La Nato conferma. L’ultimo vertice dell’Alleanza atlantica a Bruxelles ha dato il via libera al piano di dispiegare quattro battaglioni alle frontiere orientali con la Russia. Le nuove truppe saranno dislocate nelle Repubbliche Baltiche e in Polonia. Quattromila uomini forniti da Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e forse Canada, sulla base di una rotazione dai sei ai nove mesi.
Sarà il più consistente dispiegamento della Nato a Est dalla fine della Guerra fredda. Fra le truppe sarà sempre presente una brigata corazzata da combattimento, pronta a entrare in azione subito, in caso di una minaccia russa.
Se ci sarà bisogno, sarà possibile anche attivare una forza di reazione rapida di 40mila uomini, con il suo equipaggiamento già pronto nei depositi.
La vicenda Ucraina insegna, dopo l’annessione-lampo della Crimea da parte russa nel 2014. “Non vogliamo uno scontro con la Russia, né un ritorno della Guerra Fredda”, ha detto il segretario della Nato Stoltenberg, anche se – ha aggiunto –“ la Nato continuerà a difendere i suoi alleati da ogni minaccia”.
Diversi Paesi est-europei danno il benvenuto alla decisione della Nato, che probabilmente non si fermerà qui. Gli Stati Uniti premono per l’installazione di un sofisticato “scudo anti-missile” ai confini orientali dell’Europa. Bulgaria e Romania chiedono che la Nato espanda la sua presenza di navi nel Mar Nero, per bilanciare la presenza della flotta russa in Crimea.
Per ora Mosca ha risposto che guarda con occhio attento il dispiegamento di truppe alle sue frontiere e che proteggerà i suoi interessi e la sua sicurezza. Il presidente Putin ha ordinato un’ispezione generale delle truppe e un’analisi della capacità di pronto intervento dell’esercito.