Approfondimenti

Tiangong-1 contro la Terra: quali sono i rischi

La stazione spaziale cinese Tiangong-1

Tiangong-1, la stazione spaziale cinese lanciata in orbita nel 2011, sta tornando sulla Terra in modo incontrollato e in questi ultimi giorni, a poche ore dall’impatto, si sta cercando di capire in quale parte del Mondo cadrà e quali potrebbero essere le conseguenze di questa caduta libera.

Abbiamo intervistato Luciano Anselmo dell’Istituto di Scienze e Tecnologie dell’Informazione del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) per farci spiegare in modo chiaro e senza allarmismi cosa è accaduto alla stazione spaziale cinese e quali sono i rischi che i frammenti possano raggiungere l’Italia, in parte ancora sulla traiettoria calcolata in queste ultime ore.

Normalmente per oggetti così massicci, così grandi, è previsto un rientro controllato in un’area disabitata dell’Oceano Pacifico meridionale, non è normale che rientrino in maniera incontrollata.

Cosa è successo in questo caso?

Circa due anni fa si è verificato un guasto a bordo di cui non conosciamo i dettagli, anche perchè i cinesi non li hanno mai rivelati, che ha fatto perdere il controllo della Stazione. Da Terra non è più stato possibile controllarla e il veicolo spaziale – morto, nel senso che si sono scaricate completamente le batterie e tutti i sistemi che ne mantenevano il funzionamento hanno perso potenza – non ha più permesso alcuna manovra per portarlo a cadere in un’area disabitata come era previsto inizialmente. Da quel momento in poi la stazione spaziale ha iniziato lentamente a precipitare a causa dell’attrito incontrato nei confronti dell’atmosfera che si trova anche a quell’altezza in cui viaggiano i satelliti in orbita bassa, e l’impatto con le molecole dell’atmosfera ha sottratto progressivamente energia e ora praticamente siamo arrivati alla fase finale, quella in cui questo processo di completa e la stazione spaziale rientrerà nell’atmosfera terrestre disintegrandosi per la maggior parte, anche se si ritene che una frazione della sua massa, che attualmente è sulle 7 tonnellate e mezzo, potrebbe sopravvivere e ricadere effettivamente al suolo o in mare.

Di cosa parliamo esattamente quando si parla di frammenti? Quali sono le dimensioni?

Parliamo soprattuto, nel caso di un oggetto come questo, di serbatoi sferici che potrebbero avere delle dimensioni di diverse decine di centimetri, o altri pezzi di dimensioni analoghe fatte di leghe speciale che costituivano i motori della stazione o che servivano per muovere o orientare opportunamente i pannelli solari o anche al sistema di docking. Questa era appunto una stazione spaziale e veniva usata dalle navicelle spaziali cinesi per farci abitare per un periodo di tempo gli astronauti e ovviamente aveva un sistema di aggancio a cui doveva agganciarsi la navicella spaziale cinese quando arrivava. Questi sistemi di aggancio, proprio per lo stress e le forze che devono sopportare, sono in genere abbastanza massicci ed è quindi probabile che questo pezzo, che potrebbe pesare più di 100 chilogrammi, potrebbe rientrare quasi intero.

Quindi una percentuale di rischio, per quanto infinitesimale, potrebbe esserci. Ma è stata identificata l’area di caduta e soprattutto l’ora in cui questo avverrà?

Per quanto riguarda l’ora, questa potrà essere identificata solamente poche ore prima del rientro. Ora la finestra di incertezza sull’orario di caduta, sulla base delle previsioni di rientro che vengono fatte in tutto il Mondo, si apre il pomeriggio del 31 marzo e si chiude la sera del 1 aprile. Abbiamo quindi una finestra di incertezza in termini di orari abbastanza ampia, circa 36 ore o più. Per quanto riguarda il punto di caduta, è ancora peggio: nei casi di rientro incontrollato, per una serie di motivi che sarebbe abbastanza lungo spiegare, è impossibile prevedere in anticipo dove un oggetto cadrà. Quello che è possibile fare quando ci si avvicina al rientro è dire dove sicuramente non cadrà più. È quindi un gioco di esclusione in cui si cominciano a eliminare progressivamente delle intere zone del pianeta. Anche sei ore prima del rientro, quando in genere sono disponibili le ultime orbite e gli ultimi dati della traiettoria, un 3% circa dell’area che era inizialmente a rischio continua a rimanere a rischio. Qui stiamo parlando di una fascia di territorio che attraverserà tutta la Terra due o tre volte con una lunghezza superiore ai 120mila chilometri e larga circa 200 chilometri. Da quest’area residua il rientro non potrà essere escluso fino alla fine.

Un pezzo da 100 kg che arriva sulla Terra e colpisce un edificio, che danni fa?

Siccome la massa è più piccola di quella di un’automobile. LE velocità sono confrontabili, oppure nei casi più sfortunati, sono paragonabili a quelle di un’automobile ad altissime prestazioni, tipo una Ferrari o una Maserati. Per avere un’idea degli effetti di un impatto di questo tipo l’effetto più calzante preso dalla vita di tutti i giorni è quello di un incidente stradale, con tutte le varie possibilità, sia quelle ad alta velocità che quelle a bassa velocità a seconda del detrito. Ovviamente gran parte dei detriti avranno una massa più contenuta e arriveranno a una velocità più lenta.

Ma in un caso del genere, io la constatazione amichevole con chi la faccio, col governo di Pechino?

