Ecco tre motivi per iscriversi alla spedizione vallesana:
01.- Seguiremo le tracce del Che Guevara del Vallese.
Joseph Samuel Farinet, a metà del XIX Secolo, era un famoso falsario. Coniava monete da 20 Centesimi di Franco (a quei tempi erano in bassa lega di argento) che distribuiva generosamente tra la popolazione in cambio di cibo e protezione dalle autorità. Nonostante tutti sapessero che le monete erano false, queste circolavano liberamente. Farinet, braccato, arrestato, evaso subito dopo e poi fuggiasco, morì quando era alla macchia colpito dalle pallottole di chi lo ricercava. In suo nome è stata costruita una vigna, la più piccola vigna del mondo accatastata e notificata (1.67 m2), il cui prodotto viene raccolto annualmente e il ricavato usato per una borsa che finanzia soggetti in condizioni di disagio e comunque persone che fanno degli studi e non hanno i soldi per andare avanti. Raggiungeremo la vigna, un tempo di proprietà dell’Abbé Pierre e oggi del Dalai Lama, seguendo un sentiero, segnalato da vetrate artistiche, che attraversa numerose vigne. Ovviamente il sentiero è dedicato a Farinet, ovvero a colui che da alcuni viene definito il “Che Guevara del Valais”, mentre qualcun altro lo indica come come il “Robin Hood della montagna”. Di sicuro c’è che dal 13 maggio 2017, in Canton Vallese è entrata in vigore una nuova valuta: il “Farinet”. Sarà utilizzabile presso un centinaio di commerci e servizi nel cantone. Fra gli aderenti ristoranti, supermercati, terapisti, taxisti e una fiduciaria i quali fungeranno anche da ufficio cambio che è stato fissato 1:1 con il Franco svizzero. La nuova valuta è stata prodotta in otto differenti tagli sotto forma di banconote da 1, 2, 5, 10, 20, 50 e 100 Farinet. Inoltre è stata stampato un taglio anomalo da 13 Farinet per omaggiare le altrettante stelle biancorosse che compaiono nella bandiera vallesana e simboleggiano i distretti. I disegni delle banconote sono opera del grafico Adrien Thétaz. Su una faccia è rappresentata una montagna e sull’altra un’attività, un animale o una particolarità tipica del Cantone. Avere una intera valuta che porta il tuo nome immaginiamo sia una gran bella soddisfazione per un falsario, che sotto questo aspetto batte il ‘vero’ Che Guevara, che a Cuba può vantare “solo” una banconota da 10 pesos con la sua effige.
02.- Cammineremo lungo le vigne a strapiombo sul Rodano
Sulle colline che precipitano lungo il corso del Rodano si coltivano oltre 60 vitigni differenti. L’85% del territorio è coltivato a Pinot Noir, Chasselas (da cui si ricava il bianco più comune, il Fendant) e Gamay, ma sempre più si cerca di piantare vitigni autoctoni ed esclusivi, come i rari Petite Arvine, Amigne, l’HumagneBlanche (per quanto riguarda i bianchi) e Cornalin e Humagne Rouge (per i rossi). I vigneti sono ricavati da vasti terrazzamenti che si arrampicano dalle sponde del Rodano, spesso ripidamente. Il lavoro è particolarmente difficile perché i muri a secco richiedono una costante manutenzione per evitare frane e anche tutti i lavori in vigna devono essere effettuati rigorosamente a mano, con l’unica eccezione in alcuni casi dell’impiego di particolari monorotaie mobili che permettono di trasportare le gerle con i grappoli vendemmiati. E’ un’enologia che si può definire eroica anche perché gli appezzamenti sono in genere piccoli, se non minuscoli. A dar una mano ai vigneron ci pensa il clima. “Stretto” tra le alte montagne dell’Oberland Bernese a nord e le Alpi a sud, la valle del Rodano è protetta dalle piogge e così in Vallese piove mediamente quanto ad Algeri. Tanto è vero che l’irrigazione è fornita da una lunga rete di canali (le “Bisses“) che portano a valle l’acqua di scioglimento della neve dalle montagne. Lungo le bisses sono stati ricavati dei percorsi escursionistici affascinanti, sentieri che attraversano i vigneti costeggiando i muri a secco. Noi cammineremo seguendo uno dei più belli: la Bisse de Clavau, nei pressi di Sion. Partiremo dal centro città e superato lo strappo che porta ai vigneti, percorreremo un sentiero pianeggiante che regala viste strepitose sulla vallata e sul Rodano, che per via dei minerali che trasporta dal ghiacciaio da cui nasce ha un incredibile color turchese. A rendere ancora più interessante la camminata ci penseranno le tappe che faremo presso alcune garitte che spuntano in mezzo ai vigneti. Qui si potremo accompagnare i vini locali con stuzzichini del territorio, raclette vallesana a volontà e torte di stagione.
- A Martigny scopriremo una città d’arte
Era il 1976, quando l’ingegnere, artista e mecenate Léonard Gianadda ebbe l’intenzione di costruire una casa a Martigny, cittadina situata sul gomito del Rodano nel Vallese romando. I lavori di costruzione portarono tuttavia alla luce i resti del più antico tempio gallo-romano della Svizzera. Gianadda vi costruì sopra un centro culturale, invece di una casa e costituì una la Fondazione Gianadda in memoria del fratello Pierre da poco scomparso. Oggi la Fondation Gianadda di Martigny, che celebra quest’anno i quarant’anni di attività, è una fondazione culturale di fama internazionale con svariati interessi. Noi visiteremo il Museo, la cui offerta spazia dalle esposizioni archeologiche fino alle collezioni d’arte e ai concerti, passando per un parco dedicato alle auto d’epoca e alle sculture. Ma a Martigny scopriremo anche altro. La cittadina vanta due millenni di storia: di origine celtica, i Romani e le truppe di Napoleone hanno lasciato qui le loro tracce. Ammireremo l’anfiteatro restaurato, ma anche le terme romane, templi e quartieri residenziali antichi.
Qui prezzi e dettagli di questo fine settimana settembrino (dove andremo anche a vedere il ghiacciaio dell’Aletsch, il più grande d’Europa):
Per info sul Vallese: www.valais.ch – www.martigny.com – www.siontourisme.ch –