
Tornano le tangenti nella metropolitana di Milano, un vecchio ricordo. Questa volta però nell’inchiesta non ci sono, al momento, politici.
La figura chiave dell’indagine è un manager, Paolo Bellini, dirigente dell’ATM responsabile degli impianti di segnalamento e automazione. Era lui, secondo la Procura di Milano, a coordinare questo sistema di appalti truccati e assunzioni pilotate.
Ci sono almeno 8 appalti nell’indagine che ha portato in carcere 12 persone. Le accuse sono di associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio. Trenta persone fisiche sono indagate, otto le società coinvolte tra cui Alstom Ferroviaria e Siemens Mobility.
Bellini avrebbe incassato o pattuito mazzette per 125mila euro tra ottobre 2018 e luglio 2019 sotto forma di paghetta mensile. Bellini offriva consulenze alla aziende e dava informazioni riservate ai chi poi si aggiudicava gli appalti. Le tangenti arrivavano anche nei subappalti e il sistema pilotava anche alcune assunzioni, “persone prive di competenze ma manovrabili” scrivono i pm.
C’è anche un episodio riferito al 2006, un appalto per il sistema frenante della linea rossa, quello che poi ha dato problemi con le brusche frenate d’emergenza -che provocarono anche feriti- sui cui sono aperte altre indagini della Procura.
ATM nell’inchiesta è indicata come parte lesa.