Il primo graphic novel pubblicato dalla casa editrice libertaria Elèuthera è dedicato all’epoca d’oro della pirateria atlantica e ai suoi protagonisti: i plebei del mare. Come spiega Marcus Rediker, autore di “Sotto il vessillo di re morte” con il suo amico e disegnatore David Lester e uno dei massimi esperti della storia sociale marittima e della pirateria, i pirati altro non erano che uomini e donne provenienti dai ceti sociali più infimi.
Diventati fuorilegge per ribellarsi a un sistema che li vedeva soggiogati a capitani tirannici, con paghe da fame, malnutriti e storpiati da botte e condizioni di lavoro pesantissime, creano sulle navi pirata un mondo alla rovescia, dove si eleggono il capitano e gli ufficiali e si spartisce equamente il bottino, prendendo in conto persino chi non può più navigare. E solcano i mari sotto una bandiera che era sia un memento mori (ma ben nutrito e felice, dando e prendendo il massimo) che un letterale ‘fottiti’ sbattuto in faccia alle classi privilegiate, visto che il verbo “to roger”, da cui viene Jolly Roger, voleva dire letteralmente ‘fare sesso’.
Ispirato ai testi storici di Rediker, “Sotto il vessillo di re morte” racconta la pirateria vista con gli occhi di tre protagonisti: un marinaio di Amsterdam, un afroamericano fuggito dalla schiavitù e una donna che si fa passare per un uomo per sopravvivere. A parte la caccia al tesoro, gli elementi classici ci sono tutti: la condanna al patibolo e l’iconica esecuzione di piazza dell’impenitente ribelle che fanno ormai parte dell’immaginario collettivo – vedi anche il manga One Piece – ma anche la taverna malfamata in un’isola dei Caraibi e le battaglie navali a colpi di cannone e assalti all’arma bianca. Ma la trama incorpora sapientemente dettagli storici e fatti che mostrano i pirati in tutta la loro umanità e le motivazioni reali che spinsero i reietti a diventare fuori legge.
Anche a livello grafico, Lester ha ricercato l’accuratezza storica, arrivando fino a costruire un modello in scala di un galeone settecentesco per poter riprodurre al meglio le azioni e la vita a bordo. Ispirandosi alle dettagliate incisioni in bianco e nero del 700 e mescolando acquerelli, pennelli, matite e penne, crea delle pagine dove più che le espressioni dei personaggi, che appaiono un po’ rigidi, contano le ambientazioni. Dai club inglesi alle bettole, passando per le galere e i fortini e, ovviamente, il mare e le navi.
Scomponendo la pagina in modo irregolare e sovrapponendo schizzi, pennellate e disegni alle vignette, crea un effetto generale di movimento e di racconto corale che procede quasi al rallentatore, facendoci assaporare la lettura. I momenti di calma, di gioia, di condivisione o di riflessione fortemente politica, ma anche le battaglie terrestri e navali dove la violenza viene contemporaneamente mostrata ed evocata. Il taglio delle vignette che mima lo strazio fisico e morale e certe inquadrature che si concentrano sul bastone sporco di sangue o sulla frusta anziché sulla schiena martoriata, insieme ai corpi menomati dei pirati, spiegano forse più delle parole cosa spinse questi uomini e queste donne a rischiare la forca pur di non vivere una vita da miserabili.
Sotto il vessillo di re morte. Di Marcus Rediker e David Lester, traduzione di Elena Cantoni. 144 pagine in bianco e nero. Elèuthera, 20 euro.