
Intervista a Carlo Rovelli, fisico, specializzato in fisica teorica. Ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti e attualmente insegna in Francia all’Università di Aix-Marseille. La sua principale attività scientifica è nell’ambito della teoria della gravità quantistica a loop, di cui è uno dei fondatori. Si è occupato di divulgazione scientifica, di storia e filosofia della scienza, della nascita del pensiero scientifico. Ha promosso nei giorni scorsi un appello degli scienziati contro il riarmo.
Scienziati contro il riarmo perché in questo momento penso che l’Europa stia prendendo una decisione importante, l’Italia deve prendere delle decisioni importanti e questo manifesto è collegato a questa decisione da prendere. Credo, e credono tanti nel mio mondo, che questa sia una decisione affrettata e immediata in un momento di confusione, presa da dei politici più spaventati dal riposizionamento dell’America e con delle motivazioni sbagliate e molto pericolosa. Pericolosa perché questo tipo di riarmo, questo tipo di reazione, è quello che nell’800 ci ha portato verso le due guerre mondiali. E questo è quello che dobbiamo evitare. Penso che questo chiamare la paura della Russia e, quindi presto presto presto riarmiamoci, non sia razionale e sia un passo verso una catastrofe possibile e prossima.
In molti ritengono che quando un dittatore parla bisogna dargli retta perché la dimensione della sua possibilità di disporre di eserciti di forze, anche in spregio ai diritti umani e alla democrazia, fa sì che noi dovremmo preoccuparci della Russia. Perché voi dite che è uno spauracchio?
È uno spauracchio perché se non ci si fa prendere dalle paure e si cerca di guardare le cose un po’ più razionalmente, la Russia in questo momento è molto meno armata che l’Europa. L’insieme degli armamenti dei paesi europei è molto superiore a quello della Russia. Ci sono stime diverse, a seconda di come si calcolano, ma diciamo le stime vanno da due a quattro volte la potenza militare dell’Europa rispetto a quella della Russia. L’Europa è molto più potente militarmente della Russia. Teniamo conto che la Russia ha un prodotto interno lordo che è più piccolo di quello dell’Italia da sola. Pensare che la Russia sia veramente un pericolo per l’Italia, la Francia e la Germania è una sciocchezza. La Russia non è neppure riuscita a riconquistare militarmente un satellite, quello che era stato un satellite suo fino a un attimo prima, l’Ucraina. Non è riuscita a arrivare a Kiev. Pensare che possa arrivare a Berlino è una sciocchezza palese.
La Russia ha un grosso armamento atomico, ovviamente, ma l’Europa ha una deterrenza atomica. La Francia ha una deterrenza atomica seria, così l’Inghilterra. E ovviamente, diciamo, la Russia ha attaccato l’Ucraina, ha fatto questa cosa di estrema aggressività che sarà condannata, giustamente, dalla maggioranza dei paesi del mondo, ma questo non vuol dire che allora attacca tutte le nazioni dell’Europa. Il problema non è di chi è la colpa e cosa è successo, il problema è confrontare il passato col presente. Si è arrivati a questo disastro dell’Ucraina per una serie di scelte, decisioni e giudizi. E cosa sono stati questi giudizi? Sono stati la paura di essere aggrediti sempre, perché è questo che poi porta la guerra.
Quello che abbiamo visto nell’Ottocento è che le grandi potenze avevano paura di essere aggredite dagli altri e quindi cercavano di risolvere diventando militarmente più forti degli altri. Ognuno cerca di diventare militarmente più forte degli altri e questo porta all’escalation, a un riarmo rapidissimo come sta succedendo adesso e come è successo prima della Prima Guerra Mondiale.
Bisognerebbe rendersi conto della enorme forza militare che ha l’Europa in questo momento. Ovviamente l’Europa si è trovata spaesata perché era sotto l’ombretto Stati Uniti e gli Stati Uniti hanno fatto questa svolta di politica internazionale che ha sorpreso – non avrebbe dovuto sorprendere. L’Europa è rimasta sorpresa e sta reagendo in maniera scomposta, chiamando paura, paura, paura. La paura è la pessima consigliera, secondo me, è quella che ha creato i problemi nel passato, sempre. Stiamo rimettendoci sull’usuale cammino che porta la guerra.
