Renzi ha preso le distanze dall’esito dei ballottaggi perché il risultato è a rischio, a partire da Milano: “Se il Pd perde a Roma e a Milano non mi dimetterei, assolutamente no”.
Renzi non vuole essere travolto da una eventuale sconfitta. E allo stesso tempo sa che elettori di destra e del Movimento 5 Stelle potrebbero decidere di votare gli uni il candidato degli altri, da Roma a Torino a Milano, per farlo cadere. Segnali si sono avuti dai leader. Salvini ha detto che voterebbe Raggi a Roma e Appendino a Torino. Sibilia, del direttivo 5 Stelle, intervistato da Radio Popolare ha invitato a votare contro il Pd a Milano.
Meglio allora sfilarsi, cercare di non politicizzare il voto.
A Milano Giuseppe Sala e il candidato sindaco di sinistra, Basilio Rizzo si sono incontrati ieri. Ed è probabile che il confronto continui nei prossimi giorni, magari attraverso colloqui telefonici.
Sala ha ribadito, di fronte al capofila di Milano in Comune (3,51 per cento domenica), le parti del programma su cui offre una convergenza: il lavoro, l’ambiente, gli investimenti per le periferie, la legalità. Singoli punti su cui lavorare insieme nei prossimi cinque anni.
Rizzo ha confermato che non darà indicazioni di voto agli elettori. Prima del ballottaggio si attente però una sua dichiarazione di voto personale. Una parola che avrebbe senza dubbio una forte valenza politica.
Il faccia a faccia di ieri è stato interlocutorio. Non sono solo i temi del programma a contare, ci sono anche le incognite politiche. Sala non è stato un candidato unitario come lo fu Pisapia cinque anni fa. E molti elettori di sinistra antirenziani lo considerano l’uomo del Presidente del Consiglio. Ostacoli che hanno pesato parecchio e che continuano a pesare. E’ più semplice raggiungere una visione comune sui punti del programma. Sala è consapevole della necessità di recuperare una visione unitaria, tanto che il giorno dopo il primo turno, nella sua conferenza stampa, ha preso le distanze dal Premier: “Stimo Renzi ma non sono il candidato renziano”. Una mano, in questo senso, gliela ha data Renzi, come abbiamo visto.
Una strategia politica avviata questa settimana che prevede, da un lato, una sottolineatura dell’autonomia rispetto a Renzi, al Governo e ai partiti e, dall’altro, una accentuazione degli aspetti di sinistra del programma. Un esempio si è avuto ieri, quando Sala ha proposto la creazione di un milione di metri quadrati di nuovi parchi a Milano. 500mila metri quadri sulle aree degli ex scali ferroviari e altri 500mila metri quadri sul sito di Expo 2015.