Idomeni, confine Grecia-Macedonia. Il campo prfofughi qui allestito avrebbe posto per mille persone, ma ce ne sono cinque mila. La Macedonia ha chiuso le frontiere con sbarre e filo spinato: il governo di Skopje vuole impedire che i migranti proseguano lungo il Paese la loro rotta verso Nord. “Sparano i lacrimogeni ad altezza uomo”, ci racconta l’inviato Claudio Gherardini.
Questo è ciò che si vedeva intorno alla barriera poco tempo prima che scoppiassero gli scontri.
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Chiusi in una gabbia, in attesa che qualcosa accada. I profughi cominciano a gridare quando al di la della recinzione vedono un movimento di uomoni, schierati per impedire il loro passaggio. Dalla massa di uomini che premono sulle recinzioni, si vede partire qualche sasso. La reazione è potente: si sentono tre boati. I lacrimogeni disperdono la folla. Il caos tutto intorno.
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In 3.770 migranti, secondo l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, hanno già perso la vita attraversando il Mediterraneo. Chissà quanti sono dispersi lungo la rotta balcanica. Serbia, Macedonia e Bulgaria sono i governi che hanno l’atteggiamento più ostile verso i migranti.