto dove sono esposti i cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e di alcuni gerarchi. Nella stessa giornata un gruppo di anarchici guidati dal comandante “Carnera”, un repubblicano anarchico antifranchista, attraversa Milano in direzione opposta per cominciare un’altra rivoluzione. Nell’intervista a Paolo Maggioni si è parlato della missione segreta del Comandante anarchico Carnera (nella vita reale si chiama Laureano Cerrada Santos) e dei luoghi e personaggi che hanno segnato quella lunga giornata: le donne e gli uomini che hanno sconfitto il fascismo, Il Duomo di Milano, Palazzo Marino, Il quartiere Affori, Marta Ripoldi, tranviera e staffetta partigiana, il radiofonico Daniele Colpani diventato la voce del fascismo, Piazzale Loreto.

    Gli speciali - 21-04-2025

  • PlayStop

    Prospettive Musicali di domenica 20/04/2025

    In onda dal 2001, Prospettive Musicali esplora espressioni musicali poco rappresentate. Non è un programma di genere, non è un programma di novità discografiche, non è un programma di classici dell’underground, non è un programma di gruppi emergenti. Ma è un po’ tutte queste cose mischiate insieme dal gusto personale dei conduttori. Ad alternarsi in onda e alla scelta delle musiche sono Gigi Longo e Fabio Barbieri, con un’incursione annuale di Alessandro Achilli che è stato uno storico conduttore del programma.

    Prospettive Musicali - 20-04-2025

  • PlayStop

    News della notte di domenica 20/04/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 20-04-2025

  • PlayStop

    Percorsi PerVersi di domenica 20/04/2025

    Poesie, liriche, sonetti, slam poetry, rime baciate, versi ermetici, poesie cantate. Ogni settimana Percorsi PerVersi incontra a Radio Popolare i poeti e li fa parlare di poesia. Percorriamo tutte le strade della parola poetica, da quella dei poeti laureati a quella dei poeti di strada e a quella – inedita – dei nostri ascoltatori.

    Percorsi PerVersi - 20-04-2025

  • PlayStop

    Mash-Up di domenica 20/04/2025

    Musica che si piglia perché non si somiglia. Ogni settimana un dj set tematico di musica e parole scelte da Piergiorgio Pardo in collaborazione con le ascoltatrici e gli ascoltatori di Radio Popolare. Mail: mischionepopolare@gmail.com

    Mash-Up - 20-04-2025

  • PlayStop

    Alice, chiacchiere in città di domenica 20/04/2025

    A cura di Elena Mordiglia. Nella città frenetica, in quello che non sempre sembra un paese delle meraviglie, ci sono persone da raccontare e da ascoltare. Quale lavoro fanno? Come arrivano alla fine del mese? Quale rapporto hanno con la città in cui vivono? Registratore alla mano e scarpe buone, queste storie ve le racconteremo.

    Alice, chiacchiere in città - 20-04-2025

  • PlayStop

    Bollicine di domenica 20/04/2025

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 16, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 20-04-2025

  • PlayStop

    Ricordi d'archivio di domenica 20/04/2025

    Da tempo pensavo a un nuovo programma, senza rendermi conto che lo avevo già: un archivio dei miei incontri musicali degli ultimi 46 anni, salvati su supporti magnetici e hard disk. Un archivio parlato, "Ricordi d'archivio", da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni. Ogni puntata presenta una conversazione musicale con figure come Canino, Abbado, Battiato e altri. Un archivio vivo che racconta il passato e si arricchisce nel presente. Buon ascolto. (Claudio Ricordi, settembre 2022).

    Archivio Ricordi - 20-04-2025

  • PlayStop

    Speciale Podcast Ho detto R1PUD1A - secondo episodio

    “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Secondo episodio: La guerra non è popolare. L’Europa si riarma con 800 miliardi. In questi anni aveva già raddoppiato la propria quota di spese militarti, soprattutto comprando dagli Stati Uniti. Lo faremo di più, visto che Trump disinvestirà dalla Nato e dall’Europa. E’ la “fine delle illusioni”, come dice Von der Leyen, di essere garantiti dalla pace, perché d’ora in poi bisognerà usare la forza. E intanto si educa la popolazione con manuali che dicono: “In caso di guerra…”. La propaganda è altissima perché non c’è nulla di più antipopolare e antidemocratico della guerra e la militarizzazione d’Europa è tutta sulle spalle dei suoi cittadini. Con Michele Paschetto di EMERGENCY vi racconteremo come in Afghanistan in più di venti anni di guerre le cure abbiamo svolto un ruolo straordinario di mediatore. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

    Gli speciali - 20-04-2025

  • PlayStop

    Speciale Podcast Ho detto R1PUD1A - primo episodio

    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

    Gli speciali - 20-04-2025

  • PlayStop

    La Pillola va giù di domenica 20/04/2025

    Una trasmissione settimanale  a cura di Anaïs Poirot-Gorse con in regia Nicola Mogno. Una trasmissione nata su Shareradio, webradio metropolitana milanese che cerca di ridare un spazio di parola a tutti i ragazzi dei centri di aggregazione giovanili di Milano con cui svolgiamo regolarmente laboratori radiofonici.

    La Pillola va giù - 20-04-2025

  • PlayStop

    C'è Di Buono: Max Casacci racconta Eartphonia III: Through the grapevine

    Anche in questa puntata parliamo di qualcosa che ha a che fare con la cultura enogastronomica, ma anche, molto, con la musica. Per la prima volta il caro Max Casacci (già colonna dei Subsonica) è stato ospite di un nostro programma non prettamente musicale, per raccontare il terzo episodio del suo progetto "Eartphonia", che lo ha portato in Franciacorta per "Through the grapevine", realizzato con i suoni del vino; suoni e rumori catturati nelle cantine dell'azienda vitivinicola Bersi Serlini Franciacorta. A cura di Niccolò Vecchia

    C’è di buono - 20-04-2025

Adesso in diretta