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Sciopero europeo contro RyanAir

RyanAir

Oggi seconda giornata di sciopero degli operatori di volo di RyanAir in Belgio, Spagna, Portogallo. Ieri, invece, è stata la volta dell’Italia: oltre 600 voli cancellati (132 solo nel nostro Paese).

Cosa sta succedendo? Cosa chiedono i lavoratori di RyanAir? Claudio Jampaglia ha intervistato oggi a Giorni Migliori Laura Facchini, referente della Uil trasporti per le compagnie low cost:

Lo storico sciopero su scala europea – dichiarato congiuntamente da Spagna, Italia, Portogallo e Belgio per il 25 e il 26 luglio – serve a rivendicare le stesse cose: diritti dei dipendenti che mancano totalmente, ricordiamo che la malattia non viene pagata, ma anche le pressioni che vengono esercitate sui lavoratori nel momento in cui si ammalano, vengono addirittura chiamati a colloquio per giustificare il perchè ci si ammala. Questo colloquio non avviene neanche negli uffici dei Paesi in cui si lavora, devono essere convocati a Dublino per andare a riferire in Irlanda del loro stato di salute. Parliamo di pressioni che vengono esercitate su tutti quegli aspetti che sono ancillari, quindi le vendite di bordo: se non si vende abbastanza si viene convocati perchè spiegare il perchè, ci sono molte pressioni da questo punto di vista quando il ruolo dell’assistente di volo riguarda soprattutto la sicurezza sugli aeromobili. Lo sciopero riguarda tutta una serie di aspetti che mancano nei contratti locali nazionali. RyanAir applica la legge irlandese in tutti i Paesi in cui è presente. Quello che rivendicano i lavoratori dei Paesi in cui lo sciopero è stato dichiarato, in particolare in Italia dove abbiamo dichiarato congiuntamente Cgil e Uil, è il diritto ad avere un contratto nazionale basato su leggi nazionali e soprattutto la possibilità dei lavoratori di scegliersi il sindacato da cui farsi rappresentare, che è quello più rappresentativo sia nel nostro Paese che sia all’interno dell’azienda. RyanAir si rifiuta di parlare con i sindacati più rappresentativi: ci troviamo con un’azienda che sceglie il sindacato più gradito, di comodo. Cose anacronistiche. Ieri questo sciopero è stato in Italia l’espressione che i lavoratori hanno la testa, sono stanchi e vogliono dare una risposta potente soprattutto all’arroganza che ha usato il signor O’Leary, che vorrebbe addirittura escludere l’Italia dopo la comunicazione che ci sarebbe questo sciopero.

Fanno finta di niente. Quanto si guadagna con RyanAir?

In RyanAir si è sottopagati, siamo molto lontani dal riferimento del nostro contratto nazionale. Alcuni lavoratori sono assenti direttamente dall’azienda, altri attraverso delle agenzie che sono comunque riconducibili alla proprietà di RyanAir. Hanno un contratto che è cottimizzato, quindi più lavori e più guadagni: se non voli – vengono retribuite soltanto le ore di volo – non guadagni. Un lavoratore che è in azienda da circa tre anni e vola circa 90 ore al mese, che è quasi al limite del consentito, percepisce intorno ai 1.300 euro. Se invece non si hanno abbastanza ore di volo si arriva a guadagnare intorno ai 500-600 euro al mese. Questi ragazzi non ce la fanno neanche a mantenersi, vivono in condizioni di profondo disagio.

La possibilità di alleanze tra sindacati in Europa è sempre più importante, voi lo dimostrate. È così che si può realmente incidere sull’azienda e sull’opinione pubblica. Si tratta di un’alleanza causale o c’è già un tavolo permanente?

Assolutamente. Noi già operiamo all’interno dell’Europa grazie alla nostra affiliazione con la ETF che è la European Transport Workers’ Federation. Questo è stato un vero e proprio esperimento da laboratorio: siamo andati in maniera trasversale anche con altre affiliazioni e ad accomunarci sono state le problematiche e gli argomenti condivisi. Questa è la via, soprattutto per quelle aziende che sussistono in più Paesi e fanno un utilizzo improprio di quelle che sono le normative europee. Questa può essere la strada, l’abbiamo segnata e abbiamo dato un primo e fortissimo segnale. Tra oggi e domani molte cose dovranno cambiare.

