In una casa di accoglienza a Tamil Nadu, nel sud ovest dell’India, arrivano due bambine. Si tengono per mano: una ha quindici anni ed è già sposata con un ragazzo di dieci anni più grande, l’altra ha quattordici anni ed è stata abusata dal marito dell’amica. Lui la costringeva al silenzio tramite alcuni video che aveva registrato proprio durante le violenze.
Gli operatori di Terre des Hommes, un’associazione che si batte per la difesa dei bambini in tutto il mondo, le ascoltano, e poi si prendono in carico la loro situazione. La loro storia è specchio di tante altre. In occasione della giornata mondiale delle bambine e delle ragazze, l’associazione ha rilasciato il suo rapporto annuale “InDifesa”. Ce lo ha presentato Anna Bianchi di Terre des Hommes.
Problematiche differenti si incontrano in aree geografiche diverse. Alla base ci sono fattori economici, culturali o sociali. In India, ad esempio, nella condizione di vita delle bambine entra in gioco il sistema delle caste, che divide la popolazione in modo gerarchico e su base ereditaria. Le condizioni di vita per le bambine delle classi più povere sono particolarmente difficili. Sentiamo Anna Agus, sempre di Terre des Hommes, che è stata proprio in India nelle ultime settimane.
Nelle case di accoglienza che Terre des Hommes ha nel Paese, le ragazze arrivano grazie ad alcune segnalazioni o tramite una scelta personale. Decidono di raccontare lì la loro storia…
Che sia in India, in Nigeria oppure in Italia, con livelli e problematiche diverse, nascere donna può condannare a diseguaglianze e violenza. I progressi degli ultimi vent’anni sono messi in pericolo dalla povertà causata dalla crisi climatica, dai conflitti e dalla pandemia. È un allarme che non può essere ignorato, e che chiama in causa tutti: chi lavora tutti i giorni in difesa dei diritti delle bambine racconta che le ragazze che riescono ad uscire da situazioni di violenza e di disagio, hanno spesso la forza di diventare un modello per tutte le altre.