Donald Trump per i repubblicani, Hillary Clinton per i democratici. E’ l’esito del Super Tuesday 2016, che fa della Clinton la candidata più probabile in campo democratico e che apre, con la supremazia di Donald Trump, uno scontro devastante in quello repubblicano.
Trump si è aggiudicato otto degli Stati in palio. Nessun candidato repubblicano, almeno a partire dal 1960, ha vinto quello che il miliardario newyorkese ha vinto in queste settimane: Alabama, Georgia, Massachusetts, Tennessee, New Hampshire, Nevada, Virginia, South Carolina.
Nel giorno del Super Tuesday, Trump ha vinto ovunque, senza limiti geografici o ideologici. Ha conquistato il moderato Massachusetts e Stati conservatori come Tennessee, Alabama, Georgia.
Dietro di lui resiste, debolmente, soltanto Ted Cruz, il senatore del Texas, che si aggiudica proprio Texas e Oklahoma. “Sono io – ha annunciato Cruz, l’unico che ha battuto ed è in grado di battere Trump”.
Delude, invece, Marco Rubio, il candidato dell’establishment repubblicano, la promessa della politica – ha 44 anno – che doveva costruire un polo opposto a Trump, e che invece si aggiudica soltanto il Minnesota. Rubio punta ora tutto sulla Florida, il suo Stato, che vota il prossimo 15 marzo, ma dove i sondaggi danno comunque vincente Trump. Con pochi delegati, senza importanti vittorie alle spalle, la campagna di Rubio appare debole, senza vere prospettive.
Il Super Tuesday lascia il partito repubblicano devastato,diviso, senza strategia. Trump è il candidato che nessuno, nell’establishment del G.O.P. voleva. Trump è il candidato che l’establishment deve ora accettare, subire, e su cui probabilmente il partito combatterà, si spaccherà, perderà la sua anima, alla Convention di Cleveland, a luglio – quando di tratterà di nominare ufficialmente il proprio candidato alla Casa Bianca.
Per i democratici, Hillary Clinton vince soprattutto al Sud e di strettissima misura in Massachusetts. Significativo il margine con cui la Clinton riesce a vincere in alcuni Stati. Oltre 60 punti in Alabama, 40 punti in Arkansas, 35 punti in Tennessee. Come già la scorsa settimana in South Carolina, la Clinton domina nel voto degli afro-americani. In Georgia e Virginia, per esempio, conquista l’80 per cento del voto nero. La candidata aumenta il suo vantaggio in termini di delegati, ma non riesce a sfondare nelle aree bianche, progressiste. Vermont, Minnesota, Oklahoma, Colorado vanno infatti a Bernie Sanders.
Dal voto del Super Tuesday emerge quindi soprattutto un fatto: la necessità che Hillary Clinton, probabile nominata ufficiale dei democratici trovi un accordo, un compromesso, un percorso comune e condiviso con Bernie Sanders e con le forze che stanno dietro alla campagna per molti versi ancora sorprendente del senatore del Vermont.