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    Cisgiordania: continua ormai da tre giorni l’operazione militare dell’esercito israeliano

    Andiamo in Cisgiordania. Continua ormai da tre giorni l’operazione militare lanciata dall’esercito israeliano sul campo profughi di Jenin. Centinaia di persone hanno lasciato il campo su ordine israeliano che tramite megafoni collegati a droni e veicoli militari, ha ordinato alla popolazione di evacuare. Il capo di stato maggiore militare israeliano e il capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet hanno rilasciato oggi una dichiarazione: "Siamo pronti a svolgere una serie di operazioni nel campo di Jenin che porteranno il campo a una situazione diversa", si legge nella dichiarazione, che poi aggiunge: "Siamo in una guerra su più fronti e ora tocca alla zona settentrionale della Cisgiordania". Diana Santini ha intervistato l’ingegnere palestinese, a Jenin, Ahmad Odeh.

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    Milano, consegnate le prime cinque licenze per nuovi taxi

    L’ultima volta era successo 22 anni fa. Il Comune di Milano oggi ha consegnato le prime cinque nuove licenze per taxi. Nei prossimi mesi le nuove abilitazioni arriveranno a 336, per effetto del bando di marzo dell’anno scorso per 450 licenze. L’amministrazione comunale ha l’obiettivo di arrivare a circa mille nuovi permessi in città. Per questo ha dichiarato che porterà avanti la richiesta di altre autorizzazioni anche con Regione Lombardia. Stamattina c’è stata una piccola cerimonia di consegna a palazzo Marino: tre nuove licenze sono ordinarie, due per il servizio notturno. “Lavorare di notte mi preoccupa un po’ per quello che sta succedendo in città a livello di sicurezza, ma il trasporto pubblico ha bisogno di taxi soprattutto nella fascia serale” ha detto Matteo Grappoli, uno dei tassisti che ha ricevuto la licenza, nell'intervista fatta da Luca Parena.

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    1) “Ora tocca alla Cisgiordania”. L’esercito israeliano annuncia l’ampliamento dell’operazione militare su Jenin, mentre le famiglie vengono costrette all’evacuazione e il campo profughi della città inizia ad assomigliare sempre più alla striscia di Gaza. (Ahmad Odeh da Jenin) 2) Stati Uniti. I Proud Boys sono pronti a tornare e vogliono vendetta. I leader del gruppo di estrema destra appena rilasciati dal carcere dalla grazia di Trump chiedono al presidente una rivincita. (Roberto Festa) 3) Colombia, crolla il piano di pace del presidente Petro. Nel paese riscoppia la guerriglia per il controllo del narcotraffico. (Eleonora Cormaci - Terres des Hommes) 4) Il divorzio per violazione del dovere coniugale non esiste. La Francia condannata dalla Cedu. (Francesco Giorgini) 5) La dittatura Brasiliana, l’occupazione israeliana in Cisgiordania e la storia di Emilia Perez, narcotrafficante transgender. Le nomination per gli Oscar 2025 vanno contro corrente. (Mauro Gervasini - Film TV) 6) World Music. Il saxofonista Haitiano Jowee Omicil lancia il suo nuovo album puntando sui podcast. (Marcello Lorrai)

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

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    Oggi a Jack, Matteo Villaci e Luca Santoro hanno parlato di JPEGMafia e del suo concerto di ieri sera all'Alcatraz di Milano. JPEGMafia, pseudonimo di Barrington DeVaughn Hendricks, è un rapper americano sperimentale dai molteplici talenti, produttore, interprete e leader della scena rap underground.

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    "Zorro" in prima assoluta al Piccolo Teatro Grassi

    Il cavaliere mascherato e la lettera che lo simboleggia – l’ultima dell’alfabeto – sono lo spunto del nuovo lavoro in cui Antonio Latella, rileggendo in chiave contemporanea il mito dei supereroi, punta il riflettore sulle aree a rischio nella società del XXI secolo. Lo spettacolo sarà al Piccolo Teatro Grassi dal 23 gennaio al 16 febbraio 2025. Oggi ha Cult ne hanno parlato Federico Bellini (drammaturgo) e Antonio Latella (regista).

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