Pierluigi Lopalco, l’epidemiologo dell’Università di Pisa alla guida della task force anti-COVID della Regione Puglia, commenta ai microfoni di Radio Popolare i risultati dell’indagine di sieroprevalenza condotta a partire dal 25 maggio scorso dal Ministero della Salute e dall’Istat con la collaborazione della Croce Rossa Italiana.
Sono un milione e 482mila le persone in Italia che hanno incontrato il virus, pari al 2,5% dell’intera popolazione da zero anni in su. L’intervista di Sara Milanese a Prisma.
Quello che ci preoccupa di più è il dato particolarmente basso di questa sieroprevalenza. Al Sud noi abbiamo meno dell’1% di cittadini che hanno incontrato il virus. Al Nord, dove pensavamo che, in qualche maniera, il virus avesse circolato un po’ di più, alla fine soltanto la Lombardia ha un livello di sieroprevalenza più elevato un po’ superiore, ma che non arriva alle due cifre, 7,5%. Questo significa che la stragrande maggioranza degli italiani non ha incontrato il virus. La cattiva notizia è che la quota suscettibile è altissima. Se il virus dovesse tornare ed essere libero di circolare si troverebbe una prateria su cui pascolare.
La buona notizia è che il fatto che anche nelle Regioni del Nord, dove c’è stata più circolazione, il virus non ha fatto tante infezioni e questo vuol dire che questo virus non è così contagioso come in alcuni studi si prospettava. La famosa trasmissione per aerosol, per via aerea, deve essere esclusa con questi livelli di positività.
Cosa dobbiamo fare nei prossimi mesi?
Rispettare pochissime regole: lavarsi le mani, evitare i luoghi affollati e mettere la mascherina quando si è in presenza di estranei, soprattutto al chiuso. Queste misure possono essere sufficienti per mantenere sotto controllo questo virus.