La guerra a Gaza ha fatto riemergere le divergenze politiche fra la dirigenza di Anpi Milano e quella Nazionale. Già sul conflitto in Ucraina le distanze erano state notevoli: Roberto Cenati e il suo gruppo dirigente a favore dell’invio delle Armi occidentali a Kiev, Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale e già senatore dei Comunisti Italiani, contrario. Oggi è la parola “genocidio” che anche nell’Anpi crea divisioni dolorose e evidentemente troppo faticose da sopportare.
Cenati lascia a pochi giorni da un’intervista al Corriere in cui diceva che pronunciare quella parola davanti al massacro di Gaza non è corretto; criticava poi le manifestazioni pro Palestina del sabato, alle quali in realtà alcune sezioni Anpi milanesi partecipano con bandiere e fazzoletti al collo, come anche dirigenti e militanti di partiti che l’Anpi la fanno, la sostengono da sempre .
C’era maretta, dunque, a Milano, ma forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il comunicato del Nazionale: l’adesione alla manifestazione di sabato prossimo a Roma in cui si dice che è necessario impedire il genocidio. Giovedì il comitato provinciale indicherà il nuovo presidente di quella che è l’Anpi con più iscritti di tutta Italia; intanto da Roma il presidente Pagliarulo ha risposto: “Dire impediamo il genocidio significa che non c’è ancora, ma che c’è pericolo che accada come ritiene anche la corte dell’Aja”.