Approfondimenti

Silvia Pinelli: “Tutti mentirono per salvare se stessi e le istituzioni”

Licia e Pino Pinelli

Silvia Pinelli è intervenuta oggi a Radio Popolare nel 51esimo anniversario dalla morte del papà Pino Pinelli e ad un anno esatto dal riconoscimento e l’omaggio da parte del sindaco di Milano Beppe Sala, arrivati a 50 anni di distanza da quella pagina della storia italiana, tra le più nere del ‘900. In collegamento anche Andrea Sceresini co-autore dell’intervista.

L’intervista di Lorenza Ghidini e Roberto Maggioni a Prisma.

Silvia, questo anno cade il primo anniversario dalla morte di tuo padre dopo il cinquantesimo dell’anno scorso, importante per la figura di Pino Pinelli perché Milano ha chiesto un po’ scusa a Pino a voi, e la sua figura è stata riconosciuta e omaggiata dal Sindaco. Quali sono i tuoi pensieri in questa mattina del 15 dicembre, a 51 anni dalla morte di tuo papà?

Purtroppo, dopo 51 anni, il pensiero va a quella giornata. Il 15 dicembre accadde di tutto: ci furono i funerali delle vittime di Piazza Fontana, venne prelevato dal tribunale Pietro Valpreda e fu condotto in carcere, dal quale uscirà tre anni dopo come innocente e nessuno gli chiederà mai scusa. Nella notte tra il 15 e il 16 noi venimmo svegliati da mia madre Licia e portate a casa di nostri amici, mentre lei si dirigeva al Fatebenefratelli, dove Pino glielo fecero vedere solo da morto. È difficile scordare questi 51 anni che sono faticosi, e la memoria torna sempre a quei giorni. Pino ha avuto dei grandi riconoscimenti, e molto si deve al lavoro di Licia e degli amici che sono stati accanto in tutti questi anni. L’anno scorso abbiamo fatto questa catena umana musicale che ha visto quasi 15.000 persone raccogliersi nel ricordo di Pino. Oggi ci ritroveremo in Piazza Fontana a ricordare Pino e l’innocenza di Pietro Valpreda, con la proiezione del documentario “Pino – Vita accidentale di un anarchico” di Claudia Cipriani e Niccoló Volpati.

Pochi giorni fa sul sito de Il Fatto Quotidiano, è stata pubblicata un’intervista al Generale Gianadelio Maletti, all’epoca dei fatti vicecapo del S.I.D, che molta parte ebbe nel depistaggio della strage di Piazza Fontana. Maletti ha raccontato ai colleghi Alberto Nerazzini e Andrea Sceresini quello che ha saputo negli anni successivi, della notte in cui Pinelli morì nella questura di Milano. A te la parola, Andrea Sceresini. Com’è nata questa intervista? Come siete entrati in contatto col Generale?

Maletti dice cose molto semplici e risapute. Racconta questa scena nella stanza della Questura di Milano, in cui Pinelli viene messo sul davanzale, viene interrogato in modo violento, spinto sempre più verso il vuoto man mano che dà risposte non soddisfacenti, finché non cade nel vuoto, fondamentalmente un omicidio. Uno scenario cantato e gridato nelle piazze in questi cinquantun’anni da milioni di persone. Che lo ammetta e lo racconti uno come Maletti significa che è la prima volta che un funzionario dello Stato di alto livello di allora getta uno sprazzo di verità su questa vicenda. All’inizio si era parlato di suicidio, poi di malore, nessuno aveva mai buttato la maschera e raccontato quel che era successo in quella stanza. La cosa più importante è che Maletti dice che tutti i vertici del S.I.D conoscevano questa verità, e fa anche i nomi di chi ha raccontato questa scena: il maggiore Burlando, a capo del centro controspionaggio di Milano, il colonnello Viezzer, segretario dell’ufficio del S.I.D che si occupava di controspionaggio, e soprattutto il generale Miceli, che è stato per tanti anni capo del S.I.D e aveva rapporti molto stretti anche con D’Amato, capo dell’Ufficio Affari Riservati. Lo scenario che ne esce è di una vicenda che era chiarissima già allora, anche ai funzionari dello Stato che hanno poi insabbiato. È importante il fatto che sia Maletti a raccontare questa cosa, e lo fa in modo molto lineare, senza troppi condizionali.

Le parole che Maletti pronuncia nell’intervista di Nerazzini e Sceresini impressionano e fanno effetto a tutti noi, e immagino anche a lei, Silvia. Le chiediamo un commento.

La cosa che fa più impressione è sentire che il tutto successe non solo per il “bene proprio”, e fin qui ci si arriva,  ma addirittura “per il bene delle istituzioni”. L’Italia era una Repubblica Democratica, e le istituzioni sono formate da cittadini che dovrebbero rispondere, come tutti, se hanno sbagliato. Quello che avvenne noi lo sapemmo subito. Circa tre mesi dopo uno dei presenti nella stanza lo riferì ad un suo superiore. Purtroppo nessuno ha mai voluto testimoniare davanti a un tribunale, per “il bene delle istituzioni”. Questo fa rabbrividire. Un innocente entra volontariamente in una questura, muore, e le istituzioni non ci sono.

