
Valditara si nasconde dietro l’Accademia della Crusca. Proibisce alle scuole di usare nelle comunicazioni l’uso dell’asterisco e dello schwa, perché, scrive, “sono in contrasto con le norme linguistiche, l’Accademia della Crusca ha più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette”.
Il ministro dell’Istruzione utilizza il pretesto linguistico senza aver nemmeno il coraggio di dire che questa è una delle crociate che la destra aveva già in mente: proibire l’utilizzo di termini e segni per riconoscere l’inclusione di tutti i generi, consegnando così una vittoria all’ideologia di destra e di tutte le associazioni ultra cattoliche. Realtà che oggi sembrano celebrare questa circolare arrivata sulle scrivanie di tutti i presidi, applaudita dai partiti della maggioranza e contestata invece fortemente dalle associazioni Lgbt e da chi si occupa di scuola, secondo cui ci sono problemi molto gravi nelle scuole che non permettono agli studenti di imparare la grammatica, come ad esempio la mancanza di insegnanti.
Valditara non è nuovo alle sue crociate, ad esempio la difficoltà di impostare anche solo un percorso educativo contro la violenza di genere, scatenarono grandi polemiche le parole sulla violenza contro le donne pronunciate davanti a Gino Cecchettin, “colpa dei migranti”, disse e poi i voti in condotta per bocciare. È il ministro della Lega forse più ideologico dopo Salvini che oggi era a Napoli proprio con Valditara.
Salvini vuole intestarsi le stesse battaglie che Trump sta conducendo negli Stati Uniti, a cominciare dalla negazione dei fondi federali alle scuole che insegnano il gender agli allievi. C’è una spasmodica lotta con Giorgia Meloni per arrivare per primo a stringere una stretta alleanza con Trump. Proprio oggi ha avuto una telefonata con il vicepresidente americano Vance. Non importa ciò che si sono detti, l’importante è che sia arrivato per primo, abbia battuto sul tempo Meloni che ieri annunciava una prossima visita negli Stati Uniti, anche lei non vede l’ora di stringere un legame con la nuova amministrazione, anche se qualche dubbio sulla tempistica c’è, visto che Meloni non può stringere la mano a Trump mentre questo annuncia la stretta sui dazi in Europa. Ma a Matteo Salvini questo non sembra importare molto a quanto pare.