Finalmente è tornato: quello che il reparto comunicazione Disney si ostina a chiamare The Child, “il Bambino”, ma che per tutti o quasi è semplicemente Baby Yoda. Cioè il vero co-protagonista di The Mandalorian, la serie tv di Star Wars disponibile in esclusiva sulla piattaforma streaming Disney+, dove venerdì 30 ottobre è cominciata la seconda stagione.
Il vero eroe dello show dovrebbe essere il Mandaloriano del titolo, un misterioso cacciatore di taglie nascosto sotto un’armatura pressoché indistruttibile, interpretato da Pedro Pascal; ma da quando, alla fine dell’episodio pilota, è incappato nel piccolo alieno verde dalle grandi orecchie, appartenente alla stessa specie dell’anziano maestro Jedi Yoda, ma in versione cucciolo, è parso chiaro chi avesse davvero rubato il cuore al pubblico.
Una buonissima notizia per la Disney, visto che Baby Yoda è anche una ghiotta occasione di merchandising: praticamente è un pupazzo già pronto per i Disney Store, dove infatti lo si può trovare in diverse forme (tra cui una in cui muove le orecchie e il volto emettendo suoni, non troppo diversa dal sofisticato animatronic usato sul set per le riprese).
La seconda stagione di The Mandalorian è partita col botto, con un bell’episodio avventuroso che, com’è ormai marchio della serie, mescola alla perfezione il western, la fantascienza, gli effetti speciali, l’attenzione maniacale ai dettagli dell’universo di Star Wars (ma tranquilli, anche se non sapete nulla di Guerre stellari, potete godervelo lo stesso). L’ha diretto Jon Favreau, l’uomo d’oro della Disney, colui che ha originato l’Universo cinematografico Marvel con Iron Man e ha firmato i lucrosi adattamenti fotorealistici di Il libro della giungla e Il re leone, e che per The Mandalorian ha perfezionato una funzionalissima tecnologia capace di integrare vasti panorami disegnati al computer e riprese dal vero in relativamente poco spazio.
La serie è la punta di diamante di Disney+, e anche uno dei pochi contenuti originali degni di nota (ne approfittiamo per segnalare anche la serie The Right Stuff, che ricostruisce ottimamente la storia vera dei Mercury 7, i primi sette astronauti della NASA). E Disney+, piattaforma streaming che riunisce l’immenso catalogo della Casa di Topolino (cioè tutto quanto è targato Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic, più parti consistenti della neo-acquisita library Fox), si è rivelato l’ancora di salvezza per gli studios, in quest’anno orribile di pandemia. In epoca pre COVID-19 i maggiori introiti della compagnia di zio Walt provenivano infatti dai parchi di divertimento e dalla crociere, e dalle uscite evento cinematografiche con tutto l’indotto collegato.
Ora le crociere sono giustamente sospese, i parchi, quando non sono chiusi, funzionano a capienza ridotta, e i film che dovevano uscire al cinema sono in un limbo e imprevedibile. A settembre, per esempio, il blockbuster Mulan, che sarebbe dovuto uscire lo scorso marzo, è stato distribuito on demand, a circa 21 euro, e lo stesso succederà a dicembre con Soul, il prossimo atteso film Pixar. Esperimenti che potrebbero, purtroppo per gli esercenti di tutto il mondo, diventare normalità: gli studios puntano tutto su Disney+, al punto che hanno messo in cantiere diverse produzioni originali. Presto The Mandalorian e Baby Yoda non saranno più soli. Ma a che prezzo?