I jihadisti dell’Isis si sarebbero ritirati completamente dalla siriana di Manbij e avrebbero rilasciato i circa 2.000 civili che usavano come scudi umani, secondo quanto dichiarato dai ribelli curdi e siriani delle Forze democratiche siriane (Sdf), che hanno riconquistato la città.
Manbij è situata nella provincia di Aleppo e controlla il nodo stradale tra Raqqa e il confine turco. La liberazione di Manbij priva il falso califfo da ogni possibile via di collegamento con la Turchia da dove provengono armamenti, munizioni e reclute. La conquista della città è stata possibile grazie anche ai bombardamenti della coalizione USA, alleata di Siria Democratica, che hanno spianato la strada dei Peshmerga curdi verso il centro della città.
Intanto, la battaglia di Aleppo non conosce tregua. Le milizie armate hanno annunciato di aver preso il controllo della via principale di comunicazione delle truppe governative tra Aleppo e Hama. I camion degli aiuti che percorrevano quella strada verso la parte della città sotto il controllo governativo hanno dovuto fare marcia indietro e riprendere un’altra strada alternativa.
Anche ieri , l’aeronautica militare russa ha rispettato le tre ore di tregua, ma a terra non è cambiato nulla. In tutte le zone della provincia si è combattuto duramente. Aerei governativi hanno bombardato la zona est della città controllata dall’opposizione, provocando la morte di decine di civili. La carovana dei camion di aiuti umanitari, con la bandiera dell’ONU, in cammino verso la zona assediata, è stata sottoposta a lanci di artiglieria e diverse volte gli autisti hanno dovuto fare marcia indietro. Ad ogni caso, gli aiuti che è stato possibile consegnare non sono sufficienti e soprattutto la rottura della rete idrica mette a rischio la vita dei bambini.
L’inviato De Mistura sta tuttora tentando di negoziare una tregua di 48 ore con le parti belligernati per garantire la sistemazione delle reti idrica e elettrica.
La città di Aleppo è importante strategicamente per le sorti della guerra siriana. E’ l’ultima grande città nella quale si registra una presenza massiccia delle opposizioni e la parte est è sotto il controllo delle milizie islamiste Fath Sham, ex Fronte Nusra. La perdita di Aleppo, per le opposizioni significa una maggiore frantumazione e dover subire le condizioni del governo Assad nei programmati, ma non confermati, negoziati di Ginevra, annunciati per la fine di Agosto. Per il regime di Assad, una vittoria ad Aleppo consolida la sua avanzata nelle diverse province ed apre all’avvio dell’attacco contro Raqqa, roccaforte del sedicente califfato.