È tutto previsto dai trattati internazionali. Esista una cosiddetta Liability Convention del 1972 che prescrive che, in questo caso la Repubblica Popolare Cinese che è il proprietario del satellite, rimanga proprietario anche dei frammenti una volta caduti al suolo anche in un altro Paese. I frammenti non possono quindi essere recuperati o trattenuti e vanno restituiti alla Cina, che però dovrà pagare i costi eventuali di recupero ed eventuali danni a cose o persone subiti al di fuori del territorio cinese. È uno dei pochi casi in cui esiste una regolamentazione precisa anche per le attività spaziali.

La stazione spaziale cinese Tiangong-1
Foto | China Manned Space Agency
  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 22/01 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 22-01-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 22/01 15:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 22-01-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 22/01/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 22-01-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 22/01/2025 delle 07:14

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 22-01-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Radio Popolare Minilive - Roberto Cacciapaglia

    Pochi giorni dopo aver annunciato il suo nuovo tour, Time to Be, al via martedì 25 marzo 2025 dall'Auditorium Mahler di Milano, il compositore e pianista Roberto Cacciapaglia è stato ospite di Jack per una chiacchierata con Matteo Villaci e un paio di brani dal vivo.

    Clip - 22-01-2025

  • PlayStop

    Playground di mercoledì 22/01/2025

    Tributo a Garth Hudson, ultimo componente dei The Band.

    Playground - 22-01-2025

  • PlayStop

    Jack di mercoledì 22/01/2025

    Per raccontare tutto quello che di interessante accade oggi nella musica e in ciò che la circonda. Anticipazioni e playlist sui canali social di Matteo Villaci.

    Jack - 22-01-2025

  • PlayStop

    George Hoyningen-Huene. Glamour e Avanguardia

    Da ieri, 21 gennaio, fino al 18 maggio a Palazzo Reale una prima assoluta in Italia. Una mostra con oltre 100 scatti, stampe al platino che raccontano l’importanza che George Hoyningen-Huene ha avuto nella fotografia. Influenzato dall’arte classica e dal Surrealismo, l'artista ha fatto parte della cerchia ristretta di Man Ray, frequentato artisti surrealisti come Salvador Dalì, Lee Miller, Pablo Picasso e Jean Cocteau e collaborato con Vogue e Harper’s Bazaar. I suoi scatti testimoniano il vivace contesto culturale dell’epoca, dai Ballets Russes di Diaghilev, a quelli dei ballerini Serge Lifar e Olga Spessivtzeva con i costumi disegnati da De Chirico. Il servizio di Tiziana Ricci.

    Clip - 22-01-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 22/01/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 22-01-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 22/01/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 22-01-2025

  • PlayStop

    Cult di mercoledì 22/01/2025

    Oggi a Cult: Richard Gere sul film "Oh Canada - I tradimenti"; la mostra "George Hoyningen. Glamour e avanguardi" a Palazzo Reale di Milano; Matthew Lenton e Marco Paolini su "Darwin, Nevada" al Piccolo Teatro Strehler; Gianfelice Facchetti su "Arpad Weisz" al Teatro della Cooperativa...

    Cult - 22-01-2025

  • PlayStop

    Pubblica di mercoledì 22/01/2025

    Braccia tese e saluti pericolosi. Elon Musk mette in scena alla festa di Washington il nuovo ordine trumpiano. Fa discutere in Europa la coreografia del saluto del padrone di SpaceX, tanto simile ad un saluto nazista. Sempre a Washington la vescova episcopale Mariann Edgar Budde supplica Trump per gli ordini esecutivi anti-immigrati. «Le chiedo di avere pietà, signor Presidente, per coloro che nelle nostre comunità hanno figli che temono che i loro genitori vengano portati via», ha detto la religiosa. Trump l’ha accusata di aver avuto un «tono sgradevole» e di essere «un’estremista della sinistra radicale che odia Trump». Pubblica ha ospitato Mattia Diletti, scienziato politico dell’università “La Sapienza” di Roma, e Chiara Volpato, psicologa sociale, già docente all’università di Milano Bicocca.

    Pubblica - 22-01-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di mercoledì 22/01/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 22-01-2025

  • PlayStop

    TERESA MARESCA - IL PRIMITIVO DEL SOGNO

    TERESA MARESCA - IL PRIMITIVO DEL SOGNO - presentato da Cecilia Di Lieto

    Note dell’autore - 22-01-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di mercoledì 22/01/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi ai microfoni di Radio Popolare. Condotta da Massimo Bacchetta, a cura di Massimo Alberti

    Tutto scorre - 22-01-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 22/01/2025

    L'esercito israeliano si concentra ora sulla Cisgiordania, morti e feriti a Jenin, per compiacere i coloni e colpire ancora Hamas, l'analisi di Eric Salerno; con l'arrivo di Trump come cambia la diplomazia mediorientale secondo Laura Guazzone, docente di Storia contemporanea del mondo arabo alla Facoltà di Studi orientali dell'Università di Roma "La Sapienza". La cancellazione del green deal e l'uscita dagli accordi di Parigi sono già fatti, mentre l'Europa guarda a India e Cina come alleati per la transizione secondo Luca Iacoboni, responsabile relazioni esterne del centro studi ambientalista Ecco. Leonard Peltier torna a casa, ai domiciliari, ma come dice lui nell'audio che vi faccio sentire "casa è come essere liberi", il racconto di Andrea De Lotto che per 14 anni ha sostenuto la causa per la grazia e la liberazione del leader del Indian Movement in carcere da 49 anni.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 22-01-2025

Adesso in diretta