Sono stati restaurati 14 mausolei a Timbuktu. Il direttore generale dell’Unesco e il ministro della Cultura del Mali hanno inaugurato la ricostruzione dei mausolei, che erano stati distrutti dai jihadisti quando avevano occupato il Nord del Paese nel 2012, prima di essere cacciati dall’intervento armato francese l’anno successivo. I lavori sono durati un anno e sono costati circa 500mila dollari. Timbuktu è nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco.
I mausolei di Timbuktu sono la storia di questa città mitica, incastrata proprio al centro del grande deserto del Sahara. Era il 2012 quando la città veniva invasa dai gruppi del jihadismo armato i cui miliziani hanno, letteralmente, cercato di cambiarle i connotati. Per farlo non potevano che distruggere i simboli della sua storia: i suoi mausolei, la sua arte, le sue biblioteche. Chi conosce Timbuktu sa che proprio in questi luoghi risiede l’anima della città. Quattordici mausolei che custodiscono le spoglie di altrettanti uomini illustri, e guide spirituali e religiose che da questa città, dal sedicesimo secolo in avanti, hanno irradiato cultura, saggezza e hanno aperto vie al commercio e alla conoscenza tra i popoli.
Oggi con la ricostruzione dei mausolei Timbuktu torna ad essere Timbuktu. La città, che appare deludente quando vi si arriva, come appaiono deludenti i mausolei – dei semplici cumuli di sabbia compressa – in realtà custodisce secoli di storia ed è un esempio di convivenza e di incontro. Per questo l’oscurantismo jihadista voleva cancellarla.