Niente pioggia, niente neve e l’inquinamento torna a salire a Milano e in Lombardia. E scattano, rituali, i provvedimenti antismog. Dopo sette giorni consecutivi di sforamento dei limiti del pm10 nell’aria (50 microgrammi per metrocubo) stop ai veicoli più inquinanti (diesel euro3) e abbassamento obbligatorio a 19 gradi del riscaldamento nei pubblici uffici.
Le centraline di Arpa nei giorni scorsi hanno registrato concentrazioni dell’inquinante pari a 65 microgrammi al metrocubo in via Pascal e a 54 microgrammi in via Senato. Nell’area metropolitana, rilevati 82 microgrammi al metrocubo ad Arese e 68 a Limito di Pioltello, 124 a Cinisello Balsamo. Valori sopra la soglia anche nelle altre province lombarde.
Oltre alla questione ambientale, sono pesanti le ricadute anche sulla salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si batte da sempre per ridurre i rischi alla salute correlati all’inquinamento, raccomandando limiti più stringenti per il controllo degli inquinanti rispetto a quelli suggeriti dall’Unione europea, e indicando possibili interventi per il miglioramento della situazione mondiale.
L’Oms ha anche recentemente avviato un processo di aggiornamento delle ormai datate linee guida sulla qualità dell’aria rilasciate nel 2006 e per supportare e guidare gli Stati membri all’implementazione delle nuove direttive. Ma ad oggi quanto viene fatto non basta.
Nell’area milanese si parla di 200 morti all’anno legati allo smog. “Bambini e anziani, ma anche persone con difficoltà economiche sono i più a rischio”, ha detto a Snooze Pier Mannuccio Mannucci, professore emerito di Medicina interna all’università Statale di Milano, direttore scientifico del Policlinico e organizzatore del congresso “MedicaMi”, il 27 e 28 gennaio, dedicato proprio alla correlazione tra smog e malattie.
Ascolta l’intervista a Pier Mannuccio Mannucci