Blu ha 12 anni e questo sarà il suo ultimo terremoto. “Alla sera è un po’ stanca, soffre di mal di schiena”, racconta Susanna, la sua padrona che da tre giorni la conduce alla ricerca di persone o corpi sui cumuli di macerie, insieme ai volontari delle unità cinofile.
Qui ad Amatrice la situazione è apparsa subito complicatissima per la condizione dei detriti. Sassi che si sono sbriciolati, piccoli frammenti, sabbia.
È difficilissimo che si creino sacche d’aria o spazi di sopravvivenza. Inoltre i cumuli sono altissimi. “Ci salgono in un attimo correndo, ma poi grazie all’istinto capiscono se ci sono punti che possono cedere e rallentano, circospetti”, spiega Simone, arrivato da Roma con Maya, nove anni.
Maya gli sta leccando il viso, gioca. “È un momento di quiete e riposo prima dell’azione. Sanno che devono conservare le energie. Quando sentono qualcosa si mettono ad abbaiare. A seconda dell’intensità capiamo se potrebbe trattarsi di una persona viva oppure di un cadavere”.
In seguito a una segnalazione da parte di un cane, ne vengono liberati altri due, per conferma.
Se i tre circoscrivono lo stesso punto, si inizia a scavare. “Sotto le macerie potrebbero esserci altri elementi organici, come il cibo andato a male. Noi li addestriamo a riconoscere e distinguere l’odore umano dal resto”.
Susanna e Simone sono volontari del Corpo nazionale ricerca e soccorso. Come decine di altri gruppi e associazioni cinofile sono arrivati da tutta Italia per contribuire alle ricerche. I
l lavoro durerà ancora poco. Questa mattina c’è stata una riunione di coordinamento e si è deciso di ridurre le squadre. Appena verrà dato l’ordine si proseguirà solo con le ruspe e gli scavatori.
I cani torneranno a casa, alla loro vita, che è fatta di lavoro e allenamento, almeno due volte alla settimana. “Per loro il soccorso è un bel gioco, e la persona trovata è il loro premio”, racconta Susanna.
Blu ha iniziato da piccola. L’addestramento dura anni. Prima si comincia meglio è. “Fare i cinofili è uno stile di vita”. Bisogna essere sempre pronti a partire, a lasciare famiglia, lavoro, impegni.
“Chi lavora nel pubblico ha i permessi retribuiti, ma a volte capita che qualche datore di lavoro privato non capisca e storca il naso”. E i rimborsi spese non sempre ci sono. Dipende da associazione ad associazione. Qualcuno potrebbe richiederli, ma non lo fa. “Il volontariato deve essere volontariato”, ci hanno detto.
Blu si riposa, in attesa che arrivi l’ordine. Questa è la sua ultima missione.