Anche la Germania nazista, che è stata un’esplosione di aggressività spaventosa, se vediamo come è nata, è nata sulla paura di essere schiacciati. Se leggiamo Mein Kampf di Hitler, parte dalla paura. Sono più forti di noi, sono molto più armati di noi, se non costruiamo un forte esercito di difesa ci attaccheranno e ci distruggeranno. Abbiamo visto come è successo. Io penso che tutti i cittadini del mondo, ovviamente, non vogliono un’escalation, non vogliono una guerra. Vogliono semplicemente parlarsi, sedersi, fermarsi e essere in pace. Questo è possibile, basta cercarlo. In questo momento personaggi che io politicamente non apprezzo per nulla come Trump e Putin stanno parlando di fermarsi e di discutere e in questa situazione l’Europa reagisce dicendo “noi vogliamo più guerra, noi vogliamo più armi”. Ecco, io amo l’Europa, sono cresciuto con l’amore dell’Europa, ma questa non è certo l’Europa che voglio.
C’è anche uno scontro molto forte in questo dibattito sui valori occidentali. Che cosa sono questi valori occidentali?
Non lo so, veramente non lo so. L’Europa ha conquistato e ha depredato il mondo in nome dei valori, dei valori del cristianesimo, dei valori della civiltà, dei valori della sua pretesa superiorità civile. La Russia sovietica cercava di dominare e di controllare il mondo per i valori del socialismo e dell’uguaglianza. L’America ha continuato a fare guerra per i valori della libertà. I valori sono delle cose bellissime che ci portano. e poi sono anche delle scuse per difendere i propri privilegi e per giustificare l’aggressività. Mescolare i valori con la potenza è esattamente quello che ci porta ai conflitti. Quando un gruppo dirigente, un’élite vuole fare la guerra, comincia ad agitare grandi valori. Quello che è successo con l’Ucraina e quello che sta succedendo in queste settimane con l’Ucraina è molto triste.
Abbiamo parlato di grandi valori in difesa dell’Ucraina e poi appena Trump ha parlato delle terre rare, la reazione degli europei è stata “come ci tagliano fuori? Pigliano tutto loro e noi niente?”. Questi sono i valori, diciamo. Non usiamoli come ipocrisia per mascherare interessi.
Nel vostro appello voi dite anche cambiamento climatico, fame nel sud del mondo, disuguaglianze economiche storiche e ovviamente la minaccia della guerra nucleare. Le mettete, diciamo così, un po’ sullo stesso piano.
Sono sullo stesso piano e sono profondamente collegate con quanto stiamo dicendo perché l’umanità ha dei problemi comuni. Sono in moltissimi nel mondo che si stanno rendendo conto di questa cosa qua e per affrontare i problemi comuni bisogna collaborare. L’umanità ha bisogno di collaborare e collaborare vuol dire che ognuno ha i suoi valori. I cinesi hanno i loro, i russi hanno i loro, gli europei hanno i loro, gli americani hanno i loro, gli iraniani hanno i loro, gli africani hanno i loro. Questi valori vanno rispettati e ognuno deve propagandarli, ovviamente, con l’esempio, con i libri, con la parola e con tutto quello che si vuole. Ma questo non vuol dire che bisogna farsi la guerra per difendere i valori. La guerra per difendere i valori è la cosa più stupida del mondo, no? Ammazziamo gli indiani perché noi siamo più civili e quindi dobbiamo difendere i nostri valori, mettiamo schiavi gli africani perché noi abbiamo i valori più alti. Questo è l’uso sbagliato di valori. I valori vanno difesi, ma non con le armi. Fra persone che hanno valori diversi bisogna parlarsi, tollerarsi, cercare di convincersi. L’ultima cosa da fare è spararsi l’un l’altro e questo è particolarmente importante perché ci sono tutti questi problemi: il cambiamento climatico, le carestie, l’uguaglianza. Ci sono 800 milioni di persone che hanno la fame in questo momento. C’è un rischio serissimo di guerra nucleare, ci sono le pandemie. Tutto questo ci deve portare a parlare anche con chi ha valori diversi dai nostri per lavorare insieme e per risolvere i problemi insieme. La tolleranza, questo è il valore principale. La vita degli esseri umani, questo è il valore principale. Kant, il campione dei grandi valori europei, ha scritto “facciamo un governo mondiale. Parliamo con quelli diversi da noi, accettiamo quelli diversi da noi”. Questi sono i valori europei da difendere e si difendono con il dialogo, non con i cannoni.