
Un lavoratore del settore handling dell’aeroporto di Orio al Serio ha ricevuto una lettera di sanzionamento per aver partecipato allo sciopero transfemminista dell’8 marzo promosso da Non Una Di Meno. Gli viene contestato di non aver rispettato le fasce di garanzia. “Accuse infondate” dice il sindacato di base CUB.
La storia. Non doveva scioperare, ora l’azienda valuterà con quali sanzioni punirlo. È in sintesi il contenuto della lettera che si è visto recapitare due giorni fa un lavoratore dell’aeroporto bergamasco “Caravaggio” di Orio al Serio, che l’8 marzo aveva aderito allo sciopero transfemminista. L’azienda gli contesta di non aver garantito il servizio nelle fasce orarie protette, violando le norme sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
Il lavoratore, che preferisce restare anonimo, insieme a un’ottantina di colleghi è impiegato nell’handling, il comparto che si occupa di gestire i passeggeri, quindi di check-in, imbarchi e spostamenti sulle piste. Un comparto che l’8 marzo, a Orio al Serio, ha registrato una forte adesione allo sciopero, quasi dell’80%. Questo perché le impiegate a check-in e imbarchi sono in gran parte donne, che spesso faticano a conciliare i turni notturni o domenicali con la gestione della famiglia o che, altrettanto spesso, si ritrovano a lavorare in condizioni di scarsa sicurezza: sole, di notte, con centinaia di passeggeri, non sempre rispettosi.
AGS – Airport Global Services Srl, la società che impiega i circa 80 addetti e addette, non ha voluto rilasciarci dichiarazioni. In compenso lo ha fatto la CUB Trasporti, che nel comparto a Orio va per la maggiore: “Lo sciopero è stato proclamato – dice il sindacato – conosciamo le norme e quel lavoratore ne aveva diritto. Ci aspettiamo altre lettere, vedremo quali sanzioni vuole comminare l’azienda ma non resteremo certo a guardare”.
di Sara Agostinelli