La situazione era diventata insostenibile. Uno stillicidio. Gennaro Sangiuliano sempre più a fondo, il governo indebolito, la stessa presidente del consiglio molto danneggiata dagli errori di gestione del caso, la sottovalutazione, le incaute prese di posizioni a difesa del suo ministro. Dopo il colpo dell’intervista alla Stampa, il solo annuncio di nuove rivelazione da parte di Maria Rosaria Boccia alla 7 ha convinto Giorgia Meloni a fare un rapido cambio di rotta.
Se fino a due giorni fa la sua priorità era evitare un possibile rimpasto di governo – ed è per questo che aveva chiesto al ministro della cultura di rimanere al suo posto – dopo i missili sparati da Boccia, dopo la promessa di spararne altri, la Presidente del Consiglio ha capito che la debolezza dell’esecutivo stava raggiungendo livelli allarmanti, più di quanto avrebbero potuto produrre i timori di un rimpasto: “Quella persona” – come Giorgia Meloni aveva chiamato Maria Rosaria Boccia in Tv – aveva messo in scacco Palazzo Chigi. Quindi, fuori in fretta Gennaro Sangiuliano e dentro di corsa Alessandro Giuli. Nella speranza così di chiudere la vicenda e allontanare lo spettro di un rimpasto che, visto i rapporti con Lega e Forza Italia, potrebbe essere un pericolosa trappola per la presidente del consiglio.
Il fatto è che, comunque sia, nel giro di qualche settimana, potrebbero cambiare altri due ministri. Sicuramente in settembre Raffaele Fitto andrà in Europa, mentre il destino di Daniela Santanchè sarà deciso dal Tribunale di Milano in ottobre. Vedremo se il Quirinale si accontenterà di semplici sostituzioni. Di certo, rimane la cattiva gestione da parte di Giorgia Meloni del caso Sangiuliano. Il non aver capito che non fosse una questione di gossip, ma di senso delle istituzioni di uno dei suoi ministri. Un grave errore che ha esposto il fianco del capo del governo italiano alle puntuali e ripetute smentite di Maria Rosaria Boccia. Con i suoi errori, Giorgia Meloni ha indebolito il suo governo.