I forti cali sui mercati in tutto il mondo fanno temere un peggioramento della situazione economica internazionale. La borsa di Tokio è crollata. Anche le borse europee sono andate male. E poi, di seguito, Wall Street: la borsa statunitense ha confermato questo momento di instabilità sui mercati.
In gergo di borsa si chiama “indice della paura”: è l’indice Vix che misura la volatilità che gli operatori si aspettano da qui 30 giorni sui mercati. Oggi ha toccato gli stessi livelli di inizio 2020 – lo scoppio della pandemia – con un rialzo record del 153%. Cosa significa? Significa che gli operatori si aspettano le montagne russe, la volatilità – appunto – tipica dei momenti di grande instabilità.
I cali di questi giorni hanno anche motivazioni tecniche, come le vendite per realizzare dopo gli acquisti. Ma i fattori di incertezza non mancano. La situazione geopolitica internazionale, soprattutto, in questo momento in Medio Oriente. E, sempre sullo scacchiere mondiale, le imminenti elezioni negli Stati Uniti. Non a caso Donald Trump ci è subito saltato sopra e ha additato Kamala Harris, dicendo che spaventa i mercati e se vincerà lei saranno guai.
Alla fin fine la questione è questa: se dietro la tensione nelle borse ci siano indizi di un autunno economicamente difficile. Solo le prossime settimane diranno se i timori siano fondati. Dagli Stati Uniti arrivano segnali di rallentamento dell’economia, con i dati sul mercato del lavoro a confermarlo. Tanto che c’è chi scommette su taglio dei tassi da parte della Fed di emergenza, già ad agosto. Ma in ogni caso il taglio ci sarà, per dare ossigeno all’economia. In Europa si aspetta che la Bce faccia lo stesso ma non è detto che la velocità sia adeguata. La zona euro non se la passa benissimo e una recessione continentale non è da escludere, anche per il peso della Germania che va male e da locomotiva rischia di diventare zavorra.