Sceresini, ci sono ancora due persone in vita che quella notte erano presenti in quella stanza, il poliziotto Panessa e il carabiniere Lograno. Non hanno mai voluto parlare, se non Panessa con voi l’anno scorso per dire che Pinelli se la fosse cercata. Un’intervista come questa con Maletti potrebbe far riaprire le indagini? Potrebbe comportare quantomeno la convocazione di Panessa e Lograno?

Penso di sì. Non tocca a me chiedere la riapertura delle indagini, non so neanche se la famiglia voglia riaprire questa ferita dopo così tanti anni. Con Nerazzini sono stato sia da Panessa sia da Lograno. Lograno si è trincerato dietro un silenzio totale, mentre Panessa si è lasciato scappare quelle frasi, che lette dopo queste dichiarazioni di Maletti risultano particolarmente vergognose e schifose. Entrambi sono ancora vincolati a quell’impegno di parlare di suicidio “per il bene loro e per le istituzioni”. Penso che dopo queste parole di Maletti qualcuno debba andare a chieder loro conto di quello che è successo, perché sono gli unici due che oggi possono rispondere.

Silvia, ci state pensando in famiglia?

Veramente non ne abbiamo parlato. L’importante è che tutti sappiano. Che tipo di condanna potrebbe esserci? Mentirono tutti i presenti in quella stanza. Il Giudice D’Ambrosio imputò la morte a un malore attivo, e tutti quelli che avevano testimoniato avevano mentito. Sono stati tutti promossi. Adesso sono passati 51 anni, e noi la verità la sappiamo e la sapevamo subito. Penso che la condanna è che tutti conoscano quello che avvenne quella notte. Anche i nomi possono interessare. Panessa sicuramente non dirà mai niente, ma non si sa mai che qualcuno un giorno voglia fare nomi e cognomi.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 12/03 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 12-03-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 12/03 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 12-03-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 12/03/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 12-03-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 12/03/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 12-03-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 12/03/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Gianluca Ruggieri ed Elena Mordiglia. In redazione, Sara Milanese e Marianna Usuelli.

    Il giusto clima - 12-03-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 12/03/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 12-03-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 12/03/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 12-03-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 12/03/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 12-03-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 12/03/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 12-03-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 12/03/2025

    Quale è la vostra S.E.M song? La canzone che vi smuove l'anima, vi cambia o peggiora la giornata? In ogni caso c'è una ragione scientifica! La spiegano le nostre due psicologhe, Annalisa Corbo e Simona Adelaide Martini nel nostro Psicodì oggi dedicato alla musica! Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontarci una storia, scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 12-03-2025

  • PlayStop

    Radio Popolare Minilive - Remo Anzovino

    Lunedi 17 Marzo, Remo Anzovino porterà il suo ultimo lavoro "Atelier" dal vivo al teatro dei filodrammatici a Milano. "Atelier" è un album che nasce da due serate dal vivo e che ripercorre 20 anni di carriera di un musicista che ha saputo lavorare sul suono impastandolo con il cinema e l'arte. Oggi a Jack ne ha parlato con Matteo Villaci, con cui ha discusso anche di Pordenone, la sua città, del suo rapporto con Oliviero Toscani, di cerchi che si chiudono e di molte altre cose. Regalandoci anche tre brani dal vivo.

    Clip - 12-03-2025

  • PlayStop

    Playground di mercoledì 12/03/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 12-03-2025

  • PlayStop

    Jack di mercoledì 12/03/2025

    Con Giorgio Valletta ricordiamo Sergio Ricciardone, fodatore e direttore artistico del c2c e figura centrale del clubbing in Italia, ascoltiamo il servizio di Marcello Lorrai sul legame tra la colonna sonora di "The Brutalist" e il Cafe Oto di Londra, ospitiamo Remo Anzovino per un'intervista sul suo lavoro Atelier e tre brani live

    Jack - 12-03-2025

  • PlayStop

    "Hands Made", performance partecipativa di Begüm Erciyas

    Le nostre mani ci permettono di entrare in contatto con il mondo e con la realtà che ci circonda, creando relazioni di vicinanza e intimità. Tuttavia, il nostro tocco è sempre più influenzato e mediato dalla tecnologia, che cambia il modo in cui viviamo e ci relazioniamo con gli altri. Nella performance partecipativa "Hands Made" le mani diventano protagoniste: gli spettatori sono invitati, nell’oscurità, a osservare la propria mano e quelle dei vicini, isolate dal corpo. L’artista turca Begüm Erciyas indaga così le trasformazioni del nostro rapporto con il tocco nel corso della storia per ripensare e riscoprire il senso del tatto e del contatto. Oggi a Cult da Ira Rubini ospite proprio l'artista turca per parlare del suo "Hands Made", alla Triennale Milano il 15 e 16 marzo.

    Clip - 12-03-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 12/03/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 12-03-2025

Adesso in diretta